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"Leonardo da Vinci. Il Genio a Milano": al cinema dal 2 al 4 maggio, in 250 sale.

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Uscirà il 2 maggio, in occasione della sua scomparsa nel 1519, il film/documentario molto atteso "Leonardo Da Vinci. Il Genio", per la regia di Luca Lucini (famoso per diversi film e spot, qui link) e Nico Malaspina (qui link). Gli appassionati di questo personaggio geniale noto in tutto il mondo, potranno assistere alla proiezione dal 2 al 4 maggio in 250 sale italiane. La distribuzione è prevista in Cinquanta Paesi, a partire dagli USA dove è già uscito (ma tra un mese sarà presente nei cinema indipendenti), America Latina, Europa dell'est (in italiano sottotitolato con lingua del Paese ospite). 

Un piccolo capolavoro italiano prodotto da Rai Com, Skira, Codice Atlantico, con la partecipazione di Maremosso, in collaborazione con Pirelli e Confagricoltura, che vede ancora protagonista Nexo Digital (qui il link al film e alle sale), che ha studiato una strategia vincente. Infatti, pur lavorando sulla distribuzione di opere di nicchia, sta riscuotendo un successo insperato. Tanto per dare qualche dato, #Amleto (ne ho parlato di recente qui) ha portato nelle sale 11mila giovani fan che hanno trascinato le mamme a vedere il protagonista Benedict Cumberbatch... Tra l'altro vi consiglio di tenere d'occhio la pagina facebook qui di Nexo Digital, non solo ci sono tanti progetti in più di cui non riesco a parlare, ma anche perché viene aggiornata con le repliche (per esempio anche quella relativa a "Hitchcock Truffaut" di cui ho parlato qui).

Il regista Luca Lucini nei cortili di Santa Maria delle Grazie.
© Giovanni Hanninen per Codice Atlantico
Al cinema con i protagonisti
Questa edizione è stata speciale ed emozionante, perché per l'anteprima al cinema Arcobaleno di viale Tunisia 11 a Milano c'erano in sala sia i due registi Luca Lucini e Nico Malaspina, presentati e introdotti da Luana Solla, ufficio stampa di Nexo Digital, che ha ricordato che l'evento si inserisce all'interno della rassegna "La grande arte al cinema" (da novembre a giugno, una kermesse che ha portato finora al spaziare dal Teatro alla Scala a Goya, da Renoir a Monet, quest'ultimo arriverà nelle sale il 24 e 25 maggio) e rappresenta uno degli eventi più importanti della stagione. Luca Lucini si è occupato principalmente della parte di fiction, mentre Nico Malaspina della parte documentaria. In sala erano presenti anche alcuni attori, altri sono arrivati a fine presentazione: tutti fanno da contorno al personaggio di Leonardo (Raffaello, Bramante, Vincenzo Bandello...).
Oggi c'è stata anche per la prima volta una diretta via facebook le persone potevano ascoltare e interagire con il cast del film.

Vincenzo Amato nel ruolo di Ludovico il Moro, sulla Ponticella del Castello Sforzesco.
© Giovanni Hanninen per Codice Atlantico
Luana Solla ha ricordato che "Leonardo presentandosi a Ludovico il Moro si definisce un architetto, un urbanista, un ideatore di armi, un musico e organizzatore di feste... all'occorrenza era anche pittore; e ha concluso dicendo che è stato così poliedrico da essere il primo artista a portare l'arte al cinema (lui non poteva saperlo!): chi ha seguito questi contenuti d'arte realizzati sa che tutto è partito con Leonardo Live, dalla grandiosa mostra che ci fu alla National Gallery di Londra e che raccontava Leonardo Da Vinci pittore a Milano. Ma siamo fieri di una produzione tutta italiana su Leonardo."

Nel film, che prende le mosse dalla mostra realizzata da Skira in occasione di Expo a Palazzo Reale, è stato protagonista anche il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, che possiede un'ampia collezione di opere di Leonardo e attualmente ha prestato 39 modelli storici - macchine volanti per uso subacqueo e armi - per "Leonardo Da Vinci: the Mechanism of Genius", la mostra al Science Museum di Londra (fino al 4 settembre). Un'esposizione che presenta le macchine che l'artista ha disegnato, reinterpretandole su larga scalda e in forma tridimensionale (sono presenti 13 postazioni interattive e 10 installazioni multimediali), per far comprendere al grande pubblico la sua opera scientifico/tecnologica.

Luca Lucini ha detto che è stata un'esperienza straordinaria, e ci ha tenuto a ringraziare gli attori che hanno fatto i salti mortali per incastrare i loro impegni con le disponibilità delle "location" straordinarie dove è stato girato il film, e che con la loro professionalità hanno fatto rivivere personaggi che sono stati attorno a Leonardo (e in maniera un po' ironica, nel film mostrano aspetti inconsueti e forse meno noti di questo strabiliante artista).
 
Da sinistra il regista Nico Malaspina, lo sceneggiatore Jacopo Ghilardotti, il regista Luca Lucini e l'attore Giampiero Judica, che interpreta il ruolo di Francesco Melzi, uno dei pittori pupilli di Leonardo.

Nico Malaspina ha risposto alla domanda proveniente dagli appassionati di facebook su quali emozioni hanno provato e come si siano posti di fronte a un artista del calibro di Leonardo. L'aspetto che lo ha emozionato era l'idea di confrontarsi con un talento simile, ma aveva anche il desiderio di dare un taglio visivo moderno rispetto agli altri documentarie ha tenuto a sottolineare quanto fosse importante anche la parte relativa alla musica, a cui è molto legato, cercando di creare un connubio tra la musica sperimentale e quella più tradizionale (in effetti nel film le musiche originali di Ferdinando Arnò calzano a pennello), creando, ha aggiunto Lucini, un'atmosfera originalissima, che si mescola ai sapori più contemporanea. La sfida, ha spiegato Malaspina, è stata trovare una chiave diversa dal solito per un documentario.

La spiegazione degli esperti (Pietro Marani, già citato, Maria Teresa Fiorio, storica dell'arte, Vittorio Sgarbi, storico e critico dell'arte, Claudio Giorgione, curatore della sezione su Leonardo da Vinci al Museo della Scienza e Tecnologia di Milano, Richard Schofield, professore di storia dell'architettura moderna, IUAV di Venezia, Daniela Pizzigalli, autrice del libro "La Dama con l'ermellino. Vita e passioni di  Cecilia Gallerani nella Milano di Ludovico il Moro" (Rizzoli); Jacopo Ghilardotti, autore del libro "La casa degli Atellani e la vigna di Leonardo" (Rai)) si raccorda con stralci di fiction in cui i personaggi, sempre con un pizzico di ironia, raccontano allo spettatore un dettaglio della propria vita, in connessione con quella di Leonardo, facendo scoprire alcuni aspetti sconosciuti.

Jacopo Ghilardotti che si è occupato del soggetto e della sceneggiatura (insieme a Gabriele Scotti) e (ha anche una parte nel film! ha spiegato che sul Leonardo circolano molte sciocchezze e quindi, con l'aiuto del curatore scientifico
Pietro C. Marani, curatore del film e della Mostra dinanzi alla Belle Ferronnière. © Codice Atlantico
Pietro Marani (professore di storia dell'arte moderna al Politecnico di Milano nonché co-curatore della mostra "Leonardo da Vinci. 1452-1519"), si è occupato di riportare i fatti ben documentati e accertati. Del resto Marani è uno dei più grandi conoscitori dell'opera di Da Vinci.

Nicola Nocella nel ruolo del priore Vincenzo Bandello, sul set a Santa Maria delle Grazie.
© Giovanni Hanninen per Codice Atlantico
Da parte sua l'unico attore presente in sala al momento, Nicola Nocella, che ha il ruolo di Vincenzo Bandello (priore del refettorio di Santa Maria delle Grazie, dove Leonardo dipinse il ben noto Cenacolo tra il 1495 e il 1497 e con cui Leonardo non aveva un bel rapporto) ha raccontato in modo ironico come nonostante la chiesa blindata, gli strati di lana, ciniglia, montone addosso, il cappuccio con cui lo ha abilmente vestito il costumista Massimo Cantini Parrini, il caldo e le luci, il suo monologo mentre attraversa la navata centrale della chiesa sia stata un'esperienza che gli rimarrà per sempre nel cuore. Percorrere quella navata, immaginare di parlare con Quel personaggio, è stata un'emozione enorme: in questo mestiere si vive di emozionni e quindi lui si è fatto "incastrare" piacevolmente dai due registi.

Vincenzo Amato nel ruolo di Ludovico il Moro, sulla Ponticella del Castello Sforzesco.
© Giovanni Hanninen per Codice Atlantico

Il Genio a Milanoalla corte di Ludovico il Moro
In questo film documentario, con magistrale poesia e veridicità, si ripercorrono i lunghi anni trascorsi da Leonardo da Vinci a Milano, quando, allontanato dalla corte di Lorenzo il Magnifico (a Firenze Leonardo si era formato nella bottega del Verrocchio, la stessa dove apprese l'arte anche Botticelli), (nel 1492) a trent'anni partì per Milano e si propose con una lunga lettera (per mostrare tutte le sue doti, in tempo di guerra e di pace, "all'occcorenza poteva anche dipingere")a Ludovico il Moro, che era rinomatamente un abile festaiolo e con sogni di grandezza, potente tra i potenti d'Europa.

Studio di Leonardo in Mostra. © Codice Atlantico
Nel periodo (18 anni) in cui Leonardo rimase alla corte di Ludovico il Moro, che desiderava che Milano diventasse la città più bella, oscurando la fama della Ferenze del Magnifico, "promise molto ma realizzò poco", o meglio iniziò tantissime opere lasciate incompiute, come la statua in bronzo del padre che mai venne alla luce, misurò la cinta della città e progettò un canale di acque a doppio uso su due livelli (uno per i gentiluomini e l'altro per il trasporto delle merci).

Ludovico lo presenta al tempo stesso come una sua "gemma" e anche un tipo stravagante, che non mangiava mai carne, non stava mai con una donna.

Cristiana Capotondi, nel ruolo della dama con l’ermellino, in scena nella Casa degli Atellani.
© Rita Antonionoli per Codice Atlantico
Lui, che di donne ne amava fin troppe, chiese proprio a Leonardo di dipingere due delle sue amanti, facendogli realizzare due ritratti divenuti celebri, la famosa Dama con l'ermellino, che rappresentava Cecilia Gallerani (amante del duca prima che si sposasse - rimase incinta di un suo figlio quando lui si sposò con Beatrice d'Este - e con cui la relazione si protrasse a lungo...)


Direttamente dal Louvre, la Belle Ferronnière in Mostra. © Sabina Colombo per Skira
e La Belle Ferronnière. Ed è qui che interviene Pietro Marani a raccontarci come Leonardo abbia stravolto il modo di dipingere il ritratto dell'epoca: i suoi personaggi hanno uno sguardo che incrocia il volto dello spettatore, costretto quasi a girarci in tondo, come a voler trasformare un quadro  da bidimensionale a tridimensionale (del resto Vasari diceva di Leonardo che dava "moto e fiato alle figure"). In particolare scopriamo anche che l'acconciatura della Belle Ferronnière, inizialmente chiamata così per un errore di trascrizione, divenne di moda.

Tanti sono i dettagli che emergono dal racconto e che si intrecciano facendo emergere una figura anticonvenzionale, attenta ai dettagli e alla natura, che da mancino scriveva da destra verso sinistra per praticità (i suoi scritti sono speculari)... medico, architetto, Leonardo studia le opere del Brunelleschi per capire come sistemare la "famosa fabbrica del Duomo".

Sgarbi lo definisce un "Dilettante, che segue la propria fantasia e le idee. I suoi dipinti sono mal conservati - si parlerà a lungo del Cenacolo, le cui crepe emersero quasi subito a causa dell'umidità della chiesa - ma non era di fatto un pittore, perché il suo sogno era più grande delle sue opere, il suo diletto era nel funzionamento del pensiero."
Gabriella Pession nel ruolo di Isabella d’Este, marchesa di Mantova presso la Bicocca degli Arcimboldi.
© Giovanni Hanninen per Codice Atlantico
In effetti molti dipinti vengono lasciati a metà, come racconta Isabella d'Este (sorella di Beatrice, sposa di Ludovico il Moro) che, invidiosa dei ritratti delle amiche chiama a Mantova Leonardo, ma il suo ritratto rimarrà solo un ritratto preparatorio a matita.

Paolo Briguglia, nel ruolo del Salaì, dà gli ultimi ritocchi alla sua Gioconda.
© Rita Antonionoli per Codice Atlantico
Il misterioso Salaì
Altri personaggi circondano il Maestro, alcuni sono rappresentati nella statua presente a Milano in piazza della Scala dove sotto Leonardo da Vinci si trovano i suoi puppilli tra i quali spicca Gian Giacomo Caprotti, detto il Salaì o Saladino, la figura più misteriosa che circonda Leonardo (da lui definito "ladro, ostinato, bugiardo, ghiotto"... eppure gli starà accanto tutta la vita, facendo all'occorrenza anche da modello). Venuto a bottega a 10 anni non lo lascerà mai, riceverà in testamento da Leonardo metà della sua vigna (sì, quasi nessuno lo sa, ma a Milano ci sono le vigne di Leonardo, dietro la chiesa di Santa Maria delle Grazie: nel giardino della casa degli Atelani, prossima meta, per milanesi e non, insomma per tutti i curiosi, qui il link). Ma di questa figura si scopriranno tante tante altre curiosità...

Una parte interessante è dedicata al Cenacolo, attraverso il rapporto complicato di Leonardo con il priore, per quanto riguarda la delicatezza dell'opera e gli interventi nel tempo e poi le figure: analizzate una a una, in raffronto ad altri quadri dell'epoca, per capire la potenza di quest'opera molto nota e poco conosciuta in profondità.

E poi l'esilio, da una città all'altra fino al ritiro in Francia, dove Leonardo porterà solo i suoi tre quadri prediletti, e dove morirà ad Amboise nel 1519, lasciando un testamento che suscita perplessità.

La cosa interessante del film è che Leonardo appare solo come voce narrante fuori campo e nei ritratti (per esempio è Aristotele nel famoso dipinto di Raffaello, dove aveva all'incirca sessant'anni) o nelle statue. I registi lo hanno scelto volutamente, per trovare una voce diversa, un tono diverso da dare al film.

Un film pieno, denso eppure leggero (dura 90 minuti). Vedendolo, ho pensato subito che Marco, il mio piccolo inventore di 8 anni e mezzo, sarebbe catturato subito da questo film/documentario perché Leonardo è raccontato attraverso tutta la sua umanità, con pregi e difetti, e la sua grandiosità e il suo mistero...le sue invenzioni e..."Il suo compiacimento di esistere", come ha detto Sgarbi.


Se non vi ho incuriosito a sufficienza, ecco qui il trailer. E, per chi proprio non ce la facesse, o fosse tropppo pigro, tenete a mente che è prevista un'uscita su Rai 3 nel 2017!

Informazioni e sale su www.nexodigital.it e www.leonardothemovie.com

Giuliano Pisapia: il sindaco amico dei bambini

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Ci sono giornate speciali in cui ti senti fiera di appartenere non solo a una sfera di valori ma a una famiglia. Ieri sera è stata una di quelle. Sono stata insieme a un papà amico Giovannij Lucci (ne ho parlato qui), che si candida per il Municipio 3 (capolista Caterina Antola, ne ho parlato qui) al Barrio Alto in occasione dell'apertura della campagna elettorale di Daria Colombo, moglie del cantantautore e artista Roberto Vecchioni. Tra gli invitati c'era anche il sindaco Giuliano Pisapiae sono ancora emozionata per le parole che ho ascoltato, che mi porterò nel cuore e che vorrei condividere con chi avrà voglia di leggere cosa ha detto.
Mi hanno riportato al lontano 2011, quando per l'unica volta, come famiglia, abbiamo accompagnato quello che sarebbe diventato il nostro sindaco a conquistare in modo travolgente Milano, contro ogni previsione. Una campagna fatta di emozioni e affetto, di valori.
Penso di non essere comunque la sola a essersi emozionata ieri sera...


Il sindaco e i bambini

"Una delle prime cose di cui voglio parlare sono i bambini e le bambine. Una delle cose di cui sono più orgoglioso è che recentemente l'Unicef indicato Milano come “La città delle bambine e dei bambini”. Credo che sia una cosa fantastica, che non dimenticherò mai. Perché mi ricordo che uno dei primi passi che mi hanno portato alla candidatura sia stata una domanda posta da alcuni amici che hanno quattro figli, che mi hanno chiesto "perché ti candidi?" E io ho risposto: per loro. Questo riconoscimento, che mi rende felice, è una realtà realizzata grazie al contributo di tante persone che ho conosciuto, tanti bambini e tante bambine con cui mi sono confrontato quasi quotidianamente. E sapete quanto il confronto e l'ascolto siano importanti. 

Se si "crea" una città a misura di bambini, allora la città è a misura di tutti. 

Non so se lo sapete ma il mio pranzo è una banana. In genere non mangio perché altrimenti non riesco a lavorare.
Per me è stata una ricchezza incredibile andare a mangiare nelle scuole (facendo una cosa a quando mi occupavo di giustizia, quando visitavo le carceri). 
Quando vado nelle scuole faccio come quando andavo nelle carceri: non avviso prima. Entravo, chiamavo il direttore, e dicevo sono qua, da solo, sto girando. Questo è stato fondamentale, perché ha impedito che non vedessi le cose che non volevano fami vedere. Ho visto cose tremende.

La politica non è professione ma generosità
Sono stato parlamentare e ho lasciato l'incarico sia come parlamentare, sia ora come sindaco per dare questo segnale: la politica non è una professione ma generosità. 
Vedere oggi in televisione deputati che erano deputati nel 1996, quando ero deputato anch'io, penso che sia una cosa vergognosa. Questa amministrazione, questa città hanno dimostrato che questa non è la strada da percorrere. Al mondo di chi crede alla possibilità di fare politica dal basso e a una cittadinanza attiva.

A pranzo con i bambini
Ora vado in un luogo molto più gioioso e bello, che guarda al futuro, di persone che hanno l'innocenza e non la responsabilità. Con i bambini dunque faccio la stessa cosa: all'inizio era divertente, entravo e le ausiliarie mi chiedevano: vuole parlare con il dirigente scolastico?... Non c'è..  lo chiamo? E io rispondevo: non importa, sono qua, a parlare e mangiare con i bambini ma non è un'ispezione. Voglio venire per capire. 
E' bellissimo perché passo nelle classi, li saluto, poi in fila con loro vado alla mensa, faccio un po' di giochi di prestigio per suscitare simpatia e si divertono da matti (tanto che un mio collaboratore per il mio compleanno lo scorso anno mi ha regalato una scatola di giochi di prestigio).

E poi però parlare con loro, con le insegnanti, con i genitori presenti è stato importante anche per capire se il cibo era buono. Vi assicuro che è buono. Certo, non sempre, può capitare qualcosa che non va.
Poi parlo e cerco di capire con i bambini e mi sono accorto subito di quelli che avevano bisogno di portare del cibo a casa: allora ci è venuta questa bellissima idea del "Io non spreco”, un'iniziativa per cui i bambini se vogliono possono portare a casa pane o frutta che non mangiano. Anche questo è un livello educativo, una "battaglia" che abbiamo fatto a livello di sprechi alimentari. 

I bambini a Palazzo Marino
Un altro momento bellissimo, se posso, è invitare le classi a Palazzo Marino, ci mettiamo in Sala Orologio, che è la sala più bella, ci mettiamo per terra e vi assicuro che è un momento bellissimo perché mi fanno delle domande difficili. E questo è bello, perché mi mettono in difficoltà. Non sono domande preparate."

Ricordo ancora quando, con Andrea nella fascia, come tutti i cittadini sono andata a salutare il mio sindaco a Palazzo Marino. Abbiamo fatto la coda come tutti e gli abbiamo stretto la mano. Andrea è stato un angelo. Marco invece ha vissuto la campagna elettorale dal vivo, sul campo e mi chiede spesso: ma è vero che Giuliano è sindaco di Milano? Sì, Giuliano è sindaco di Milano. Così verrà ricordato da molti bambini.

Mi riserbo di riportare in un altro post un'altra parte di intervento, altrettanto interessante, insieme ad alcuni momenti chiave della serata in cui anche le musiche di Roberto Vecchioni mi hanno emozionata non poco.

Orticola 2016: tra le piante, a sognare...

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Tutti i milanesi sanno che fino a domani 8 maggio ai Giardini Montanelli c'è Orticola, la manifestazione ortoflorovivaistica che sta diventando sempre più un must per gli appassionati non solo di piante ma anche di arredi per esterni.

Ogni anno il calendario diventa più ricco e si creano spazi appositi per bambini come il

Kikolle Kids Corner

ideato dalla vulcanica Federica Zagari

che consente ai genitori di visitarsi con calma la fiera mentre i più piccoli fanno un laboratorio che in tema, seguiti e curati con tutte le attenzioni del caso, (qui la pagina facebookdi Kikolle).

Orticola è una manifestazione pet friendly, dove i cani sono sempre benaccetti (con tanto di ciotole con l'acqua per dissetarli).  

Si moltiplicano dunque le occasioni per non saltare questo appuntamento che riesce a intercettare un pubblico variegato. Le proposte in calendario sono fittissime e quando entrate il programma dettagliatissimo, con tanto di cartina allegata, vi propone i percorsi o le proposte da scegliere. Davvero difficile scegliere...


La mia sarà più che altro una carrellata di immagini. Posso dirvi che a Orticola ogni anno di più, mi metto a sognare, perché oltre alle piante, gli arredi portano a progettare giardini diversi: anche se resteranno per ora un sogno, almeno mi rifaccio gli occhi...

Poiché le foto sono proprio tante, vi chiedo la cortesia, se le troverete interessanti e le vorrete usare (volentieri!), di citare la fonte e avvisarmi. Sarebbe un atto di buona educazione e soprattutto, mi farebbe piacere. Grazie!

Partendo da arredi d'epoca, in cui ci si perde tra stoffe di tessuti grezzi, oggetti stile country o della linea Essential di All'Origine di Imola n.108 (qui sito)




Ci si può perdere tra le varietà sconfinate di agrumi, una delizia per gli occhi (quanti laboratori mi verrebbero in mente con questi frutti a disposizione!!) di Agrumi Lenzi di Pescian.4 (qui sito)


Si rimane incantati davanti a composizioni di peonie

o di fronte alle Bouganvillae e piante mediterranee di Tamoflor di Sanremo n.6 (qui sito)


E mentre si gira e gira la testa per le piante meravigliose che si osservano, per le composizioni in cassette di legno. de Il Giardino di Grignasco (NO), n. 115 (qui sito)

Poi, d'un tratto, si osservano delle bambine che portano delle meravigliose coroncine fiorite, composte con fiori freschi... non fai a tempo a chiedere se puoi fare una foto da dietro che ti ritrovi di fronte un'amica che non incontravi da tempo, con le sue bellissime figlie cresciute... che mi concedono foto di fronte... che dire, che onore, grazie!!
pure la decorazione sul cappello! che fantasia!

E mentre vai a cercare insieme un laboratorio per bambini che sta per partire ti ritrovi a osservare Angela Zaffignani, grande esperta di giardini naturali e birdgardening che sta per parlarne...

Poi ti incanti, di fronte a quelle che sembrano sculture, ma scopri essere camini da esterni dell'artista Alice Mocellin, e sogni ad occhi aperti sperando un giorno di poterle mettere in giardino...

Più accessibili - e fruibili da tutti - sono le proposte di Boscoincittà gestito da Italia Nostra Onlus (qui sito)

che ha messo in piedi un Progetto ricerca sugli Orti urbani nella Città metropolitana

Non fai a tempo e ti ritrovi di fronte a Water Nursery n.33 (qui sito) dove oltre alle piante acquatiche e palustri vedi opere di arredo a forma di papere, cani e piccoli Peter Pan che pescano...

Poi ti trovi l'installazione aerea con suoni musicali...


Ti perdi tra piante e vasi di terrecotte...

Tornando all'arredo da esterni, io che amo le righe non potevo non rimanere affascinata di fronte a questo tripudio di sedute o accessori per il giardinaggio di Stripe You di Certaldo, in provincia di Firenze n.125 (qui sito)  


Poi ti ritrovi circondata sempre da donne con cappelli fioriti meravigliosi...

Approdi all'isola dei garofani...

... e approdi ai variopinti vasi in terrecotte di Alessandra Intellisano, Wonder Art, di Catania, n. 49

Fino a ritrovare il tuo "pezzo forte", uno dei motivi per cui ritorni a Orticola anno per anno,  i francesi di Arrosoir& Persil n.51 (qui sito) che ogni volta ti sorprendono per la varietà di proposte di animali, dalle piccole cince e rondini alle upupe (quest'anno anche formiche giganti... vediamo se notate anche dove sono...) e piante in metallo recuperato. Pian piano mi sto facendo la collezione.
Ho visto anche un bambino piangere perché non si voleva allontanare da questa "papera" gigante che voleva a tutti i costi accarezzare.

Picchi e gufi...
scoiattoli rossi...
i cactus con le farfalle
gli uccelli al nido...
le chiocciole...

ed ecco la formica...(naturalmente solo lei è in vendita...)
Poi di nuovo fiori...

Bellissi cappelli di Verdiana e Beniamina al n.134 (qui sito)

altri uccelli...


... un bellissimo ombrello rosa con telo e altri arredi...


Al n.151 trovi altri complementi di arredo di Borgnolo Maria Grazia e l'installazione aerea e sonora che ha ricevuto una segnalazione per creatività



Poi torni all'arredo d'epoca di Malchiodi Gianmatteo di Castelvetro Piacentino (sito qui)




E infine ti ritrovi ad ammirare la "Fontana delle meraviglie", un "affascinante progetto di design botanico curato dall'architetto paesaggista Silvia Ghirelli, un profondo incontro tra arte e natura"... e rimani a bocca aperta...



Tutto intorno fioriture in vaso... e la varietà di forme e colori.



Di colpo ti ritrovi davanti a Hermès Italie, che organizza laboratori per adulti con le carte.. e ha un apposito hashtag per la manifestazione (geniale!)

Ritornano i colori dei fiori di campo


e le tonalità cangianti di rosa antico in vaso

ancora forme e colori
La varietà di rose


E al n.17Fenix Floricoltura di Besana in Brianza (qui sito), trovi dei papaveri speciali, in tonalità cangiante (da un colore acceso passano a una tonalità più sbiadita).

E ancora varietà di forme quà e là

Meravigliose ortensie multicolori (il colore cambia a seconda del tipo di terreno...) del fiorentino Vivaio Borgioli Taddei (qui sito) al n. 26

Poi altre possibilità verticali...

E il giardino delle rose antiche cinesi della romana S'Orrosan. 21 (qui sito)

Infine, approdi a un progetto della tua città: CityLife al n. 146 (qui sito)
dove scopri un plastico in cui vedi come verranno costruite le abitazioni in progetto associate a spazi urbani che pian piano sono già stati realizzati...
in particolare quella sorta di "trapezio" a sinistra è stato realizzato e io non vedo l'ora di andare a visitarlo.

Poi ritorni alle composizioni di peonie dei Vivai delle Commande n.38 (qui sito)

Si ritrovano altri oggetti interessanti di arredo vintage...

poi piante in cassette, cassette ovunque...

Un utilizzo insolito di un grembiule "targato" Orticola


Per chi ama le piante grasse (cactacee e succulente) qui c'è da perdersi, al cospetto delle "sculture viventi" dall'azienda agricola Stefano Colombo di Casatenovo n. 47 (sito qui)

Infine, sono approdata al n. 55 al Garden Club Milano

Per finire il mio viaggio qui... allo stand 94Talea fiori e piante di Reggio Emilia, dove ho trovato simpatia e cordialità e dove mi sono innamorata di alcune piante... (qui sito)
in particolare di questa pianta sotto (di cui naturalmente ho perso il nome!!)


Per finire, altre meraviglie da osservare, specie per la composizione aerea... non a caso l'azienda si chiama Le Figlie del Vento di Roma (qui sito) legata alle Tillandsia

Composizioni e fiori del Centro Botanico Moutann. 67, in provincia di Viterbo (qui sito)

Di nuovo altre bellissime stoffe ...

E per finire un abito floreale stupendo! Realizzato da Betti Calani... non a caso si occupa di floralwedding...un'idea originale.

A Mammacheblog - MomClass 2016, Nicola Mauri di The Vortex e i suoi consigli su facebook

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Come "un bouquet di matite ben temperate" (cit. dal film "C'è posta per te" ), Mammacheblog anche quest'anno, per quel poco che sono riuscita a seguire, non ha deluso le mie aspettative. Organizzazione impeccabile, accoglienza, disponibilità, rispetto dei tempi, argomenti di alto livello.

A ospitare l'evento era quest'anno un posto molto interessante, che non conoscevo, a cinque minuti dal metro: Tag- Talent Garden Milano Calabiana in via Arcivescovo Calabiana 6 (qui il sito).
Ad aprire la giornata dedicata al MomClass 2016, immancabilmente in verde, Jolanda Restano ideatice di Mammacheblog e responsabile di FattoreMamma, che ha ringraziato i numerosi sponsor che rendono possibile un'iniziativa di formazione gratuita di alto livello per tutti i blogger che lo desiderino, in particolare le mamme.

La parola è passata poi, in sessione plenaria, a Nicola Mauri (qui il suo curriculum) di The Vortex, che dopo una decina di anni nel mondo della pubblicità è passato alla consulenza e formazione in campo digitale e ha fornito gli strumenti per utilizzare facebook (e istagram, di cui non parlerò) in modo professionale.


Inutile dire che sia Jolanda sia il suo staff hanno ripreso in diretta quello che veniva raccontato e sicuramente se andate sul sito e cercate notizie con l'hashtag #mammacheblog potrete ricostruire tutta la giornata e i discorsi essenziali.
Qui, Elisa Salamini, nota non solo per il suo impegno per Mammacheblog ma anche per il sito Mamamò ideato insieme a Roberta Franceschetti (che in contemporanea era al Salone di Torino a parlare di digital).

Facebook: una piazza ancora sconosciuta

Nicola Mauri è partito dal film BirdMan premio oscar nel 2015 (qui un link di approfondimento su Panorama) che vede come protagonista Michael Keaton nei panni di un attore che dopo il successo in gioventù si ritrova pieno di soldi ma senza essere più sulla cresta dell'onda.
Perché siamo partiti da qui? Perché nel mondo è una lotta continua essere rilevanti, nonostante si possa essere bravi. Ok io che ho un piccolo blog sono un puntino nell'Universo di internet... ma questo già lo sapevo ma ne ho avuto la conferma.

Perché allora qualcuno dovrebbe ricordarsi di me? Appurato che produrre contenuti di qualità è la "conditio sine qua non", però questo non è sufficiente per essere ricordati, ma occorre studiare e conoscere bene i dati Audiweb, che non mentono.  
La gente passa molto tempo sui social. Ricordandosi che facebook - vietato in Cina - ha 1 miliardo e 650 milioni di utenti attivi.

Occorrono piani e strategie, in special modo se uno ha una pagina facebook. Mauri è entrato in molti dettagli - che non sto a raccontare, ma vi invito a seguire un suo corso - ma vi riporto alcune considerazioni che mi hanno colpito e che sono citazioni da persone che sanno il fatto loro.

Non sempre le persone di riferimento sono collegate, quindi, come ha detto Federico Ferrazza direttore di Wired, bisogna abbondare con post e parole, naturalmente diversificando il linguaggio.

Ricordiamoci che Facebook non è solo un mezzo per autopromuoversi ma è un brand e si raggiungono risultati sul lungo periodo: quindi bisogna essere presenti sempre e con costanza, per conquistarsi la fedeltà delle persone che ci seguono.

Inoltre, senza i dati siamo solo opinionisti. Quindi le statistiche della pagina, i famosi "insights" possono fornirci molte indicazioni sul pubblico che ci segue, gli orari e altre informazioni utili che bisognerebbe analizzare spesso.

Il contrario di falso

Qual è il contrario di falso? Nicola Mauri ha dato una sua definizione portando a esempio il caso Obama, che mi ha davvero colpito. Non a caso le strategie di comunicazioni del suo staff devono essere impeccabili.

Come ha fatto notare, quando ha vinto Obama, la foto più ritwittata è stata quella dell'abbraccio con Michelle. Ma quando avvengono le elezioni? ... Una bella riflessione su come costruire qualcosa per bene, curando specialmente l'estetica delle immagini e rendendole verosimili. Tutto è studiato nei minimi dettagli nelle foto, anche quelle sotto, che usano colori interessanti (e qui verrebbe in aiuto Renata Pompas, qui il suo link, esperta di colore che appena ti osserva e ti fa qualche domanda capisce dai colori molte cosesu di te).


Naturalmente non bisogna essere troppo perfezionisti altrimenti non si sarà mai pronti a partire, ma si può sempre migliorare e aggiornarsi (con corsi e docenti di tale calibro).

Infine, prima di concludere, Mauri ha citato un caso interessante: Elio (qui link) che intervistato dal  Linus ha parlato dei Ramones un gruppo punk rock famoso alla fine anni 70, e che ha sempre riproposto gli stessi brani. Ascoltando l'intervista Elio ammette la sua passione per i Ramones (unico concerto a cui è andato da quindicenne al Palalido) e dice "dall'inizio alla fine mi sembrava tutto uguale. Allora ho detto "questi sono dei geni". Non conoscevano un minore, tutto in maggiore. L'ignoranza messa lì di fronte a te. Esistono diversi tipi di accordi (DO-MI-SOL) invece loro solo quello!" (qui link l'intervista integrale su youtube).
Hanno capito infatti che, nonostante tutto, la loro musica piaceva e sono rimasti sul pezzo, riproponendo sempre quello che la gente si aspettava da loro.
In soldoni: se hai trovato una formula che funziona continua!

Concludo dicendo che vi siete persi un gran corso... ma vi lascio i riferimenti per seguire Nicola Mauri e cercare i suoi corsi, o iscriversi a un altro Mammacheblog!!

#BCBF16 Amarcord: Istantanee dalla Bologna Children Book Fair 1° parte

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Ha chiuso i battenti anche il Salone del Libro di Torino e io, in ritardo stratosferico, provo a proporre il mio fotoracconto sulla Bologna Children Book Fair di Bologna (#BCBF16), ritardo che mi ha però consensito di riflettere e riprendere le fila di due giorni intensi.
In molti hanno già parlato di tanti argomenti, quindi "vado a nozze", riproponendo anche post di persone che meglio di me possono raccontarvi alcuni aspetti che non sono riuscita, volente o nolente, ad approfondire.
Parlo di Elisabetta Cremaschi, Gavroche, che ha anticipato a febbraio i vincitori del BolognaRagazzi Award (link qui)

Grassa Toro/Pep Carrió, Conquistadores en el nuevo mundo,
Tragaluz editore, Colombia, 2013



Natacha Scheidhauer/Séverine Assous, Génération robots. Le rêve devient réalité,
Actes Sud Junior, Francia, 2015

 Libri dedicati alla disabilità


 Menzione speciale a Orecchio Acerbo!!!
 Opera prima (qui sotto)
Johanna Benz, Pacho Rada, la légende!,
Editions Magnani, Francia, 2015
Gérard Dubois, Enfantillages,  Rouergue, Francia, 2015

 Katsumi Komagata, When the Sun Rise, One Stroke, Giappone, 2015
 Katsumi Komagata, When the Sun Rise, One Stroke, Giappone, 2015


Jean Roussen/Emmanuelle Walker, Beautiful Birds,
Flying Eye Books, Regno Unito, 2015

Cléa Dieudonné, La Mégalopole, L'Agrume, Francia, 2015

Luca Tortolini/Claudia Palmarucci,
Le case degli altri bambini,
Orecchio acerbo, Italia, 2015

E poi, il post di Francesca Tamberlani, che tiene il sito Milkbook (link qui), in splendida forma, che ha affrontato la due giorni con il suo piccolo Andrea (qui sotto la vedete a destra insieme a Laura Pasi, che conduce bellissimi laboratori alla Feltrinelli Duomo di Milano di cui ho parlato qui)

persino la vulcanica Carla Colussi, a tutti meglio nota come Carla Girandola Libraia, ha fatto un post sulla fiera sul suo blog Storie Girandole (link qui).
Insomma, mancavamo solo io e le mie foto.


Raccolgo quindi tanti semini e come il filo rosso di Davide Calì - che grazie a Elisabetta Cremaschi e Kite Edizioni ho intervistato proprio in fiera!  il post lo trovate qui in relazione alla riedizione in italiano di "Io aspetto"- cerco di tirare le fila del discorso... Qui sotto trovate alcune foto dello stand della Kite con le bellissime borse di tela... e un libro a cui sono molto legata (di cui ho parlato qui).

poi lo Stand Babalibri (qui sotto il responsabile editoriale Francesca Archinto)
qui sotto il Postino (tema di un #laboratorioamerenda domenica prossima 22 maggio alla Feltrinelli RED di Milano alle 15.30 insieme a un altro libro che parla di postini, Le Case degli animali di Orecchio Acerbo)

Lo stand di Logos edizioni, con gli albi di Isol (ne parla Marina Petruzio qui su LibriCalzelunghe, su Gigi il giornale dei giovani lettori di Virginia Stefanini qui, Barbara Ferraro su Atlantide Kids qui e  Gavroche qui).

La serie di libri di Gribaudo sul Lupo (di cui abbiamo fatto bellissimi laboratori in Feltrinelli di recente): libri che a un primo sguardo possono sembrare solo per i più piccoli, visti i colori accesi, ma che a uno sguardo più attento possono essere proposti a diverse fasce di età perché trattano temi importanti quali l'accettazione di sé, le emozioni (amicizia) e molto altro.

Ti ritrovi a passare nello stand della Einaudi Ragazzi dove i libri di Gianni Rodari sono disposti come quadri da contemplare... (qui)

Poi ti ritrovi accanto alle novità di Electa Kids, che comprendono accanto a "Mappe" (vincitore del premio Andersen 2013, qui link) "Il grande atlante delle invenzioni" (qui)


E il libro sulle api con tanto di sedute a tema...

Passi allo stand Corraini (qui link) e ti metti a sfogliare non solo i libri ma rimani incantata dagli originalissimi orologi

Lo stand della Cooperativa Equilibri, che ha edito il libro di Aidan Chambers "Il lettore infinito", presentato allo scorso salone di Torino durante un convegno di cui ho parlato qui
 e la sua traduttrice e curatrice Gabriela Zucchini

Lo stand de Il Castoro (sito qui)

 con il libro che ha entusiasmato per mesi il mio piccolo Andrea e di cui ho parlato qui

La fiera è anche fatta di incontri: qui sotto l'editor Paola Parazzoli e l'illustratrice Giulia Orecchia (qui link facebook al suo spazio e qui al suo sito)


Il giornalista Anselmo Roveda, della rivista Andersen, e il bibliotecario Giuseppe Bartorilla direttore della Biblioteca dei Ragazzi di Rozzano (di cui ho parlato in molti post...)
non a caso vicino allo stand di Andersen

Sempre vicino, incontri la scrittrice Daniela Palumbo (ne ho parlato qui) con Giuseppe Bartorilla
andando in giro con Laura Pasi 

con cui siamo andate a trovare la casa editrice triestina Editoriale Scienza (qui link)


Passi vicino allo stand di NPL e trovi i bibliotecari, la "passionaria"Milena Tancredi che difende strenuamente le biblioteche pugliesi, insieme al mitico Franco Fornaroli, direttore della Biblioteca di Melegnano, al quale devo molto sui libri senza parole e non solo...

E ancora mitiche case editrici come Orecchio Acerbo...
 Edizioni Lapis...

Passare dal muro degli illustratori è sempre interessante

Altri piacevolissimi incontri, come quello con Valeria Bodò, di Libricalzelunghe,
o il mitico Sualzo, alias Antonio Vincenzi, (qui sua pagina facebook)

E ancora...





Il contest sui libri senza parole

Lo stand di Bacchileja jr con un libro che adoro che vedete qui sotto tra le mani di Angela Catrani, editor e subito sotto l'autrice Eva Rasano che lo scorso anno ha vinto il premio NPL a Torino con il libro "Con le orecchie di Lupo".

Artebambini

 Donzelli editore

 lo spettacolare (dovete aprire per vedere perché è speciale) "Toc! toc! Dov'è il mio orsetto?"

Passare a sfogliare i libri del grande Roberto Innocenti pubblicati da La Margherita Edizioni

Ti ritrovi al bar per un caffè con amiche libraie de La pulce Curiosa e Spazio Verso
La Pulce curiosa è una libreria per bambini di Treviglio di ElisaBianchi e Martina Cainarca, dove collabora anche Cristina Zeppini (la mitica proprietaria de La Libreria Scaldapensieri in via Don Bosco dove ho cresciuto i miei bambini, ora anche amica di mille avventure libresche). A destra, infine, Ilaria Marinelli della Libreria milanese Verso


Poi c'è la mostra degli illustratori... dove ti perdi tra le immagini





La mostra sui libri che hanno segnato la storia dell'illustrazione... tra cui si riconoscono parecchi albi notissimi...


 Questo albo qui sotto, senza parole, lo abbiamo visto con Andrea alla mostra sui silent alla Biblioteca Venezia (post qui)

 Mitica Pimpa di Altan

 Originale de "Il palloncino rosso" di Iela Mari

 
 "Nella nebbia di Milano", di Munari, scoperto da Rosellina Archinto e la sua casa editrice Emme Edizioni, oggi edito da Corraini.

 "L'onda" di Suzy Lee
Per fare il ritratto di un pesce di Maja Celija






E poi ancora incontri, con Gabriele Clima (con la barba) ...in gran compagnia


Gran finale di serata, prima del rientro a casa, la visita ai Libricalzelunghe, (qui il sito) che hanno presentato la loro rivista, in versione cartacea, "a casa" di Artebambini

Barbara Servidori, di Hamelin
 
Matteo Biagi, del blog Qualcunoconcuicorrere.
Angela Catrani con Federica Pizzi

Carla Colussi scherza con Beniamino Sidoti

c'è voluto un po' per radunarli tutti...

 allora???
 Ok ci siamo!!!



La chiave della felicità: in scena al Teatro La Scala della Vita

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Lunedì 9 maggio scorso, al Teatro La Scala della Vita (qui pagina fb), è stato messo in scena lo spettacolo "La chiave della felicità", esito del Laboratorio di Teatro Sociale "Viaggio Senza Valigia", condotto da Marzia Palmieri e Milena Bonizzoni, in collaborazione conAGPD (Associazione Genitori e Persone con Sindrome di Down, qui il sito e qui dove ne ho parlato in un altro post), grazie al sostegno del Consiglio di Zona 4.
I protagonisti di questa avventura sono: Andrea, Andrea Q., Alessandra, Francesco, Paolo, Sara, Ornella, Kristina, Alessandro, Marta, Valerio e Giorgio.
Ecco il fotoracconto (molte foto che raccontano da solo le emozioni che hanno trasmesso in platea questi artisti in erba).

Dopo il riscaldamento e alcune performance iniziali (trasformarsi a catena da un oggetto a un altro, prima lentamente, poi velocemente e infine secondo le indicazioni indicate da Marzia e Milena)



mentre il gruppo si preparava per lo spettacolo, Marzia Palmieri  e Milena Bonizzoni hanno spiegato lo spirito di questo viaggio lungo nove mesi, frutto di una collaborazione congiunta tra volontari e ragazzi, che ha comportato un lungo impegno sull'ascolto dell'altro, sul silenzio/rispetto reciproco e sulla "perdita di giudizio". Tutti si sono messi in gioco tirando fuori anche la loro paura di sbagliare.

In seguito il gruppo ha lavorato su alcune emozioni, come la rabbia o la felicità, esprimendosi anche attraverso gli strumenti propri del teatro, imparando a muoversi nello spazio e con il proprio corpo.

Da tutto questo è nato lo spettacolo "La chiave della felicità", frutto anche di improvvisazione teatrale, mettendo in scena personaggi fantastici/alter ego che rappresentassero i protagonisti della recita. 
In un reame fuori dal tempo e dallo spazio, il re e la regina vengono messi in discussione perché tutti i "sudditi" sono arrabbiati e questo spinge tutto il gruppo alla ricerca della felicità.
Ed ecco che il teatro tira fuori il meglio delle persone, facendo esprimere ognuno secondo la sua sensibilità e le emozioni provate al momento, con un forte impatto sia sul palco, sia in platea.
Spero con le foto di poterle trasmettere anche a voi.


Ognuno manifesta al re e alla regina la sua rabbia, la sua indignazione...


Ognuno con la danza, il movimento, i gesti...




 Si cerca attraverso un'indovina di trovare la strada...
 ognuno la indica...
 ma non si è mai sulla via giusta.
 dove mai sarà?






 E si va alla ricerca, alla ricerca della luce... o della verità.. o della felicità?? Ognuno si lascia guidare dall'altro seguendo la luce...
 anche il re e la regina...
 
Finché il gruppo cerca altre strade per andare alla ricerca della verità... 

 si tenta anche la strada della "Dea bendata"...



Nulla. Le luci si spengono.
Stacco,
Il popolo e i regnanti si svegliano come da un lungo sogno.

 Tutto sembra uguale e al tempo stesso diverso. la regina cerca di ricapitolare e ognuno prende in mano una matassa di lana rossa, fili che si intricano, parole che si intrecciano e ognuno tira fuori quello che proprio non gli va...







 I fili si sciolgono magicamente.


 Il re reclama giustamente gli applausi
 e ogni attore si presenta
 a suo modo










poi si passa alla lettura dei biglietti che ci avevano fatto compilare all'ingresso, in cui ciascuno scriveva cos'è per lui felicità: tante parole belle come amore e famiglia risuonano tra i versi raccontati.





 Qualcuno è particolarmente emozionato alla lettura del proprio biglietto dedicato a una persona speciale...
 E poi ancora tanta allegria con cui si torna sul palco.






























Marco #assistentexungiorno alla Legatoria Artigiana Fascioli

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Grazie all'Associazione Scuola Stoppani (qui link e qui pagina fb) e in particolare a due mamme speciali, Olivia e Giorgia, che hanno organizzato tutto, 300 bambini, tra cui il mio, hanno potuto partecipare anche quest'anno alla bellissima iniziativa "Assistente per un giorno", che permette ai più piccoli di trasformarsi in panettieri, gelatai, cartolai, parrucchieri, architetti, gioiellieri, librai... Grazie alla collaborazione proficua con un sacco di persone che hanno messo a disposizione parte del loro tempo, i bambini e le bambine possono sperimentare per un giorno cosa vuol dire fare un certo tipo di mestiere.

Marco è già stato fortunato il primo anno, quando insieme a un altro bambino, ha potuto fare assistente poliziotto (ne ho parlato qui): un'esperienza rimasta nel cuore non solo nostro ma anche dei grandi che si sono veramente dati da fare per rendere interessante e istruttiva la mattinata. Dal 2014 al 2016 siamo passati da 200 a 300 assistenti. Un bel traguardo!

Legatore per un giorno
Quest'anno gli è toccato un altro bellissimo lavoro: legatore. Siamo quindi andati alla Legatoria Artigianale di Ermanno Fascioli che lo ha accompagnato passo passo a costruire un libro.
Inutile dire la gioia di Marco nell'imparare a cucire e rilegare un piccolo libretto, utilizzare attrezzature professionali... ora ci riempirà la casa di libri fatti in casa (anche in casa le nostre attrezzature sono più "familiari" e non abbiamo un torchio da professionisti).
Lascio alle immagini parlare da sole di questa bellissima avventura, con una persona generosa e disponibile come Ermanno Fascioli che è stato non solo un maestro ma anche un po' un papà, con una grande pazienza ha portato Marco a capire come imparare la matematica possa essere qualcosa di utile anche nella vita quotidiana.

 Come bucare con un punteruolo...
 come rilegare con il filo
 Marco alla prova...

 I pesi aiutano...
 Libro cucito...
 Poi il libro cucito va tenuto insieme...
E dopo l'esempio si passa a fare, come diceva Munari "Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco"...
Si passa poi alla matematica per capire quanto margine preparare per la copertina con "l'abbondanza" necessaria a ricoprirla con la carta.

 Si misura con metro e si tagliano i pezzi di cartoni che costituiranno la copertina
Poi si va a tagliare e Marco capisce a cosa serve il pedale...
Poi si incolla la copertina ai cartoni: prima Ermanno, poi Marco (con il suo instancabile aiuto)
Si passa a mettere sotto torchio (letteralmente!) i libretti per farli aderire più velocemente alla copertina... prima quello di Ermanno, poi quello di Marco.

 E si controlla intanto se si è incollata bene la copertina ai fogli...
 E si mette sotto torchio anche il libretto di Marco
 La pieghetta d'osso aiuta a separare bene le pagine e stendere meglio la colla...
 Che fatica aprire il torchio per togliere il libro: ci vogliono i muscoli!
Controllo finale con la pieghetta d'osso...
 Et voilà, libro finito!
 Bambino soddisfatto e anche emozionato...

Un sentito ringraziamento per l'accoglienza e la premura alla Legatoria Artigiana Fascioli, di viale Abruzzi 64,


qui trovate la pagina facebook e qui vedete qualcosa di quello che fanno se ne avete bisogno...

A lezione di educazione civica in piazza Lavater con il Clan della Zampa

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Lo scorso 20 maggio i bambini della Scuola Stoppani sono stati invitati dal Clan della Zampa, associazione senza fini di lucro, a conoscere da vicino i cani e scoprire come rispettare i nostri amici a quattro zampe e quali sono le azioni civiche che devono compiere i loro padroni.

Un gazebo informativo ha fornito palloncini e disegni



mentre sul marciapiede sono stati messe scritte che invitano i padroni a rispettare la legge e raccogliere i "ricordini" dei loro cani, visto che la via Stoppani e l'adiacente via Zambeletti (dove si trovano i complessi di asilo nido, scuola infanzia e scuola primaria) sono letteralmente infestate ogni giorno da cacche di ogni forma e dimensione. Peraltro violando la legge (vedi link Comune Milano).


 Sulla cancellata della scuola sono stati appesi i disegni fatti dai bambini e "simbolicamente" i sacchetti di cui dovrebbero dotarsi tutti i padroni di cani per raccogliere le deiezioni canine.



Il gazebo (sono state fornite anche merende a tutti i bambini), ha incuriosito grandi e piccoli


I bambini hanno iniziato a prendere dimestichezza con i cani prima che arrivasse una vera educatrice a fornire alcune informazioni corrette sul comportamento da avere quando si approccia un amico a quattro zampe.






Poi disegni con i gessetti...







Ed ecco l'educatrice, che ha invitato i bambini a prendersi "cura" di un cane a scelta, chiedendo prima al padrone il permesso e chiedendo cosa il cane era in grado di fare.
Poi, scambio, cambio cane e cambio bambino...

























I piccini stavano a guardare seduti sul marciapiede godendosela...

Alla fine a ogni bambino è stato consegnato un foglio con le regole fondamentali della convivenza civile per un buon rapporto con i cani
E foto finale per l'associazione "Il Clan della Zampa": qui la pagina facebook. Grazie e... alla prossima!


Libri folli e bellissimi: una mostra e un libro, edito da Orecchio Acerbo, sui Tolle Hefte di Armin Abmeier, organizzata da Hamelin

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In occasione dei primi venti anni di Hamelin (ne parlerò spero presto) e in concomitanza con la #BCFB16 Fiera del Libro di Bologna, dal 4 aprile al 5 maggio è stato possibile visitare a Bologna, nell’ambito di Bologna Città del Libro per Ragazzi, la mostra "Tolle Hefte. Libri folli e bellissimi", una retrospettiva dedicata al progetto di Armin Abmeier. Il progetto, a cura di Hamelin Associazione Culturaleè nato da un’iniziativa del Goethe Institut Italien, in collaborazione con Orecchio Acerbo e in occasione di LOOK. Germany in Bologna Children’s Book Fair 2016.

Dal progetto all'esposizione a Palazzo D'Accursio
Ho il piacere di aver intervistato Giordana Piccinini, una delle curatrici del progetto per Hamelin, che mi racconta come è "sbocciato il tutto""La mostra è nata perché il Paese ospite della Fiera del Libro di Bologna era la Germania, ma in realtà il progetto risale a un incontro che Ilaria Tontardini, Emilio Varrà e la sottoscritta abbiamo fatto alla Fiera del libro di Montreuil diversi anni fa (Armin Abmeier è mancato nel 2012) e abbiamo avuto il piacere di conoscere di persona Armin Habmeir - ideatore del progetto - che ci ha fatto vedere i suoi libri, i cosiddetti "Tolle Lefte". Da lì è nata una grande passione nei suoi confronti, perché pur non essendo editore, ha creato una collana con grande ardore per testi e illustrazioni e ha realizzato 45 libri per adulti utilizzando una stampa particolare dove i colori "escono" in maniera molto forte.
Si può dire che sia scoccata una scintilla sia per la persona, con una grande passione per i libri, sia per un progetto. Mancava solo l'occasione giusta.
Quando il Goethe Institut ha interpellato Hamelin nell'ambito di un progetto per la Fiera di Bologna l'associazione ha chiesto di poter metter realizzare una mostra dedicata a questo progetto di una vita intera.
Dopo l'iniziale esitazione del Goethe Institut - perché non si trattava di libri per ragazzi - l'associazione Hamelin ha trovato il taglio adatto perché Armin Habmeir è riuscito a raccontare più generazioni - si va da vecchi illustratori tedeschi a giovanissimi - di artisti interessanti e innovativi che hanno segnato la storia dell'illustrazione per bambini: Anke Feuchtenberger, Atak, Volker Pfüller, Henning Wagenbreth, Axel Scheffler, Blexbolex, Kathrin Stangl, Wolf Erlbruch, Rotraut Susanne Berner, Kitty Kahane, Christoph Feist, Moritz Götze, Sophie Dutertre e altri ancora.
Inoltre Hamelin era anche interessata al progetto - raccontare la passione di quest'uomo che ha iniziato a collezionare libri, incontrare artisti e persone a cui poteva interessare il progetto, quindi con una grande voglia di creare una comunità che si esprimeva attraverso la collana di libri.

Azzardo la domanda... Si potrebbe quindi paragonare Armin Habmeir - in piccolo - a una figura come Rosellina Archinto che con la Emme Edizioni nel 1966 è riuscita a far pubblicare artisti portandoli a creare opere per bambini?"C'è questa vicinanza, perché entrambi avevano l'idea di fare una collana di libri di un certo tipo.- mi risponde Giordana Piccinini - Quello che li differenzia, è che lui, oltre ad aver pubblicato solo libri per adulti, ha pubblicato libri sempre nello stesso modo: i librini sono della stessa forma, ognuno ha dentro un poster, ognuno ha colori fortissimi
Nella mostra abbiamo cercato di far vedere la "fucina", di come "artiginanalmente" costruiva un libro, scegliendo un testo, scegliendo un illustratore. Lui parla proprio di comunità di artisti, esisteva infatti un vero e proprio scambio con gli autori.
Questi autori non è che facevano il disegno, lo coloravano e andava in stampa ma dovevi "disegnare" l'illustrazione per ogni passaggio di colore (da 4 a 6): in mostra erano esposte le lastre. Infatti, lui voleva dare questo effetto particolare al libro, non trascurando nessun dettaglio: dal testo all'illustrazione, ai colori e l'opera d'arte diventa alla fine più il libro che l'originale."

Prosegue Giordana Piccinini"Non si tratta di una mostra di originali - anche se erano in mostra anche originali - ma che riguarda il processo di lavoro. Questo è stato pensato insieme a Rotraut Susanne Berner (sua compagna in questa avventura e di vita, autrice tra le più importanti nell’ambito dell’illustrazione tedesca). 
In mostra è stata:
  • esposta la sua biblioteca: cosa leggeva, cosa lo ha colpito, quali sono i libri che lo hanno segnato (abbiamo portato alcuni suoi libri da Monaco) e come alcune tappe lo abbiano influenzato; 
  • messa in evidenza la relazione con gli artisti - le lettere, come nascevano i progetti, la comunità che si era creata in Germania e non solo a Monaco; 
  • fatto vedere il processo di realizzazione dei libri: prendendo un libro di Atakè stato fatto vedere tutto il lavoro di creazione: dai lucidi alla prima stampa fino al libro. Solo nella parte centrale sono stati messi i 45 libri realizzati.
  • L'ultimo pezzo è la realizzazione di un Tollen Hefte con giovani artisti talentuosi scelti tra quelli proposti da artisti che hanno collaborato con Abmeier; ne abbiamo scelti quattro (Paula Bulling, Riikka Laakso, Paul Paetzel, Christina Röckl) che hanno lavorato su un testo inedito di Johann Heinrich Pestalozzi (1746-1827), pedagogista svizzero-tedesco (che traccia 37 ritratti d’infanzia di ragazzi ospitati nel suo istituto di Neuhof).  Si tratta di una lettera che ha inviato ai mecenati dell'epoca con descrizioni di bambini che voleva tenere e istruire.
    Quindi si parte dal passato per arrivare al presente... e al futuro. La mostra voleva infatti sottolineare la vitalità del progetto e la sua capacità di influenza con la presenza in mostra di quattro giovani autori."
Quanto tempo vi ha preso questo lavoro? "Più di un anno."

Ma quando è iniziato tutto ciò?
Nel 1991 Armin Abmeier, che Atak (qui link) definì “l’editore più appassionato del mondo”, inizia un collana di libri unica nel suo genere. Die Tollen Hefte, libretti “folli e bellissimi”.

"I libri sono caratterizzati da una speciale tecnica di stampa offset artigianale che mette gli illustratori di fronte a sfide spesso lontane dal loro consueto metodo di lavoro e dà vita a piccoli e preziosi volumi, dai colori inimitabili, di grandissimo impatto estetico. Centro pulsante dell’esposizione è l’oggetto libro, attorno al quale ruotano gli elementi decisivi per la creazione di ciascun titolo: dall’impronta culturale di un editore dalla mente estremamente aperta alla scelta degli illustratori ed autori, dai metodi di comunicazione del progetto alla stampa come momento decisivo in cui tutto il flusso creativo confluisce."

La mostra ha reso omaggio e fatto conoscere il lavoro e il genio di Abmeier (e quello della sua compagna di vita ), ma ha anche avuto l’obiettivo di evidenziarne l’impatto nell’orizzonte visivo europeo degli ultimi venti anni, con un lavoro a diretto contatto o un’influenza su tre generazioni di autori, nell’ambito del disegno, dell’illustrazione per adulti e per ragazzi, nel fumetto.
Alcuni approfondimenti li potete trovare su: Le figure dei libri (qui), ma anche qui, qui e qui (blog di Rotraut Susanne Berner - si tratta di post dedicati alla fiera).

Rotraut Susanne Berner porta avanti il suo lavoro e come?"Oggi che lui non c'è più, è la sua compagna - che ha lavorato con lui contribuendo con dei Tolle Hefle- che sta portando avanti il suo lavoro: l'ultimo libro lo ha fatto con Nadia Budde (qui link)."
  
Rotraut Susanne Berner ha raccontato la figura di Armin Abmeir e l’importanza del suo lavoro, all’Accademia di Belle Arti di Bologna lo scorso 1 aprile. L’esposizione è stata presentata alla Bologna Children’s Book Fair presso il Caffè degli Illustratori il 4 aprile, con Rotraut Susanne Berner e l’illustratore Henning Wagenbreth. Qui il link agli appuntamenti e qui un articolo su Repubblica.

Il libro di Orecchio Acerbo
"Tolle Hefte. Libri folli e bellissimi" (qui il link) è anche il nome di un cofanetto composto di tre volumetti, pubblicato per l’occasione da Orecchio Acerbo e curato da Hamelin. "Non un corredo alla mostra, ma una parte fondamentale del progetto con cui si è voluto far conoscere questa splendida avventura editoriale, cercando di riprodurne il fascino sulla carta."
Il primo volumetto contiene un intervento critico di Hamelin e un testo autobiografico in cui Abmeier ripercorre la sua passione per la lettura, il rapporto con il libro, la scoperta di alcuni autori che ne hanno influenzato il percorso. Si parte dall'analisi del nome "Toll" (qualcosa di pazzo, fuori dagli schemi, folle e dall'altro canto ciò che ispira meraviglia e stupore, per indicare il bello) "Hefte" (nel suo significato originale significa più quaderno, il fascicolo, non troppo prezioso, piccolo, semplice, famigliare).
Il secondo volumetto è invece interamente dedicato a un’intervista con Rotraut Susanne Berner, che ci fa vivere dall’interno il mondo dei Tolle Hefte dalle origini ai progetti futuri.
"Entrambi i volumi hanno una grandissima presenza di immagini - e non poteva essere altrimenti - ora tratte dai titoli pubblicati, ora da materiali preparatori e inediti, ora da manifesti, locandine, biglietti di invito per mostre e la promozione dei titoli e degli artisti coinvolti."
 
 
"L’ultimo volumetto è un vero e proprio libro illustrato, alla maniera dei Tolle Hefte, con le immagini inedite di Paula Bulling, Riikka Laakso, Paul Paetzel, Christina Röckl, su un testo del 1778 del pedagogista svizzero Johann Heinrich Pestalozzi, di cui Grazia Honegger Fresco ci dà un ritratto tanto breve quanto illuminante."
Come nei Tolle Hefte di Abmeir ciascun libretto contiene un poster.

Chi era Armin Abmeier
Nato a Monaco (1940-2012), ha iniziato la sua carriera come libraio e come promotore di libri. Successivamente, ha lavorato per oltre 20 anni come rappresentante di vendita per gli editori di libri di letteratura ed arte come Steidl, Hanser e Schirmer / Mosel. È stato un grande lettore, esperto di grafica, tipografia e collezionista di libri, e, dal 1991, anche un editore di opuscoli e piccoli libri illustrati, DieTollen Hefte. Come editore di questi “libretti folli e bellissimi” ha lavorato con artisti che hanno fortemente influenzato illustratori e fumettisti delle generazioni successive. Armin Abmeier è stato curatore della Stiftung Illustration e ha ricevuto una menzione speciale al Bologna Ragazzi Award nel 2007. Nel 2010, ha aperto una piccola galleria a Monaco.
 
Rotraut Susanne Berner
Nata a Stoccarda nel 1948, è un’illustratrice ed autrice conosciuta e premiata a livello internazionale. Dopo gli studi di graphic design presso la Fachhochschule di Monaco di Baviera, dal 1977 ha lavorato come freelance nel campo pubblicitario, come graphic designer ed illustratrice. È stata nominata più volte per l’Astrid Lindgren Memorial Award e per il Premio Hans Christian Andersen. Nel 2006 le è stato assegnato il Premio Speciale al German Children and Adults’ Literature per le sue opere complete. Vive a Monaco, dove gestisce la pubblicazione del progetto Die Tollen Hefte, su richiesta del marito Armin Abmeier, inventore e primo editore di questi libri. Quest'anno a Bologna ha ricevuto il prestigioso riconoscimento Premio Hans Christian Andersen (qui approfondimento sul Corriere della Sera).
Qui e quiqui il suo sito e qui il suo blog (questi ultimi in tedesco) alcuni link per approfondire.

Istanbul e il Museo dell’Innocenza di Pamuk, al cinema il 7 e l'8 giugno

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Uscirà nelle sale italiane  il e l'8 giugno"Istanbul e il Museo dell’Innocenza di Pamuk" (qui il trailer), il film diretto da Grant Gee, prodotto da Hot Property Films in coproduzione con Illuminations Films, Venom, In Between Art Film e Vivo film e in associazione con Finite Films e con ARTE France-La Lucarne, distribuito da Nexo Digital.

Scren shot del film. Innocence of Memory 8 ORHAN PAMUK ©G.Gee

Il film è tratto dal romanzo "Il Museo dell'innocenza" dello scrittore turco Orhan Pamuk (Istanbul, 7 giugno1952). Al romanzo, nel 2012 è seguita l'inaugurazione del Museo. Come è scritto nel post del blog Scoprire Istanbul(qui il link di una coppia che lo ha intervistato) "in pochi mesi, il museo è già divenuto una delle mete turistiche più frequentate della città, con diverse migliaia di visitatori, ma - come stabilito dallo stesso Kemal nei colloqui con Pamuk quando, alla fine del libro, gli chiede di essere lui a realizzare romanzo e museo - l’esposizione non accoglie più di cinquanta ospiti alla volta, e, dunque, è possibile godere con tranquillità della particolare atmosfera creata al suo interno."Qui il sito del museo. Qui la pagina facebook.


Orhan Pamuk ©Tommy Fitzgerald
Orhan Pamuk writing Studio ©Tommy Fitzgerald
nnocence of Memory 8 ORHAN PAMUK ©G.Gee
Il film dunque ci racconta come l'immaginazione possa diventare realtà grazie all'impegno di un uomo che ama la propria città e ancora una volta Nexo Digital sceglie di distribuire piccoli capolavori che consentono anche a chi non ha la possibilità di viaggiare dal vivo, di viaggiare sullo schermo, al cinema e poter visitare posti e luoghi (e persone) a volte lontani nel tempo o nello spazio.
L'amore per una donna si intreccia magicamente all'amore per una città, che come racconta lo scrittore si può conoscere e comprendere solo se si vive a lungo in essa.

Innocence of Memory 2  ©G.Gee
Innocence of Memory 4  ©G.Gee
Orhan Pamuk, premio Nobel nel 2006 per la Letteratura - ricevuto perché "nel ricercare l'anima malinconica della sua città natale, ha scoperto nuovi simboli per rappresentare scontri e legami fra diverse culture" - ha deciso di investire i soldi del Nobel in questo progetto ambizioso, realizzando al tempo stesso un romanzo e un museo.

©Tommy Fitzgerald
©Tommy Fitzgerald

Nel film, sarete trasportati nella magia di Istanbul notturna, là dove un tempo c'erano orde di cani che venivano rispettati come custodi della città e perché la ripulivano dai rifiuti. Poi, con la rabbia, sono stati sterminati quasi tutti e ora si vedono vagabondare tra i vicoli solo alcuni esemplari.

Bosphorus ©Tommy Fitzgerald
Il documentario si snoda attraverso un racconto a più voci, quello di Ayala, un'amica della protagonista del romanzo, che ritorna a Istanbul dopo tantissimi anni (dopo il colpo di stato militare del 1980 che l'aveva vista scappare fino al rientro nel 2013) e trova una città completamente diversa e va alla ricerca delle sue radici, dei suoi ricordi e si imbatte nel Museo dell'Innocenza dove ritrova parte della sua memoria. E così, con il suo racconto, quello di alcuni abitanti di notte (un tassista, un raccoglitore di spazzatura...)

Orhan Pamuk ©Tommy Fitzgerald
Orhan Pamuk ©Tommy Fitzgerald
e soprattutto stralci di interviste al premio Nobel (che non ha mai rinunciato a vivere nella città natale nonostante le difficoltà che ha incontrato, come anche quella di essere messo sotto scorta, privandosi in parte della sua libertà), si scopre una città che cambia dal giorno alla notte, che è cambiata nei decenni trasformandosi fino quasi a non riconoscerla più.

Il Museo dell'Innocenza: racconti di oggetti, racconti di vita.
Per ritrovarne il fascino discreto basta entrare nel Museo dell'innocenza di Pamuk, che ci conduce in una vecchia casa di un antico quartiere dove si possono ritrovare tantissimi oggetti, simbolo di una città perduta, cambiata, e al tempo stesso ripercorrere un'amore appassionato e totalizzante, quasi ossessivo, come quello di Kemal per la giovane Füsun (qui il lettore del romanzo, ritrova tutti gli oggetti descritti nel libro pubblicato in Italia da Einaudi).


Qui si ritrovano tutti gli oggetti che Kemal ha conservato e "rubato" sin dal loro primo incontro, a partire dall'orecchino da lei perso la prima volta che sono stati insieme (nel 1974), quello che lui ricorderà come "il momento più felice della mia vita", 
 
Innocence of Memory 32 ©G.Gee
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fino alla collezione di 4213 mozziconi di sigarette, raccolte costantemente e ossessivamente ogni volta che l'ha incontrata (anche quando sembrava averla perduta), per ricostruire il profumo delle sue dolci labbra e rivivere un'ebbrezza effimera.
Innocence of Memory 5  ©G.Gee
 Per ricostruire attimi di felicità, Kemal colleziona giorno per giorno - in modo quasi ossessivo - ogni ricordo di lei, dalla scarpa gialla che Füsun si sfilò nel negozio per prendere dalla vetrina la borsa che Kemal voleva acquistare per la fidanzata, e che fece notare a quel giovane di trent'anni una ragazza bellissima e diciottenne di cui si innamorò perdutamente.
Innocence of Memory 15 ©Ara Güler
Scarpe, vestiti, fotografie in bianco e nero del fotoreporter Ara Güler che raccontano un'epoca,

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Innocence of Memory 29 TÜRKAN ŞORAY  ©G.Gee
i melodrammi turchi in bianco e nero, come gli oltre 200 film di TÜRKAN ŞORAY,

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la magia di oggetti di uso comune (qui in alto le parti del corpo colpite dall'amore e, qui sopra la mappa tracciata da Kemal delle strade di Istanbul da evitare per non incontrare la sua amata).

Il film - e il romanzo - ci insegna che tutti custodiamo nel cuore oggetti che ci portano alla memoria pezzi della nostra vita felice, della nostra infanzia, del nostro passato, che inevitabilmente si intreccia con una città che era diversa e cambia insieme a noi. Del resto, la collezione di oggetti non è altro che una collezione di storie.

Com'è nata la storia
Lo scrittore racconta che ha iniziato a interessarsi dei piccoli musei perché solo lì si può ritrovare la vera anima di una città: cita ad esempio il Museo di Edith Piaf, che riporta alla Parigi degli anni Cinquanta. Suo desiderio era quindi ricreare la stessa atmosfera attraverso un romanzo e un museo, raccogliendo la testimonianza di quello che ormai divenne un amico, Kemal (i due si mettevano davanti agli oggetti e il racconto dell'amico fluiva a volte in modo continuo e ininterrotto, a volte a pezzetti; i due si ritrovavano in soffitta, dove c'era un letto e lo scrittore ha poi ripreso le fila e ricostruito la storia d'amore nel romanzo divenuto ormai celebre dove non si sa quanto la finzione si sia mischiata alla realtà. Ma questa è l'abilità della scrittura).

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Orhan Pamuk racconta anche che gli piace ritrovare le tracce della città vagando di notte, dove può cogliere dettagli misteriosi, atmosfere da sogno (che di giorno sembrano solo "brutture" perché la città diurna è difficile, faticosa). Non a caso quando si entra nel suo Museo l'atmosfera è soffusa e il visitatore è invitato attraverso la voce di Orhan Pamuk a riscoprire quella "malinconia turca":  la magia della case di legno, dei balconi sbilenchi, delle facciate sbeccate, i resti dell'Impero Ottomano che si mescolano alla trasformazione della città rappresentata dai grandi alberghi, dalle grandi strade.

Grant Gee_ ©Tommy Fitzgerald
Grant Gee ©Tommy Fitzgerald
Spiega il regista Grant Gee “Ero consapevole che Orhan aveva immaginato un luogo chiamato Il museo dell'innocenza e nel 2008 aveva pubblicato un grande romanzo con lo stesso titolo. Quello che invece non sapevo era che, due mesi dopo la mia prima visita a Istanbul nel 2012, Orhan avrebbe aperto le porte del vero Museo dell'innocenza. Un museo reale di oggetti reali - i resti e i tesori di un amore tragico che risale a 30 anni prima. Un museo che è diventato immediatamente parte integrante dell'itinerario istituzionale della Istanbul culturale: la crociera sul Bosforo, Santa Sofia, la Moschea Blu, il Grand Bazaar, il Museo dell'innocenza... Un museo reale che è una finzione”.

Non solo a Istanbul l’immaginazione di un grande scrittore è diventata dunque parte integrante dell'immagine stessa della città, ma una delle storie immaginate da Pamuk ha dato origine a un luogo fisico, a un museo vero e proprio da visitare ed esplorare con tutti i nostri sensi. Un tesoro nel cuore di Istanbul: una storia di collezionismo e amore, la celebrazione del potere dell’immaginazione di plasmare la realtà che ci circonda.

Spiega Franco di Sarro, amministratore delegato di Nexo Digital: “Questo è un film strabiliante e penso che la stagione della Grande Arte al Cinema non potesse concludersi in modo più sorprendente: intrecciando cinema, letteratura e arti visive. In questi mesi abbiamo portato sul grande schermo le storie dei pittori più amati, da Leonardo da Vinci a Goya, da Monet a Renoir, e alcuni dei musei più importanti del mondo. Siamo stati nella Firenze rinascimentale e abbiamo scoperto gli Uffizi, ci siamo immersi in quel Tempio di meraviglie che è il Teatro alla Scala di Milano, abbiamo riscoperto le magnifiche collezioni dell’Accademia Carrara di Bergamo ed esplorato i tesori delle Basiliche Papali di Roma. Ora, con ISTANBUL E IL MUSEO DELL’INNOCENZA DI PAMUK, ci spingiamo ancora oltre e ci interroghiamo sull’arte del collezionismo e sulla cultura turca raccontata dal Premio Nobel che ha dato vita al primo romanzo nella storia della letteratura… che è anche un museo vero e proprio”.

ORHAN PAMUK
Orhan Pamuk è nato nel 1952 a Istanbul, dove tutt’ora vive e lavora. Tradotte in tutte le principali lingue, le sue opere sono edite in Italia da Einaudi che ha finora pubblicato: Il castello bianco, La nuova vita, Il mio nome è rosso, Neve, La casa del silenzio, Istanbul, Il libro nero, La valigia di mio padre, Il Museo dell'innocenza, Altri colori, Il Signor Cevdet e i suoi figli, Romanzieri ingenui e sentimentali e L'innocenza degli oggetti. Nel 2006 è stato insignito del premio Nobel per la letteratura. Nella primavera del 2012 Pamuk ha finalmente realizzato il sogno di un progetto decennale, aprendo a Istanbul il Museo dell'Innocenza. Il museo incarna l’omonimo romanzo pubblicato nel 2008. Nel 2014 il Museo dell’Innocenza ha vinto il premio di Museo Europeo dell'Anno.

GRANT GEE
Grant Gee vive e lavora a Brighton, in Inghilterra. Ha realizzato film su anarchici, gruppi rock, scalatori e scrittori. Il suo film sui Radiohead, Meeting People is Easy (1997) ha ottenuto una nomination per i Grammy Awards. Ha anche diretto l'iconico video musicale di No Surprises, uno dei celebri brani del gruppo. Con il film Joy Division ha vinto il Grierson Award per il miglior documentario (2008). The Western Lands è stato premiato come miglior cortometraggio al Banff Film Festival (2008). Il suo film Patience (After Sebald) del 2012, sul capolavoro inclassificabile di WG Sebald Gli anelli di Saturno, è stato presentato in anteprima mondiale al New York Film Festival ed è stato distribuito in sala sia Regno Unito che negli Stati Uniti. Attualmente sta sviluppando il suo primo lungometraggio di finzione, un adattamento da The Lighthouse di Alison Moore.

Le vie del cinema: i film dai festival internazionali dal 14 al 20 giugno a Milano e altro ancora...

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Ritorna a Milano dal 14 al 20 giugno "Le vie del Cinema", una rassegna di film dai festival internazionali: Cannes, Locarno, Venezia e Torino.  
Anteprima: un omaggio a Olmi
Oggi 10 giugno ci sarà un'importante anteprima, dedicata quest'anno al regista Ermanno Olmi. Allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2), a partire dalle ore 16, saranno presentati tre suoi capolavori: Il mestiere delle armi(2001), alle 18 L'albero degli zoccoli (1978) - in versione bergamasca sottotitolata in italiano - per concludere alle 21.15 con Il posto(1961).
Alla conferenza stampa di inaugurazione, coordinata da Stefano Losurdo, segretario di Agis Lombarda (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo),  la figlia Betta Olmi ha ringraziato gli organizzatori per aver dedicato questa rassegna al padre. Per l'occasione è stato presentato un breveteasersull'ultimo lavoro "Vedete sono uno di voi" a cui il maestro si sta dedicando, un omaggio al Cardinal Carlo Maria Martini, a cui il regista era molto legato e che racconta gli ultimi momenti di vita del sacerdote, con spezzoni ripresi dall'Istituto Luce.
Da sinistra Betta Olmi, Enrico Signorelli, presidente Anec Lombardia e Stefano Losurdo, segretario di Agis lombarda.
Betta Olmi ha anche ringraziato gli organizzatori perché per la prima volta ha potuto vedere un piccolo spezzone (per altro molto emozionante) del nuovo lavoro di suo padre, che è così geloso del suo lavoro da non farlo mai vedere in anteprima alla figlia.
Stefano Losurdo haproseguito spiegando che il ricco palinsesto permette ai cittadini milanesi di vedersi al tempo stesso film noti, come l'ultimo lavoro di Ken Loach, premiato con la Palma D'Oro, insieme a piccoli capolavori poco noti ma di grande qualità.
Da sinistra l'assessore alla cultura Filippo del Corno, Stefano Losurdo, segretario di Agis lombarda
ed Enrico Signorelli, presidente Anec Lombardia.
Ha chiamato dunque a parlare Enrico Signorelli, presidente di Anec Lombardia, ha spiegato che hanno tentato di operare scelte di qualità, stando attenti a quello che il pubblico richiede e ha raccontato come ormai le sale cinematografiche stiano acquisendo un importante ruolo di presidio culturale sul territorio. Quindi, al passo con i tempi, ma senza perdere di vista il prodotto culturale di qualità.

Le pagine del Corriere della Sera del 9 giugno scorso dedicate alla rassegna.
Le vie del Cinema 
“Le vie del cinema” è un’iniziativa promossa da AGIS lombarda e Comune di Milano, in collaborazione con Corriere della Sera, con il sostegno di MiBACT, Regione Lombardia, Consolato Generale di Svizzera a Milano, Ticino Turismo e Sky Cinema.

Cannes e dintorni, la rassegna che porta a Milano dal 14 al 20 giugno il grande cinema del Festival internazionale, (47 proiezioni di 25 film in 14 sale cinematografiche) vede anche quest’anno la collaborazione con il Corriere della Sera e con il suo settimanale ViviMilano. I milanesi appassionati di cinema potranno conoscere il Festival e accedere alle tante iniziative in palinsesto attraverso le pagine culturali del Corriere, il supplemento Vivimilano, il sito, il settimanale la Lettura, gli speciali, e la vasta offerta informativa digitale.
ViviMilano
inoltre metterà a disposizione dei lettori alcuni inviti per poter vedere tre film della rassegna:
Sieranevad
Sieranevada di Cristi Puiu (in Concorso)
 
Wolf and Sheep.
Wolf and Sheep di Shahrbanoo Sadat (Quinzaine des Réalisateurs, premio Art Cinema)
 
I tempi felici verranno presto
I tempi felici verranno presto di Alessandro Comodin (da la "Semaine de la Critique")
Di questo ultimo ha parlato anche il produttore Paolo Venzi. Un film - proiettato in anteprima alla conferenza stampa - che parla di un rapporto molto intenso tra uomo e natura, "profondamente intriso di cinema", un'"opera audace". Un racconto di esplorazioni, ricerca di selvatichezza, fuga, evasione, pregiudizio, amore, caccia al lupo... tutta una serie di tematiche che si intrecciano in modo molto interessante (e che ... a me che vado sempre in cerca di un filo rosso - ha fatto ripensare anche all'albo molto interessante "C'era una volta una bambina" che rivisita la classica fiaba di Cappuccetto e il Lupo, edito dai Topipittori, di cui ho parlato qui).
 
Julieta, di Pedro Almodovar.
I, Daniel Black di Ken Loach
Il Festival di Cannes, che anche quest’anno si è distinto per il valore e la varietà dei titoli proposti, sarà presente in questa edizione de le vie del cinema con sei film dal Concorso più il film Palma d'Oro assegnata a I, Daniel Black di Ken Loach, (qui un approfondimento): il Premio ex aequo Miglior Regia BACALAUREAT di Cristian Mungiu, il Premio Migliore Sceneggiatura e Miglior Attore THE SALESMAN di Asghar Farhadi, il Grand Prix JUSTE LA FIN DU MONDE di Xavier Dolan, SIERANEVADA di Cristi Puiu, AQUARIUS di Kleber Mendonça Filho, JULIETA di Pedro Almodóvar.
La pazza gioia, di Paolo Virzì


Dalla Quinzaine des Réalisateurs: il Premio Art Cinema WOLF AND SHEEP di Shahrbanoo Sadat, DOG EAT DOG di Paul Schrader con Willem Dafoe e Nicholas Cage, FIORE di Claudio Giovannesi, LA PAZZA GIOIA di Paolo Virzì, L’EFFET AQUATIQUE di Sólveig Anspach, MA VIE DE COURGETTE di Claude Barras, MEAN DREAMS di Nathan Morlando, NERUDA di Pablo Larraín con Gael García Bernal, TOUR DE FRANCE di Rachid Djaïdani con Gérard Depardieu, TWO LOVERS AND A BEAR di Kim Nguyen.
 
Enclave di Goran Radovanovic.

Rassegna e dintorni
Si aggiunge inoltre alla programmazione la ricca sezione dintorni: il vincitore del 
34° Bergamo Film Meeting ENCLAVE di Goran Radovanovic,

Tokyo Love Hotel, di Hiroki Ryuichi.

dal 17° Far East Film FestivalTOKYO LOVE HOTEL di Hiroki Ryuichi
The Ecstasy of Wilko Johnson di Julien Temple


THE ECSTASY OF WILKO JOHNSON di Julien Temple dal 33° Torino Film Festival; due anteprime nazionali: NAHID di Ida Panahandeh dalla sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2015, uno dei quattro titoli di Nuovo Cinema Teheran, un viaggio cinematografico in Iran, nelle sale italiane dal 23 giugno grazie a Academy Two (vedi sezione sotto), 
Maggie's Plan di Rebecca Miller.

MAGGIE’S PLAN di Rebecca Miller con Julianne Moore e Ethan Hawke, già presentato al Sundance, a Toronto e a Berlino;  
Nessuno mi troverà di Egidio Eronico.

NESSUNO MI TROVERÀ di Egidio Eronico, uno dei documentari dell’iniziativa FICE, Racconti Italiani e un omaggio a Studio Azzurro con proiezione del film FACCE DI FESTA e di video inediti.


La parola all'assessore alla cultura
Come ha ricordato l'assessore alla cultura Filippo dal Corno, anche quest'anno il Comune di Milano ha contribuito a realizzare l'iniziativa (qui il link alla notizia dove sono riportate anche le informazioni pratiche per visionare i film o accedere al servizio card che consente sconti a chi volesse vedere più film).

Anche l'assessore ha sottolineato come le sale cinematografiche siano un elemento prezioso, che hanno un valore culturale e di presidio sociale. Precise risorse sono state impegnate per iniziative di qualità. In particolare, ha ricordato come il Comune abbia acquistato lo Spazio Oberdan (vedi notizia qui), che verrà ristrutturato per offrire cultura a 360°. Una specie di cittadella del cinema, con servizi accessori. Ha anche spiegato che se verrà approvata la nuova Legge sul Cinema del Ministro Franceschini, ci sarà un investimento su tutta la filiera del cinema di 400 milioni di euro, di cui una parte andrà per ammodernare e ristrutturare le strutture. Come si legge nel comunicato ufficiale del Comune del 26 maggio scorso (qui) "Lo Spazio Oberdan resterà luogo dedicato all’arte del cinema. La Giunta comunale ha infatti approvato le linee guida per la sottoscrizione dell’accordo tra Comune di Milano, Città Metropolitana e Fondazione Cineteca Italiana, che garantirà fino al 31 dicembre 2019 la salvaguardia della funzione pubblica e culturale dello Spazio Oberdan."

Le vie del cinema ha comportato una spesa di 220mila euro, di cui una parte verrà coperta dal Comune (80mila euro), una parte grazie a Sky Cinema, mentre il resto, il 55%, si pensa - come in passato - di ottenerlo attraverso introiti dei biglietti.

Info pratiche
Il programma completo della manifestazione è disponibile online su leviedelcinema.lombardiaspettacolo.com e su https://www.facebook.com/agis.lombarda.
BIGLIETTI E CINECARD (acquistabili anche online)
Biglietto intero 8,00 euro
Cinecard (non più di due biglietti per film): 27 euro (valida per 6 ingressi); 48 euro (valida per 12 ingressi)
INFO: AGIS lombarda 02 67397825 – info@agislombarda.it – lombardiaspettacolo.com
Il trailer de Le vie del cinemaqui.

Nuovo Cinema Teheran, dal 23 al 30 giugno
Per questo, tra le proposte, c'è anche "Nuovo Cinema Teheran", in sala dal 23 giugno, quattro film, tre opere prime e una conferma, realizzati da giovani registi iraniani provenienti dai più importanti festival internazionali. Un mercoledi di Maggio di Vahid Jalilvand, in Concorso nella sezione Orizzonti all'ultima Mostra del Cinema di Venezia (dove ha vinto il Premio Fipresci). Nahid, della regista Ida Panahandeh, Future Promising Prize al Festival di Cannes 2015,A Girl Walks Home Alone At Night, di Ana Lily Amirpour, con protagonista una ragazza vampiro, presentato al Sundance Film Festival e il nuovo film divertente e avventuroso di Mani Haghighi, A Dragon Arrives!, presentato in Concorso alla 66esima Berlinale.
Il 23 giugno arriverà al cinema Un mercoledi di maggio, il 27 Giugno Nahid (versione originale sottotitolata), il 28 Giugno A dragon arrives! (versione originale sottotitolata) e il 30 giugno la versione italiana di A girl walks home alone at night.
Come ha spiegato  Alessandro Giacobbe, di Academy Two  sarà possibile avere un quadro del panorama molto fertile del cinema iraniano, avendo la possibilità di vedere quattro film completamente differenti, due che trattano la sociologia iraniana e le problematiche familiari, due "fuori dagli schemi", che trattano più temi fantasiosi.

Milano città amante del cinema d'essai

Mimmo (Domenico) di Noia, presidente della Fice, (Federazione italiana cinema d’essai) è intervenuto spiegando che in estate c'è sempre un "gap" di film interessanti fino ad arrivare al Festival di Venezia. Ha ricordato come Milano sia una delle città più cinefile d'Italia e quindi saranno messe in atto iniziative collaterali per soddisfare le esigenze di chi richiede film di qualità. Ha citato per l'omaggio all'esperienza ormai quarantennale di Studio Azzurro di cui c'è una mostra a Palazzo Reale aperta fino al 4 settembre (Appartamenti del Principe, Sala delle 4 Colonne, Sala delle 8 Colonne, Sala delle Cariatidi) dove si susseguono videoambienti, ambienti sensibili (videoinstallazioni interattive) e sale di videodocumentazione del vasto corpus di opere realizzate da Studio Azzurro dal 1982 a oggi.

"Il formicaio", di Jitka Petřeková e Tomáš Tůma, Editoriale Scienza: l'affascinante mondo delle formiche

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Sono grata alla Biblioteca dei Ragazzi di Rozzano per avermi fatto scoprire "Il formicaio", di  Jitka Petřeková e Tomáš Tůma, edito da Editoriale Scienza (qui il link), un libro che mi era sfuggito in catalogo e che ha catturato subito la mia attenzione. Sarà perché sto tornando ad appassionarmi di animali, sarà perché i miei due bambini stanno scoprendo sempre più la natura, sarà, in particolare, perché quello di cinque anni è letteralmente affascinato da tutto quello che di piccolo gli ruota accanto, che abbia sei o otto zampe o anche centinaia... 

Ho provato a lasciare che fosse lui per primo a scoprire il libro (in realtà era così entusiasta che ha iniziato a sfogliarlo prima di chiedermi di leggerlo, come di solito accade) poi lo abbiamo guardato insieme.


Come in ogni settore, c'è sempre da imparare, anche per un'appassionata come me che però se ne intende di più di vertebrati, avendo fatto una tesi sulle testuggini di terra, ma è poco preparata al mondo dei cosiddetti invertebrati (che occupa la maggior parte del pianeta... eppure...), tanto da avere un pool di esperti/e da consultare alla bisogna.


Sarà per questo motivo, o per la semplicità e immediatezza di immagini e dei contenuti, peraltro molto ben fatti, che questo libro ci ha subito conquistati. Come avete visto il volume è diviso in due parti: il mondo delle formiche e Benvenuti nel formicaio!



Il mondo delle formiche
In questa prima parte con molta semplicità e chiarezza i bambini (e anche gli adulti) imparano tutti i componenti del formicaio e il ciclo di vita. Per esempio, non sapevo che una formica regina potesse vivere fino a 20 anni!!! Ognuna è disegnata con le sue caratteristiche ed elementi che provengono dall'immaginario comune per aiutare i più piccoli a distinguere facilmente i ruoli. C'è il maschio (con il cappello e le ali, pronto a partecipare al volo nuziale), la regina (con ali e corona), la guardiana (armata di tutto punto), la balia, la costruttrice, che si occupa di tenere in ordine il formicaio e costruire le gallerie).

Poi si passa a una breve descrizione delle formiche più comuni (certo, essendo le specie conosciute 12mila non si poteva certo pretendere di conoscerle tutte!) o più affascinanti. Per esempio, ho scoperto che la fantomatica formica rossa ha un pungiglione atrofizzato (quindi non funzionante) sulla punta dell'addome (la parte "retrostante" dell'animale) che però è in grado di spruzzare il famoso "acido formico", che provoca quei fastidiosi pruriti e arrossamenti, fino a una distanza di 30 metri (e se disturbata, quindi il consiglio è non avvicinatevi!).

Si passa poi al volo nuziale e alle notizie curiose, per scoprire quanto queste creature che spesso vengono schiacciate impunemente siano invece preziose per il terreno, perché lavorando gallerie sotterranee che ventilano bene, in realtà contribuiscono a renderlo areato e in salute. Inoltre, cacciano insetti dannosi ed eliminano le carcasse dal suolo, contribuendo a mantenerlo pulito. Insomma, vere e proprie custodi del suolo (insieme ai lombrichi!). 

Si finisce con i record di forza e prestanza (a loro Superman fa un baffo!).

Benvenuti nel formicaio!
La seconda parte è molto interattiva, perché costruita in modo da penetrare nei vari "strati" del formicaio e scoprire tutti i componenti (dalle guardiane e dalle formiche costruttrici alla regina e alle balie più all'interno), dove stanno e cosa fanno. Ci sono finestrelle da aprire e altre curiosità da scoprire.

Ogni pagina è dedicata a qualcosa: per esempio la dispensa di cibo

o la nursery dove sono tenute a balia prima le uova (contate una a una) prodotte dalla regina (una pagina è proprio dedicata a lei, poi le larve nel loro bozzolo, infine le pupe che vengono nutrite (non allattate come dico nel video!!) che si trasformano quasi sempre in operaie e ogni tanto in maschio alato o femmina alata (una volta all'anno) che daranno origine a un nuovo formicaio con una nuova formica regina.
Naturalmente esiste anche "la scuola" delle formiche, dove apprendono che cibi andare a cercare e come tenere ben areato il formicaio.

Nel libro si scopre anche che uno degli insetti preferiti dall'uomo (la coccinella) è in realtà molto temuto dalle formiche perché si mangia gli afidi che producono la famosa "melata", ricca di dolce, ottima fonte di energia. Un mutuo soccorso dunque: le formiche proteggono gli afidi e questi le ricambiano con dolcezza.
Le formiche, infine, allevano anche i funghi. Insomma, il formicaio (alto fino a 5 metri) è un vero e proprio microcosmo interessantissimo, tutto da scoprire.

E ora, chi glielo dice ad Andrea che della stessa serie è uscito anche il libro sull'Alveare?

#MDL2016 Racconti dal Festival Mare di Libri di Rimini: Marie-Aude Murail intervistata dai ragazzi di "Qualcuno con cui correre"

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Sabato 18 giugno sono arrivata a Rimini giusto in tempo per seguire un incontro che agognavo da tempo, quello con Marie-Aude Murail, un'autrice francese molto nota, ora residente a Orleans, intervistata per l'occasione a Mare di Libri (#MDL2016, qui il sito, qui la pagina fb) dai ragazzi del gruppo fiorentino "Qualcuno con cui correre" coordinato da Matteo Biagi (qui il link al sito e qui alla pagina fb).
Matteo Biagi, coordinatore del gruppo "Qualcuno con cui correre".


L'autrice si presenta e spiega perché è a Mare di Libri

 
 Marie-Aude Murail si è presentata al pubblico salutandoci con un "Ciao" e specificando che non sapeva l'italiano ma che era affiancata da un'interprete Martine (meravigliosa anche se si è definita "Non sono una traduttrice ufficiale"). Ha esordito dicendo Questa mattina ho pensato a voi: di solito quando viaggio intorno al mondo porto sempre con me un piccolo carnet porta fortuna. C'è una foto di Mare di Libri. Magari alcuni di voi si riconosceranno in questa foto (e la mostra)
Mare di libri è un posto diverso.

Ho letto questa mattina in albergo questo articolo sul teatro, in cui si raccontava che un giornalista si è trovato nel Teatro de la Huchette a Parigi, dove vengono recitati da anni gli stessi componimenti di Eugène Jonesco. Era l'ennesima rappresentazione di una pièce "La lezione". Il giornalista era andato con sua moglie e si è trovato da solo a teatro perché un gruppo ha annullato la prenotazione. 
C'erano solo due spettatori in sala e tre attori sul palcoscenico. Cosa facciamo? Si sono detti gli attori? Hanno recitato  con tutto il cuore e dal canto loro gli spettatori hanno riso di gusto. 
L'articolo finisce così (lo legge) "È stata un'esperienza strana ma piacevole, che ha dimostrato che il persistere della nostra società si deve alla gratuità totale. Chi ha recitato non ha guadagnato nulla, ma è possibile che questa serata "bizzarra" sia stata la più bella esperienza della loro vita e della loro carriera. Uno stato di grazia. Per noi è stato così. Disinteresse (all'aspetto materiale), gratuità dello sforzo, assenza di ricompensa, nessun guadagno, eravamo in un altro mondo!"
Murail ha proseguito raccontando come è stata coccolata e seguita in modo totalmente gratuito e appassionato da Sofia, 19 anni, una volontaria che ha aspettato per diverse ore il suo aereo in ritardo, poi ha passato oltre due ore nel traffico tra Bologna e Rimini, e siccome aveva molta fame le ha fatto attraversare tutta la città per trovarle dei panini, l'ha ha accompagnata all'albergo. Intanto si era fatto tardi, erano le dieci di sera, e lei non aveva ancora mangiato. Mentre vagavano per le strade di Rimini le ha confessato che sarebbe stata volontaria per l'ultimo anno, perché è troppo grande. La settimana prossima avrà un esame importante (maturità) ma comunque ci teneva ad esserci.
Mi ha detto"Non potevo fare diversamente. Dovevo essere qui". Non le ho chiesto perché. Era gratuito "that's for free". Voi potete entrare pagando 3 euro, per consentire a noi scrittori di dormire e mangiare. Vi ringrazio per questo. 
Ma qui è uno dei pochi posti al mondo in cui vengo senza farmi pagare. Perché? Perché non posso fare diversamente! Bisogna dimostrare alla nostra società che non facciamo sempre le cose per aumentare il PIL. E quindi è per questo che Mare di Libri è il mio portafortuna.


L'intervista con Qualcuno con cui correre
Una ragazza fa una breve presentazione del gruppo Qualcuno con cui correre spiegando che vedremo parte della redazione del sito, una ventina di ragazzi in tutto, di cui una decina è approdata a Rimini siamo una decina. Ha ringraziato lo staff di Mare di Libri per questa grande opportunità di presentare l'autrice, una delle più conosciute nel campo dell'editoria per ragazzi, di cui Giunti ha pubblicato quasi tutti i titoli, dall'ultimo: 3000 modi per dirti ti amo a Oh boy fino a Mio fratello Simple.
Subito un complimento da parte dell'autrice "Una cosa che amo dire che i giovani italiani sono a proprio agio con la lingua orale a dispetto dei francesi, più concisi."
Si parte con le domande... pronti... via.

Nella chiacchierata di oggi passeremo da un romanzo all'altro attraverso i temi e riferimenti della sua narrativa. Ma prima, per scaldarci, volevamo farle una domanda che poniamo sempre agli autori che incontriamo: perché scrivere e in particolare perché scrivere ai ragazzi?
Murail:Hai tutta la giornata a disposizione? 
Scrivo per essere letta; e preferisco essere letta dai ragazzi. 
Quando scrivo ho bisogno di pensare a qualcuno e mi aiuta molto pensare a un ragazzo o a un adolescente. Ho come l'impressione di scrivere meglio, con più efficacemente e con il cuore.

Il suo ultimo romanzo pubblicato in italia è 3000 modi per dirti ti amo nonché la storia di tre ragazzi che grazie al teatro riescono a trovare il loro posto nel mondo e dunque il teatro è il quarto grande protagonista del romanzo, con tutte le sue componenti, gesti, parole, sfaccettature, coinvolgimento intellettuale. Potrebbe presentare brevemente il libro tracciando un breve quadro dei tre ragazzi e del professore?

Murail: Mi piace molto raccontare storie di vocazione. In Nodi al pettineè la vocazione di parrucchiere, in Cécile- Il futuro è per tuttiè la vocazione di diventare maestra, in 3000 modi di dire ti amoè la vocazione dell'attore. 


La voglia di scrivere questo libro mi è venuta incontrando un giovane attore che ha interpretato una serie "Mio fratello Simple": mi ha detto che quando era a scuola non capiva chi avrebbe voluto diventare. Si annoiava. Poi un giorno un giorno il professore di letteratura francese li ha portati a vedere uno spettacolo alla Comédie Française. Così ha scoperto che sarebbe divenuto un attore. 

E questo è anche l'inizio della mia storia. 

Si tratta di tre giovani che non si assomigliano per niente: Chloè che ha dei genitori molto borghesi che la tengono chiusa nel suo guscio, un' po' secchione che ha sempre paura di tutto; Bastien i cui genitori hanno un negozio e non si sono mai occupati di lui tanto che è soprannominato "il figlio della drogheria"; poiché ha visto i genitori ammazzarsi per il lavoro si è fatto una promessa: di non lavorare mai. Infine, c'è Neville, che si chiama così perché sua mamma che fa la donna delle pulizie, ha visto una soap opera inglese in cui il protagonista si chiamava Neville e ha deciso di chiamare in questo modo il figlio (che si sarebbe potuto anche chiamare Kevin o Steve, tutto sommato è stato fortunato!); è un ragazzo che si fa le canne e ha una vita dissoluta. 

E poi un giorno il professore porta i ragazzi a vedere Il don Giovanni di Molière e in quella bellissima sala di teatro con tutti gli addobbi dorati e i tendoni di velluto rosso, il sipario si alza. 
C'è da dire che durante la rappresentazione i tre ragazzi si sono anche un po' annoiati. 
Solo l'indomani iniziano a sognare il teatro: Chloè vorrebbe essere in scena, subire una metamorfosi e far piangere i suoi genitori; Bastien vorrebbe invece far ridere il pubblico come Sganarelle e Neville sogna di essere Don Giovanni.È l'inizio di una triplice vocazione.
Sono ragazzi che non avrebbero più dovuto incontrarsi e invece si ritrovano nello stesso conservatorio per preparare lo stesso concorso per diventare attori. Il signor Jeanson farà interpretare loro solo scene d'amore: tremila scene d'amore.
Finiranno con il dirsi ti amo? 
Non vi dirò alla fine chi amerà chi. (applauso)


I grandi classici del teatro sono riferimenti onnipresenti nel romanzo, tanto che ogni capitolo ha come titolo una citazione da una pièce teatrale. 
Un altro suo romanzo che guarda esplicitamente ai classici della letteratura è Miss Charity, dichiaratoun altro dei capolavori della letteratura anglosassone. Desiderava avvicinare i giovani ai classici? Può la letteratura per adolescenti porsi questo obiettivo? O magari deve, secondo lei?
Murail: Non è solo la letteratura per adolescenti che si deve porre questo obiettivo ma anche tutti gli adulti che amano gli adolescenti, che hanno voglia di trasmetter loro qualcosa. Ma questo è possibile solo se: vi conoscono, vi apprezzano, vi amano, se si interessano alla vostra cultura. È uno scambio: 50/50. Penso che sia un mio ruolo/compito non solo mio di scrittrice, ma anche di ogni adulto. 

Se non fossi stata scrittrice sarei diventata maestra. (applauso)



Ma bisogna essere consapevoli che la cultura è qualcosa che viene proposta in maniera sbagliata, come se fosse un cimitero di autori morti. Ma è invece il nutrimento di persone vive. Se volete essere una generazione creativa dovete essere una generazione colta.


Un grande scrittore italiano, Italo Calvino, ha detto che un classico è un libro che non ha mai finito quello che ha da dire. Pensa che questa definizione possa adattarsi in futuro ai suoi romanzi?
Murail: Quando ero piccola e facevo catechismo mi avevano insegnato un "trucco": l'eternità. Non ci credo. Ma vorrei lasciare una piccola traccia. Come le stelle cadenti, che lasciano la scia prima di morire. Sarebbe sufficiente. (applauso)
Carla Colussi, la scrittrice Giuliana Facchini e Angela Catrani (prima e ultima, inviate di LibrieCalzelunghe)


Vorrei riunire in una panoramica sintetica tre dei più celebri romanzi di Marie-Aude Murail: "Oh boy", "Mio fratello Simple" e "Nodi al pettine". Al di là del fatto che ovviamente ognuno di questi tre romanzi ha la sua specificità, troviamo che abbiano un argomento che li accomuna. Infatti, ognuno dei tre personaggi trova accoglienza e condivisione in un ambiente diverso dalla famiglia. A loro modo sono quindi si tratta di tre romanzi sul concetto di famiglia.
Murail: In famiglia si gioca tutta la partita: le cose più importanti che impari, i sentimenti... 
La famiglia deve essere ambivalente: ami tuo fratello ma ne sei geloso; moriresti per tua madre, ma quanto può essere "pallosa" ogni tanto. Se non impari questo in famiglia e non impari ad accettarlo, avrai difficoltà nel trovare il tuo posto in società. Proprio nella famiglia impari a esplorare tutta la gamma e la complessità di sentimenti ed è un lavoro lungo. 
Quando si è piccoli il papà e la mamma sono come delle divinità. 


Quando si diventa adolescenti sono gentili e cattivi, come se il mondo fosse diviso in due, ma sei tu quello spezzato a metà. Questo lo impari pian piano, prima in famiglia, poi con gli amici. Una delle cose che si imparano attraverso l'amicizia è il tradimento. Ci sono sempre due facce della medaglia. E se non vuoi essere un disadattato, un violento, teorico, devi accettarlo. E' un lavoro che imparerai a fare in famiglia. (applauso)

Come abbiamo detto spesso i temi dei suoi romanzi sono considerati forti, come la malattia, l'handicap, la violenza famigliare, gli stereotipi o l'omosessualità.Però nella sua scrittura è sempre presente l'ironia come filtro, che mette come una distanza tra le scene più drammatiche e il lettore. 
Quanto è importante per lei che il lettore sorrida al momento della lettura del suo romanzo?
Murail:è una protezione, ma è anche qualcosa che si impara. In un primo tempo avverto delle sensazioni che mi fanno soffrire. Ho dovuto sempre lavorare su me stessa per capire in quello che mi capitava quel che c'era di divertente, trovare un lato positivo della faccenda.  

Penso che sia stata mia madre a farmi questo regalo. Mi diceva sempre che le due parole più importanti della lingua francese sono "amour" e "Humour": l'amore e l'umorismo. L'amore può essere qualcosa di insopportabile, l'umorismo è la chiave per sopportarlo. (applauso)




Parliamo ora di un altro romanzo "Cécile" (o "Vive la République" in francese), probabilmente uno dei suoi romanzi più impegnati che parla di una maestra al suo primo incarico alle elementari. Questo libro tratta temi molto importanti e attuali quali la globalizzazione, la speculazione e il razzismo verso gli immigrati. 
Da quale spunto è nato il romanzo e sopratutto, secondo lei di quante Cécile hanno bisogno le scuole europee al giorno d'oggi quando c'è questo problema urgente e attuale dell'integrazione?
Murail: penso che tutti conoscano la storia del Colibrì. Un grande incendio si è sviluppato nella foresta tropicale e il colibrì che è un uccello piccolissimo prende delle gocce d'acqua da un fiore e le getta sul fuoco. Tutti gli altri animali della foresta gli dicono che non servirà a niente il suo gesto. 
E con voce diversa (da attrice) aggiunge:Si ma almeno io sto facendo la mia parte. (applauso)

Adesso vorremmo parlare delle scelte degli scrittori in merito alle scelte dei finali per i ragazzi. Molti adulti pensano che nel finale debbano trasmettere un messaggio positivo mentre molti giovani lettori ritengono che il lieto fine sia una protezione non richiesta da parte degli adulti. Ci pare che nei suoi libri ci sia un equilibrio tra l'onestà intellettuale di non nascondere le amarezze dell'esistenza e al tempo stesso di dare un po' di speranza.Che ne pensa?
Murail: c'è un concetto psicologico molto forte in cui io credo fortemente: la resilienza. (applauso)

Ci sono persone che durante l'infanzia o l'adolescenza hanno vissuto dei traumi ma nonostante questo, grazie forse a un incontro fortunato o a una persona che li ha ascoltati sono riusciti a resuscitare. Si potrebbe chiamare "un meraviglioso malore". Ogni tanto dico alle persone che incontro che bisogna saper fare dell'infelicità la propria felicità. Prima di venire da voi ho letto un'intervista di un attore che si chiama François Cluzet che ha recitato nel film "Quasi amici" (Intouchables in francese, qui il link). Nel film recita la parte del miliardario tetraplegico. In questa intervista parla della sua infanzia: la madre lo ha abbandonato a 8 anni, l'ha lasciato con il babbo che aveva altri tre figli ed era commerciante. Ha vissuto un'infanzia che fa pensare a Dickens e suo padre diceva che non aveva il diritto di piangere. E un giorno è andato a teatro e ha visto persone che piangevano e che facevano piangere il pubblico che li applaudiva. Da quel momento si è detto: diventerò attore. È stata la sua resurrezione: è diventato attore. 
Però anche se uno è resiliente quando uno ha subito tante angherie durante l'infanzia riporta delle cicatrici
In età adulta si è messo a bere. Quasi amiciè stato quasi come una seconda resurrezione. Si è reso conto che le persone potevano amarlo. Ha dato loro qualcosa che li rendeva felici.
Penso che ci siano più chances di essere resilienti e di "rinascita" nel corso della nostra vita. 
Ho la speranza molto forte in me, non sono ottimista sono "volontaria". (applauso)

Mi permetto di farle una domanda più personale: ci permette di entrare nella sua "officina letteraria" e sapere da cosa nasce un romanzo, se esistono dei luoghi particolarmente consacrati da cui nasce l'ispirazione, quali sono i suoi segreti che hanno portato alla creazione di romanzi così belli?
Murail: per cominciare la penna e il bloc notes. Questo l'ho scritto in albergo stamattina, quest'altro (fa vedere i fogli) in aereo. Non c'è un posto prediletto (scrive ovunque!). Non ci sono momenti particolari, bastano una penna e un foglio. Ma soprattutto, quando inizio a vivere con i miei personaggi, ci vivo di giorno e di notte: mio marito ci è abituato (applauso).


Ci può anticipare qualcosa sul prossimo romanzo che leggeremo in Italia?
Murail: devo chiedere a Giunti! L'ultimo che è uscito in Francia si chiama "Sauveur & fils" sarà difficile da tradurre. Si tratta di uno psicologo che viene dalle Antille francesi, grosso un metro e novanta, ha un bambino di 8 anni Lazzaro (come quello della Resurrezione). La mamma è morta. Abitano nella mia via a Orleans, in una casa divisa in due: da una parte c'è la vita della famiglia, dall'altra la stanza dello psicologo. Quando il bambino torna a casa da scuola, tutto solo, una sera, si annoia e vuole essere vicino al papà. Sa di non avere il diritto di varcare quella soglia che fa da confine tra un mondo e l'altro. In punta di piedi si avvicina. Lo studiolo ha due porte: una è nascosta da una tenda che non è chiusa per bene. 
Il bambino si avvicina e sente la voce del padre. Allora si siede contro il muro e si mette ad ascoltare. Dall'altro lato c'è una ragazzina che si è fatta dei tagli (autolesioni). Il bambino guarda su google di cosa si tratta e scopre un mondo, meravigliosamente inquietante e tutte le sere tornerà ad ascoltare. Il martedì si tratta di fobia scolastica, il mercoledì di un bambino che a nove anni si fa ancora la pipì a letto, il giovedì si tratta di una donna scappata con un'altra donna, e che ha lasciato il marito e i tre figli. Per lui è come seguire una serie televisiva. Ritorna ogni sera per vedere come va a finire, per sapere il seguito di tutte quelle storie. Il lettore si trova nella stessa posizione del bambino: origlia alla porta con lui. Siete dei voyeur. Questo è un primo "episodio" perché alla fine del libro lo psicologo non ha finito di curarli. Ci sono alcune terapie che continueranno. Ho già consegnato la seconda serie e sono alla terza stagione.  (applauso)


Domande dal pubblico
Perché in "Oh boy" all'inizio non si capisce bene qual è il protagonista?
Murail: perché non c'è. Per me non esistono personaggi secondari. 
A te piacerebbe essere un personaggio secondario? Io penso che nessuno vorrebbe esserlo. 
Tutti i miei personaggi, quando entrano in scena, vogliono tutta la luce possibile. Non ci sono eroi e non ci sono personaggi secondari.

Volevo chiederle come è nato l'amore per Dickens per cui ha scritto Picnic al cimitero e altre stranezze.
Murail: questo amore è nato quando si ha voglia di innamorarsi. Siccome ho cominciato tardi, mi è capitato a 16 anni. Era un libro che si trovava nella biblioteca di mio padre. All'inizio non ho neanche capito il significato del titolo del libro "Les Papiers posthumes du Pickwick Club" (Il circolo Pickwick). Siccomeall'epoca non esisteva facebook avevo tempo a disposizione per capire questo libro.
Ho iniziato a leggere e all'inizio non ho capito nulla: il primo capitolo era ambientato in un club di sportivi e assomigliava a un capitolo di una sessione parlamentare dell'Inghilterra del 19simo secolo. Avrebbe dovuto essere comico ma io la comicità non l'ho vista.
Infatti la storia inizia dal secondo capitolo, dove ho incontrato Samuel e ho iniziato a ridere.
E ho finalmente capito una cosa che i miei professori mi avevano nascosto: si può ridere con i libri. E che alcuni hanno il lieto fine. Così in seguito ne ho cercati altri. Nella biblioteca di papà ce n'era un altro "Il nostro comune amico"/L'amico comune un mattone e mi sono tuffata dentro come nel Tamigi. E così ho conosciuto il mio primo amore: Eugene Wrayburn e ho scritto le sue iniziali sul mio polso e ho dormito con il libro. L'anno dopo ero davvero innamorata, ma nella vita reale. 


Nel frattempo avevo capito quello che cercavo nei libri: le emozioni. Una ragazzina un giorno mi ha raccontato, quando ho finito il primo libro di Roal Dahl ho capito che avrei amato tutti i libri. Semplicemente aveva capito quello che stava cercando nei libri. Dickens mi ha insegnato che tipo di lettrice ero. E dopo ho voluto io rendere questo omaggio ai miei lettori. Con una "fava e due piccioni" ha fatto di me sia una lettrice sia una scrittrice. 

Penso che tutti quelli che scrivono abbiano fatto questo tipo di incontro. Succede la stessa cosa anche aquelli che suonano o dipingono abbiano fatto questo tipo di esperienza: penso che Raffaello un giorno si sia imbattuto in un quadro che lo ha folgorato abbia deciso di diventare pittore. Non è di fronte a un tramonto che uno decide di diventare pittore - a questo punto uno potrebbe dirsi "Anch'io voglio diventare Dio" ma non vorrei diventare un pittore - è solo davanti a un quadro che rappresenta il tramonto che uno scopre di voler diventare pittore, che nasce questa vocazione. 
Così torniamo alla vocazione, alla cultura e a Dickens. E così lui mi fece pensare: anch'io vorrei diventare scrittrice (applauso).

Volevo ringraziarla perché questo ruolo che Dickens ha avuto per lei, lei lo ha avuto con me con Cécile perché quando l'ho letto alla fine delle elementari ho pensato la stessa cosa, che mi aveva aperto un mondo.Il personaggio di Cécile mi aveva talmente ispirato da pensare anch'io vorrei scrivere personaggi simili. La ringrazio e volevo sapere, per ragazzi che vorrebbero scrivere, in un mondo in cui questo mestiere è considerato non redditizio, quale consiglio può dare?
Murail:quando mi chiedono un consiglio per diventare scrittore di solito ho una sola risposta. Scrivi. Ti do il permesso. Di fatto diventa scrittore chi si autorizza a farlo/diventarlo. Sono d'accordo ad aiutarti, ma la prima persona che ti aiuterà sei tu. 

Non devi aspettare che venga dall'esterno, ma porti con te un mondo, un bagaglio e se diventi scrittrice vuol dire che questo patrimonio lo vuoi condividere con gli altri

Allora ti direi anche la storia di un uomo che un giorno mi ha detto "si scrivo ma dopo due pagine non è così bello come ce lo avevo in mente. Allora smetto." La differenza tra lui è me è che anch'io mi abbatto ma persevero. Un giorno mi sembra di aver scritto qualcosa di formidabile, il giorno successivo lo rileggo e penso "solo questo?". Quello che diceva uno scrittore: scrivete quando siete ebbri/ubriachi e rileggetevi da sobri. Vivrai queste emozioni.
Bisogna avere forza di carattere. Poi penso che bisogna lavorare/perseverare e qualcuno ha detto che senza il lavoro/la fatica il talento è solo una mania. Leggere molto, scrivere magari tutti i giorni. Amare lavorare.
Penso che il mestiere di scrittore/romanzieri si impari. Molti mi parlano dell'ispirazione come se ci fosse la colomba dello Spirito Santo a ispirarti. Non ci credo molto. Credo di più nel fatto di cancellare e ricominciare.
Penso che per chi sente questo tipo di vocazione di iniziare con corsi di scrittura creativa, un'idea di atelier di scrittura e masterclass, perché penso che potrebbe evitare inutili perdite di tempo. La mia editrice francese le ha detto l'altro giorno che leggeva un sacco di manoscritti di giovani scrittori e mi diceva che scrivono bene, ci sono un sacco di personaggi interessanti ma non c'è una trama, una storia. È un problema francese e meno anglosassone, dove riescono più facilmente a scrivere delle storie. C'è bisogno di mettere insieme lo stile e la storia. Penso che questo sistema potrebbe accelerare la presa di coscienza di un giovane scrittore attraverso con atelier di scrittura e sarebbe bellissimo se fossero gli stessi editori a tenerli. 

L'ho proposto al mio editore ma non mi ha ancora risposto. Ha dei grandi locali a Parigi e sarebbe bello che persone come te inviassero una lettera motivazionale, alcune pagine di una storia o di un progetto di scrittura e che l'editore scegliesse 10/15 giovani scrittori e li facesse lavorare insieme e seguire da qualche romanziere esperto. Gli scrittori potrebbero aiutarli, trasmettere il loro sapere, e così l'editore si troverebbe già dei giovani talenti fatti e finiti. 
Perché no! (applauso)


Volevo chiederle se in passato ha avuto qualche esperienza teatrale visto che lo ha citato in uno dei libri pià belli che ha scritto?
Murail: no ma mi trovo su un palcoscenico! Non mi aspettavo tutto questo quando ho iniziato a scrivere. Sono una persona un po' schiva. Un giorno una bibliotecaria della Francia orientale mi ha telefonato e detto che il mio libro aveva vinto un premio e che i bambini volevano incontrarmi. Ho risposto "Veramente ho appena avuto un bimbo, ho altro da fare... " Mi hanno risposto "Ci sono dei soldi da guadagnare."
Beh, ho lasciato il bambino al padre, ho preso il treno, sono scesa dal treno, la bibliotecaria mi accompagna con la macchina in una specie di sala per compleanni, grandissima, mi ha detto "allora i bambini stanno per arrivare, sono sull'autobus". C'erano due classi, 50 ragazzi. 
Piccoli. 
Panico. 
Arrivano e mi guardano (fa la vocina) "Ma sei tu che hai scritto il libro? mi è piaciuto". 
Geniale. Ma cosa faccio? 
Si sono seduti e io non sapevo che fare. 
C'era la luce sopra di me e la maestra ha detto "Allora Antonio vuoi dire alla signora perché hai letto il suo libro?" 
E lui ha risposto (vocina) "Era per farle un piacere (risate e applauso).

Hanno fatto come avete fatto voi oggi: mi hanno fatto delle domande, io ho risposto e poiché erano piccoli ho cercato di farli ridere. E poi la luce si è spenta, ho ripreso le mie cose, la bibliotecaria mi ha detto (vocina) "E adesso andiamo in un altro posto dove ci stanno aspettando, quindi mi segua". Ed è da ormai trent'anni che faccio così. Mi sono abituata. (applauso).

 
E ora...Spazio alle firme e agli autografi!!!
PS ho voluto mantenere la versione integrale dell'incontro perché era talmente ben organizzato e le risposte così spontanee e ironiche che riprendendolo in modo diverso di far perdere quella bellissima atmosfera che si è creata a Mare di Libri, che mi sono portata dietro, e che volevo lasciare a chi non ha potuto assistere di persona. 


My NameTags: una piccola grande rivoluzione per etichettare oggetti o vestiti

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Dopo tre anni passati a etichettare matite, astucci, righelli, magliette, cappellini sono rimasta piacevolmente stupita da un metodo molto più semplice: etichette preconfezionate. Come sapete non sono solita nel blog recensire cose che non mi piacciano e soprattutto sottolineo sempre quanto sia sempre io a scegliere la notizia e, non, viceversa. Se quindi ho deciso di parlare di My NameTags è perché trovo che siano una piccola grande rivoluzione per i genitori che si apprestano a mandare i propri figli ai campus estivi o per quelli che per la prima o seconda volta approderanno con loro al nido, alla scuola infanzia o alla scuola primaria (dove è richiesto di contrassegnare ogni cosa per non fare confusione).Quindi penso che questo post possa essere una semplice informazione di servizio a chi cerca come me soluzioni pratiche ed economiche.

Il sistema è molto semplice: esistono etichette adesive a colori che si possono attaccare su oggetti o capi di vestiario: l'etichetta deve essere fatta aderire su una superficie pulita e asciutta e bisogna aspettare almeno un giorno prima di lavare l'oggetto in lavastoviglie o infilarlo nel micro-onde.

Sul vestiario è importante non attaccare l'etichetta direttamente sul vestito bensì sulle etichette di istruzioni per il lavaggio. Anche qui occorre un po' di pazienza prima di lavare il capo di abbigliamento (24 ore). Queste etichette adesive non si staccano a lavaggi in lavatrice a 60° se si seguono le indicazioni. Le etichette possono essere applicate anche sulle scarpe!

Se uno avesse bisogno di etichette stirabili per capi di vestiario, può trovare anche questa categoria.

Ma come creare le etichette?
La cosa bella - a mio parere - è che esiste la possibilità di farsi le etichette adesive su misura e secondo il proprio gusto (anche fino a tre righe, quindi inserendo non solo il nome, ad esempio, ma anche il telefono o un numero che a volte viene assegnato ai campus).
Gli sfondi a disposizione sono davvero molti, alcuni molto eleganti, altri più spiritosi. Inoltre, a questi sfondi si possono aggiungere delle piccole iconcine che via via stanno aumentando come proposta in catalogo.
Le etichette possono essere create direttamente dal telefono, da un tablet o dal computer, in maniera semplice e immediata.

Le tags sono acquistabili sul sito qui. Per la realizzazione basta seguire le indicazioni dal sito.


Prezzi
Tanto per darvi un'idea dei prezzi/quantità si va da: 56 etichette adesive a colori o stirabili a colori da euro 16,95 a 180 etichette adesive in bianco e nero o 120 etichette stirabili in bianco e nero sempre al prezzo di 16,95 fino a 56 etichette adesive o stirabili euro 18,95 con Hello Kitty o Mr Man/Little Miss. Si può anche scegliere la soluzione di 75 etichette adesive + 75 etichette stirabili bianco e nero sempre al prezzo di euro 16,95.

Che dire, io alle prese vestiti da mettere in valigia (e quant'altro... libri, peluche, giochi) sono felice di avere trovato questo sistema pratico e, spero, di avervi fornito un consiglio utile.

MDL2016 con Toscience: campus estivi per divertirsi con la scienza

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Può la scienza essere divertente? Può incuriosire un gruppo di adolescenti? Certo ma dipende dal modo in cui sono poste le domande e se i ragazzi diventano essi stessi protagonisti della scienza.
L'avventura dei campus di Toscience, impegnata da anni nella divulgazione scientifica, è partita proprio a Mare di Libri, a Rimini, dove un gruppo di adolescenti, coordinati da Andrea Vico, ha mostrato a ragazzini di medie e licei provenienti da varie parti dell'Italia alcuni "trucchi" legati alla cucina.

Nel bellissimo spazio del Castel Sigismondo, quattro gruppi sono stati avvicinati alla scienza, non solo osservando gli esperimenti, ma anche "gustando" i prodotti che ne derivavano nel corso dell'evento "Il cortile della scienza: scienza e cucina".

Pressione e liquidi
Che effetto fa la pressione sui liquidi? i può sgasare una bevanda o, invece, farla fuoriuscire da un contenitore? Le foto cercano di raccontare...


 Com'è formata la struttura dello zucchero?
Che cosa riesce a fare lo zucchero in un liquido? Ecco un esperimento con una volontaria: tutto in sicurezza, naturalmente...
 Volontaria un po' bagnata, volontaria fortunata!

Il gelato con l'azoto
Andrea Vico e "la sua assistente" hanno mostrato come sia possibile preparare il gelato in modo rapido ed economico a partire dall'azoto e da un succo di frutta (o da un centrifugato privo di latte).

Lavorare il succo in mezzo a tutto quel fumo è un po' faticoso anche perché non si riesce a capir bene cosa sta succedendo ma...
 ... all'improvviso ecco che il succo si è trasformato in gelato.
Provare, anzi gustare, per credere.
Ed è anche gustoso!

Come creare la gelatina
Altri due ragazzi hanno mostrato come preparare in modo semplice ed economico la gelatina a partire da semplici ingredienti, che vanno poi raffreddati in frigorifero.

Thè o succhi di frutta possono essere facilmente trasformati grazie alla colla di pesce e ad alcuni semplici accorgimenti.

Le magie del micro-onde
Infine, l'ultimo gruppo, ha mostrato una serie di esperimenti condotti utilizzando in modo non convenzionale il microonde, scoperto casualmente dallo stesso inventore dei pop-corn.
Se si vuole imparare a soprendere o sorprendersi, si possono trasformare usando scienza e fantasia. Sfruttando le potenzialità del mezzo.
i palloncini vengono fatti gonfiare grazie al calore...
naturalmente pian piano l'effetto svanisce...

Oppure si può creare una sorta di melassa a partire dai marshmallow

o dare forme sorprendenti alla saponetta, che viene gonfiata e alleggerita...

Questi sono solo alcuni esperimenti proposti.
Se qualcuno volesse sperimentare sul campo e divertirsi con la scienza, sul link di Toscience (qui) trova tutte le informazione per i campus. Molti hanno già il tutto esaurito.

Ci sono ancora posti a Cala-Mari(da 14 a 18 anni) da lunedì 11/07 (h. 17) a giovedì 21/07 (h. 14) On the road. Da Genova a Murcia e ritorno e Sulla bocca del vulcano(dai 12 al 15 anni)
In collaborazione con Laboratorio Museo di Scienze della Terra – Cooperativa Ciprea, da mercoledì 31/08  a martedì 06/09 a Ustica (PA).
Info al  334 8965886 o via email a camp@toscience.it

Inoltre, le insegnanti che volessero ospitare dei laboratori a scuola possono iniziare a farsi un'idea scaricando qui la brochure dello scorso anno e chiedere informazioni alla stessa organizzazione.

Che dire, io se non che io ci farei un pensierino. Infatti, per motivi organizzativi quest'anno non riesco ma il prossimo anno non mi lascerò sfuggire un'iniziativa simile!


#BCBF16 Amarcord: Istantanee dalla Bologna Children Book Fair 2° parte

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Sono passati quasi due mesi dalla prima carrellata di ricordi (qui il link) ed eccomi a integrare il racconto con il secondo giorno in fiera. Mi scuso per il ritardo, ma forse il bello del blog è anche quello di andare a recuperare nella memoria e non agire come "breaking news" il giorno dopo (come ho cercato di fare lo scorso anno). Perché a caldo si hanno alcune impressioni, a freddo altre. Ma veder scorrere una carrellata di momenti fa ritornare presto le emozioni e i ricordi rimangono ancora più preziosi. Non vi racconterò della fiera perché lo hanno fatto in molti, prima e dopo, molto meglio di me. Come ho scritto nel primo post.

Quello che voglio riportare sono le sensazioni che si provano in fiera a ritrovare amici, visitare nuovi stand, ritrovando i tuoi autori o illustratori del cuore. Aprire nuovi orizzonti.

Quest'anno sono andata senza una meta precisa, senza l'idea di voler per forza vedere tutto, ma mi sono lasciata trasportare e così ho incrociato lungo il mio cammino persone che avrei voluto incontrare e mai avrei pensato di raggiungere. Persone con cui ho una corrispondenza via social, che seguo per interesse e che stimo ma che non avevo mai visto. Ed è lì che si compie la magia, si vedono, si incrociano gli sguardi, si nota il tono di voce, la postura e la persona prende una forma più compiuta. E lascia ancora più il segno.

 Chi ben inizia...
Neanche entrata in fiera incrocio Silvia Geroldi, donna tenace, con una grande passione, autrice di un blog sugli Haiku (qui il link) e con il suo primo libro "Senza ricetta"54 haiku pronti da gustare (Bohem Press, qui il link).

Poi un caffè prima di partire ognuno per la sua strada con persone speciali: Emanuela Bussolati, autrice a tutto tondo, illustratrice, autrice, progetta libri per l'infanzia da tutta una vita. Qui la sua pagina facebook.

Emanuela Bussolati ed Elia Zardo, due premi Andersen a colazione al prezzo di uno! (In realtà Emanuela Bussolati ne ha ricevuti diversi nella sua carriera...)
Elia Zardo, ha ricevuto l'Andersen come "protagonista della cultura dell'infanzia 2016" (qui link alla motivazione); è anche presidente de La scuola del fare (qui il link) molto attiva su diversi fronti a Castelfranco Veneto.

Elia Zardo insieme alla francese Marie-ève Venturino che presto ci regalerà qualche sorpresa? Glielo auguro con tutto il cuore. E resto in speranzosa attesa.

L'abbraccio tra due donne speciali: Emanuela Bussolati e Laura Anfuso, esperta di letteratura per infanzia e di libri tattili d'artista, donna geniale, erudita, preparata, ma schiva, che ha concesso una sola bellissima intervista a Milkbook (la trovate qui).


 

 
Germania Paese ospite e Protagonista
Di seguito una breve carrellata di alcune opere di artisti tedeschi, che indicano una grande varietà di illustrazioni tra cui scegliere quelle preferite (già ho un po' scremato le mie, naturalmente...)







Vagando in fiera...
Massimo Missiroli, autore di libri e corsi per creare pop up (qui link) e l'illustratore Conc, che collabora anche sulle pagine del Corriere della sera, Le Monde... (qui link alla sua pagina facebook).

 La giornalista Teuta Meuci, appassionata di letteratura per l'infanzia.

Alessandra Starace, libraia, esperta in letteratura, autrice del blog Tata Libro (link) e di Seminari sulla letteratura per l'infanzia, nonché una delle anime di LibriCalzelunghe (qui il link) insieme a Federica Pizzi, ideatrice e autrice anche del blog Libri e Marmellata (link).

Da sinistra, Alessandra Starace, Angela Catrani, editor per Bacchilega Junior (qui) e autrice di LibriCalzelunghe, la scrittrice Giuliana Facchini (qui e qui due link) e Teuta Meuci.


 Intervistare un grande autore come Davide Calì è stato un grandissimo regalo (grazie anche allo "zampino" di Elisabetta Cremaschi, nota per il suo bellissimo blog Gavroche). Oltre all'intervista che trovate qui, sul libro "Io aspetto" riedito da Kite edizioni (qui il link), vi segnalo che domenica in Feltrinelli RED a Milano, naturalmente non potrò portare l'autore (!) ma farò un laboratorio dedicato a questo bellissimo albo: 17 luglio alle 15.30 (info qui).
Non potevo non approfittare di farmi autografare qualche libro per i miei bambini... non ho proprio resistito!


Allo Stand di Bacchilega Junior troneggiava una bellissima trapunta che rappresentava l'immagine di copertina dell'ultimo lavoro per la casa editrice "Finalmente qui" (un cartonato di cui trovate la scheda qui) a opera di Silvia Vecchini e Sualzo.
Qui potete leggere sul blog "La parola magica" dell'autrice mentre qui trovate il blog dell'illustratore, se ancora non lo conoscete. Sono una coppia spettacolare che io tampino ormai a ogni incontro... quasi da stalker "buona".

E qui troneggia l'ultimo capolavoro in carne e ossa di Francesca Tamberlani, autrice del seguitissimo blog Milkbook, che collabora anche a LibriCalzelunghe (di cui nella foto si vedono altre due componenti). Qui trovate il suo resoconto di come andare in fiera con pupo al seguito. Il bambino ha carpito l'attenzione sia di Francesca Frenzi Mariucci e di Carla Colussi (quasi di spalle), in arte Carla Girando Libraia, che ora, udite udite, ha aperto di recente un suo blog Storie Girandole (qui).

E tra gli incontri casuali, ecco apparire una delle anime di Hamelin, associazione culturale di Bologna che si rivolge agli adolescenti (link qui): Giordana Piccinini.
e che naturalmente ha gradito molto essere fotografata all'improvviso... ma ormai la prende con filosofia e con la grande ironia che la contraddistingue.

Ma ecco spuntare l'effervescente-  anche se molto rigorosa nel suo lavoro - pedagogista Francesca Romana Grasso, autrice del sito Edufrog (qui), ora in partnership con la psicomotricista Alice Gregori presidente di Emmi's Care (qui), con cui ha creato il manifesto sulle Alleanze educative (che trovate qui, anzi, potete non solo leggervelo ma anche aderire).

E ancora: Francesca Casadio Montanari, naturalista, guida ambientale e autrice di un blog che concilia la Natura con gli albi illustrati (una manna per gli appassionati come me, lo trovate qui, si chiama La casa di Fra) insieme ad Alessandra Starace alle prese con il fittissimo programma di appuntamenti...

E il magico incontro che non ti aspetti: Federica Pizzi mi ha presentato l'autrice di Apedario, un blog (qui) dove una maestra lavora tutto l'anno con e attraverso gli albi illustrati. Praticamente un mito: Antonella Capetti!!

E ancora, incontrare di persona Alessia, la proprietaria della libreria per l'infanzia Radice-Labirinto di Carpi (link), nonché coautrice del blog Come una cipolla (link).
 

e i due proprietari della libreria Spazio Laboratorio La cornice (Cantù), (qui il link), Tommaso Falzone e Valentina Pellizzoni.

E per finire con la carrellata, un'illustratrice frizzante quale Sonia Maria Luce Possentini, autrice dell'ultimo bellissimo albo "L'estate delle cicale" (link qui)
insieme alla sua editor Angela Catrani


Visitando gli stand stranieri...

mi sono imbattuta in una casa editrice particolare, con due autori molto simpatici, che impiegano l'uso della fotografia integrata ad elementi di fantasia...

Quadri, libri e incontri alla Libreria internazionale...


e poi, ritrovarsi perse ad ammirare illustrazioni dal vivo di Beatrice Alemagna (riconoscete l'albo?)
 e di Chiara Carrer (le foto sono quelle che sono, purtroppo i vetri non aiutano)
e incontrare dal vivo Chiara Carrer (qui link al suo sito), ormai abituata alla mia "invadenza" fotografica con cui è ormai direi a suo agio.


Gli stand di alcune case editriciitaliane
Uovonero, casa editrice diretta da Sante Bandirali, che produce albi ad alta leggibilità ed edita uno dei nostri tormentoni estivi del grande, la famosa serie di Hank Zipper, noto come Zip, scritto da Henry Winkler, mitico Fonzie di Happy Days, che era dislessico (qui un approfondimento) e opera molto in questo campo (qui il link al primo libro della fortunata serie).

Presso la casa editrice Orecchio Acerbo  ho assistito alla firma copie di Torben Kuhlmann (link) autore di Mole Town (qui) e Lindberg (qui).


Un passaggio da Babalibri (link) era per me quasi d'obbligo (nel senso che sono super affezionata... e ci collaboro anche con enorme piacere) con novità e certezze che appassionano grandi e piccini.

La festa di Hamelin
Prima di andare all'appuntamento, un salto alla postazione Hamelin dove si trovavano i libri con i consigli di lettura e il libro, edito da Orecchio Acerbo (qui), sulla mostra realizzata in occasione della fiera di cui ho parlato qui e dedicata a Armin Abmeier.

Federica Pizzi con la copia di Hamelin sui consigli di lettura e Giordana Piccinini con la copia di LibriCalzelunghe stampata in occasione della fiera.

In molti ci siamo ritrovati alla festa per i primi vent'anni di attività di Hamelin .... tante belle facce
 Gabriella Marinaccio, della Biblioteca Sant'Ambrogio di Milano, grande promotrice della lettura grazie alla quale si è sviluppato (insieme a Cristina Honorati) il progetto sui libri senza parole diffuso in moltissime biblioteche milanese in occasione della mostra sui silent book alla Rotonda della Besana (ne ho parlato: qui,qui, qui,qui). Gabriella è anche una bravissima lettrice che ha fondato i "Croccanti coccodrilli" e della sua maestria ho parlato qui, qui, qui.

Nadia Antoci, della Biblioteca di Baggio, ideatrice del gruppo di lettura "I dasi di burro", di cui ho parlato qui.
Loredana Farina, mitica ideatrice della casa editrice La coccinella (qui, qui alcuni approfondimenti).
Ilaria Dal Canton, con cui ho seguito un corso di Chiara Carrer a Sarmede nel lontano 2009, e che ha sempre fatto illustrazioni e ora si è lanciata nel progetto di una casa editrice Passabao, con il suo primo libro "Vita da rana" (qui una recensione di Biblioragazzi).

Poi lo staff di Hamelin (mi scuso se non presento uno per uno) è partito con riflessioni sui primi vent'anni di attività e la presentazione di un nuovo progetto di rivista su cui stanno lavorando e avremo notizie presto.

 e ora festaaaa... ringraziamo vivamente la mamma di Giordana e Simone Piccinini per la parte torte.

Facce da festa...
 Federica Pizzi con Elisabetta Cremaschi, in arte Gavroche...
Elisabetta Cremaschi, Federica Pizzi, Marina Petruzio (Luuk Magazine, LibriCalzelunghe e Come una cipolla) e Giordana Piccinini.

Ultima immersione in fiera e ultimi bellissimi incontri
 Il mitico professor Livio Sossi...

La delicata, poetica e disponibile illustratrice Daniela Iride Murgia (link) autrice tra gli altri albi de L'Attesa, pubblicato da Edizioni Corsare, che mi ha dedicato tempo e illustrazioni originali per i miei bimbi che tengo strette strette al cuore.


L'incontro casuale con l'illustratrice Allegra Agliardi (link) ...

con l'autrice e illustratrice, arteterapeuta Arianna Papini

con la scrittrice Chiara Segre (link) autrice di Oscar e il gatto custode (Camelozampa) e Lola e io (Camelozampa),  inserito nella selezione internazionale IBBYper la categoria Outstanding Books for Children with Disabilities

E alla fine ci sono riuscita: farmi autografare da Sualzo (Antonio Sualzo Vincenti) e Silvia Vecchini il loro magico, poetico e ironico libro "Gaetano e Zolletta" edito da Bao Publishing (link), di cui esiste anche un seguito e un trailer (!) qui. NB i miei figli, e non solo loro, ne vanno pazzi!


Sono loro particolarmente grata perché quasi a chiusura fiera trovare una grande disponibilità è segno di due persone speciali, quali sono sempre.

Un ultimo scatto di Elia Zardo 

e poi via, ad ascoltare Sualzo suonare accanto all'illustratore Giovanni Manna (link)


Quale modo migliore per una chiusura perfetta?
Tornata a casa felice, piena di libri, autografi, emozioni.
In attesa di nuovi incontri. E della prossima fiera di Bologna:
#savethedate dal 3 al 6 aprile 2017 (link).

Alla scoperta del "Pianeta Terra" con Editoriale Scienza

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I bambini iniziano ad acquisire una cognizione temporale a partire dal secondo anno della scuola primaria, poi in terza vanno alla scoperta della nascita della Terra. Si tratta di un processo lungo ed elaborato in cui tanti pezzetti di informazioni raccolti quà e là si raccolgono e dipanano in un filo conduttore, fino a formare una narrazione organica che inizia a dare loro un'idea del tempo e dello spazio.Sicuramente un ruolo importante è associare alla teoria una buona pratica costituita da piccoli e semplici esperimenti che accompagnano alla scoperta di questa storia emozionante. "Pianeta Terra" diJen Green e con le illustrazioni di Shaw Neilsen Dynamo, con la traduzione di Eugenio Melotti (un naturalista/giornalista molto competente e preparato, garanzia di qualità) e una supervisione tecnica, edito da Editoriale Scienza (link) può essere un modo stimolante per avvicinare i bambini a questo mondo affascinante.


La Terra è un pianeta complesso e in questo volume ci viene presentato pian piano e scomposto nei suoi elementi, ognuno dei quali viene associato a un esperimento pratico: si passa dal Pianeta ai suoi strati, dall'elemento temporale a cosa sono vulcani e terremoti, a come nascono le montagne; si parla di minerali, oceani e mari, aria e venti; nuvole e pioggia, ghiaccio (quindi tutto il ciclo dell'acqua)...
 
Ogni pezzetto è accompagnato da un diversi testi concisi ma essenziali associati a una proposta di esperimento/i, fino ad arrivare a comporre un vero e proprio globo terrestre che ha associato anche la sua parte interna (nucleo interno, nucleo esterno e mantello), spesso difficili da concepire a livello concettuale e visualizzare in modo corretto.

Per capire, ho provato a mettermi alla prova insieme a mio figlio per valutare quanto gli esperimenti fossero a portata di bambino.

La Terra è magnetica
Per iniziare ci vuole tanta curiosità e un po' di voglia di sperimentare e mettersi in gioco. Il libro indica chiaramente quali sono gli "ingredienti" necessari per svolgere l'esperimento. In questo caso, basta tagliare un tappo di sughero (in questo modo si lavora anche sulla manualità del bambino, spesso trascurata, e lo si rende protagonista dell'esperimento).
 Dopodiché, si magnetizza un ago con un magnete (anche uno di quelli che si hanno attaccati al frigo)

Poi si appoggia l'ago sul turacciolo, che galleggerà in una vaschetta d'acqua e.., magicamente si osserverà l'orientamento dell'ago che andrà a indicare il Nord (si può poi controllare con una bussola, volendo).


Come ti creo un fossile
Il mondo dei fossili affascina da sempre i più piccoli, ma l'idea di poter riprodurre la sagoma di un oggetto può essere un esperimento divertente e illuminante al tempo stesso.

Come pasta da modellare abbiamo usato della farina con acqua, ma se uno ha in casa del pongo o didò forse è ancora meglio (nel libro si parla di "pasta da modellare").


Dopo aver steso uno strato, la conchiglia (nel nostro caso molto semplice, sarebbe meglio utilizzare un oggetto con una superficie zigrinata per coglierne tutte le sfaccettature)


 viene fatta aderire all'interno della pasta da modellare per creare un'impronta

Poi si prende del gesso che viene sciolto con acqua in modo da avere un impasto denso e lo si versa nel calco
Poi si lascia asciugare, in attesa di "rivelare" il fossile (nel nostro caso nella foto in alto al capitolo)


Come potete notare gli esperimenti sono semplici, possono essere fatti anche dai bambini ma penso che a 8/9 anni, una supervisione dell'adulto possa sia servire a effettuare correttamente gli esperimenti sia a mettersi insieme in gioco trovando una modalità alternativa di relazionarsi. In particolare penso  che questo libro potrebbe essere felicemente adottato da una maestra di scienze/geografia (solitamente si tratta di due insegnanti diverse) del terzo anno e a procedere in avanti.


Il mio mappamondo
Il mappamondo è sicuramente un elemento che affascina molto i bambini che ancora non hanno ben idea della disposizione dei continenti, ma li studiano sui libri o sugli atlanti dove spesso li vedono solo in forma appiattita. Trovo quindi interessante la proposta di costruirne uno, anche se in questo caso il bambino va seguito dall'adulto per essere sicuro di far combaciare tutte le parti (anche se i collegamenti sono indicati nei diversi passaggi di montaggio).

Alcuni fogli fungono da spiegazione per il montaggio dei vari pezzi che sono contrassegnati da lettere che devono combaciare. L'aiuto dell'adulto è perlopiù nel mantenere insieme i pezzi e aiutare nella fase di incollaggio che può risultare un po' laboriosa, ma, alla fine, appagante.
 Pian piano le parti assemblate prendono la forma del globo terrestre...


Vorrei sottolineare che tutti gli esperimenti sono fatti impiegando materiali facilmente reperibili e questo è un valore aggiunto del volume.
Non mi resta che invitarvi a sperimentare voi stessi e insieme ai vostri figli o alunni e diventare  scienziati alla scoperta dell'affascinante evoluzione della Terra.

Mini zoom: una collana ad alta leggibilità per lettori in erba di Biancoenero edizioni

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La casa editrice indipendente Biancoenero presenta la nuova collana MINIZOOM, testi brevi ad alta leggibilità per lettori in erba. Freschi di stampa, i due libri firmati da Davide Calì, sono dedicati a chi ha iniziato da poco a leggere, per apprezzare la gioia della lettura in autonomia. 


I libri ad alta leggibilità (ne parlerò in un altro post) sono hanno un timbro di approvazione da una redazione di ragazzi che sono giovani lettori del centro CRC -Balbuzie dell'Università di Roma che hanno partecipato arrivamente alla redazione e revisione del testo per renderlo più chiaro e leggibile (tutti sono citati e ringraziati).


La rapina del secolo
Appena ho letto "La rapina del secolo" non so perché ma mi è venuto in mente subito il collegamento a due "I soliti ignoti" di Mario Monicelli del 1958, (che ha tra i protagonisti Totò, Vittorio Gasmann e Claudia Cardinale) e "Operazione San Gennaro" di Dino Risi del 1968 (che vede come interpreti Nino Manfredi e Totò). Non so se Davide Calìabbia pensato anche loro nel creare questo libro - pare che abbia preso come riferimento il libro "Furto in una pasticceria" di Italo Calvino - ma l'atmosfera che si respira e ironica ed esilarante, ma non banale, proprio come questi filme comunque di alto livello. Non a caso Davide Calì è un autore di spicco nel panorama degli albi e dei libri per bambini e ragazzi. Autore raffinato che sa cogliere ironicamente o poeticamente alcune situazioni che in altri casi risulterebbero semplicemente banali.

Per vedere il collegamento basta inquadrare i tre personaggi: il furbo (si chiama così ma non si sa perché), il genio, Carlone, quello che mangia sempre e serve per i lavori di fatica, Luigino (la voce narrante) chiamato così perché piccoletto ma soprannominato svelto, perché quando c'è da correre lo fa. Il libro si dipana in una serie di scene esilaranti dove per arrivare alla meta c'è un lungo percorso da fare, strano ma pensato (eh sì, perché il Furbo è intelligente e gli altri non si pongono domande ma eseguono gli ordini).

L'azione e il movimento sono intercalati da momenti di profumi, profumi dell'infinita serie di cibi che si è portato dietro Carlone. Il piano del Furbo è un piano geniale e si svela sul finale solo che il finale ha un altro finale. Naturalmente esilarante, ma tutto da scoprire. Forse i bambini leggendo il libro ci arriveranno prima degli adulti. Metteteli alla prova. Io lo farò di sicuro con i miei...



La casa di riposo dei supereroi
Il mondo del bambini di oggi è pieno di super eroi con super poteri. Capaci di compiere atti strabilianti. Solo negliIncredibili li avevano fatti tornare alla vita reale... e si erano viste le conseguenze.
Però nessuno aveva pensato che potessero andare in pensione.
Già questa idea è a mio parere geniale.
Tutti possono invecchiare e vivere questo momento come un periodo di disfatta della propria esistenza se non si trovano le energie per trovare qualcosa da fare. Come tutte le persone normali, che si ritrovano in un ospizio "Viale villa del tramonto" (chissà se anche qui c'è qualche riferimento nel nome a qualche noto film del passato) sentono l'afflizione di essere diversi da quando erano giovani e ognuno anzi ha perso parte delle qualità che li contraddistingueva:


Fulmine era l'uomo più veloce della terra Acciaio, l'uomo più forte dell'Universo, Tritone, capace di parlare con i pesci, Siceria, capace di suscitare una tempesta di neve al semplice schiocco delle dita
 
I Vendicativi con Falco e la sua mira infallibile, Testa di ferro con l'armatura scintillante, Capitan Ametista, coraggiosissimo, Vipera, esperta in arti marziali, Formicone, alto come una formica.

Tutti erano capaci di grandi cose, ora sono appesantiti, accecati, acciaccati. La vita non è più divertente e piacevole come una volta... tranne fare gli scherzi all'unico cattivo ospite della casa, il Dottor Nefasto.

Nel mondo ci sono nuovi supereroi che hanno preso il loro posto.
Ancora più triste.

Poi, accade un imprevisto, un imprevisto che farà cambiare tutto.
Un imprevisto talmente imprevedibile da sconvolgere tutta l'esistenza e far trovare la chiave per creare finalmente l'amicizia anche con un cattivo come Dottor Nefasto.

Il finale è da colpo di scena e, come molti libri, di Calì ironico e divertente. Un Calì che ritorna con questi due libri al suo antico amore, il fumetto.

I due libri sono consigliati sia a chi è alle prime armi nella lettura ma anche ai più esperti che vogliono farsi tante risate, magari in famiglia. Del resto non c'è che un libro per stare bene in famiglia, specie in estate, quando si ha più tempo per diventare complici con i nostri figli.
Qui una bella recensione su Scaffale Basso (testata da chi di dovere).

Con questo post partecipo alla bellissima iniziativa Il Venerdì del libro ideato da Paola (HomeMadeMamma), il cui link trovate qui.

Al Castello di Sarzano (Casina- RE), Tracce 16 primo movimento, un'esposizione artistica di Carla Bedini e Tamara Ferioli... e piccole escursioni

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Resterà aperta fino al 31 luglio al Castello di Sarzano (Casina/Reggio Emilia, link) la decima edizione della biennale d'arte, organizzata dall'associazione Effetto Notte (link), che quest'anno festeggerà i suoi primi vent'anni di attività.

Per l'occasione è stata realizzata un'esposizione di una trentina di opere delle due artiste Carla Bedini e Tamara Ferioli che si snoda fra l’ex-Chiesa e i locali del Mastio e della Torre del Castello di Sarzano, con due installazioni create per l'occasione da Tamara Ferioli.

Per un'amante della Natura e una neofita dell'arte moderna e contemporanea come la sottoscritta, alla ricerca di un intreccio possibile anche a livello di laboratori con i bambini e i ragazzi, questa mostra ha rappresentato una esperienza molto forte ed emozionante.
La sede antica invita al raccoglimento e alla pura contemplazione delle opere, in cui il contesto rafforza questo intreccio tra arte e natura, presente nelle due artiste legate fra loro da questo filo rosso. Un filo rosso che continua nella pazienza con cui sono state prodotte alcune opere che hanno richiesto molta maestria, tempo e delicatezza.
Come ha raccontato poco prima dell'inaugurazione Gian Mario Margini, una delle anime della associazione (di cui fa parte da 19 anni!), "Abbiamo dato gli ultimi ritocchi e siamo pronti per Tracce16. 3500 campanelli, 600 ossa di pesce, 130 origami, 100 uova di quaglia, 70 soffioni, mezzo chilometro di filo da pesca, 100 metri di abete grezzo, garza, carta giapponese, lava islandese e tanta poesia..."


Carla Bedini, felinese, (qui il link al sito, qui la pagina fb) è stata presente sin dalla prima edizione della Biennale nel 1998, e tre anni dopo in esposizione, al Castello di Sarzano, con la sua prima personale, Il Filo delle Fate. Dopo tanti riconoscimenti, è tornata al Castello in compagnia di un’artista simile - mi verrebbe da dire che esistono delle affinità elettive tra le due, pur nelle loro specificità - nelle suggestioni che sa creare, anche in modo originale, la milanese Tamara Ferioli.

Di Carla Bedini mi hanno affascinato non solo i volti delle donne che lasciano intuire un mondo misterioso e al tempo stesso aperto a diverse narrazioni, ma la realizzazione delle tele, ricoperte da garze, l'uso di tecnica mista e l'essenza materica dei quadri, che si può osservare da vicino (che meraviglia l'assenza dei vetri! anche se devo dire che viene istintiva la voglia di toccarli anche se il rispetto per l'opera d'arte poi prevale).

Il vento delle cose. Tecnica mista su garza.
Blue birds. Tecnica mista su garza.
Inoltre, i richiami delicati alla natura, che si colgono pian piano spaziando dalla visione globale a quella più intima.
Questa realizzazione ha richiesto l'impiego di 130 origami a forma di farfalla.

Le due opere che mi hanno affascinato di più (qui ne mostrerò una, l'altra vi invito a visitarla di persona, non a caso ci sono ben due week end che potete programmare per andare in questo territorio ricco di storia e natura, dove perdersi tra le bellezze dell'Appennino Reggiano) sono le due nelle teche, così delicate e preziose ed effimere da esigere di essere protette.
Quest'opera è costituita da un nido sostenuto da una base di 70 soffioni (intatti). Delicatezza e poesia.



Leave me now - 2015 matite, capelli, sabbia lavica islandese su carta giapponese intelata.
In Tamara Ferioli (qui il link al sito, qui a instagram) la natura ha un ruolo preponderante, anche nella sua vita; mi ha raccontato di essere sempre vissuta a contatto con la natura, in modo "immersivo", tanto da avere giocato con gli elementi naturali sin da piccola al posto che con i giocattoli veri e propri. Questo, inconsciamente, le è rimasto dentro con tale forza che quando è diventata artista, andando alla ricerca di una propria modalità espressiva, le è venuto naturare tornare a quelle che erano le sue origini e ai materiali che istintivamente si sentiva di utilizzare, quelli provenienti dalla Natura, che conosceva meglio.
Volendo ricercare fili rossi tra gli artisti, le opere delle due artiste mi riportano alla memoria la mostra Crisalidi di Chiara Carrer che ho visto lo scorso anno alla Galleria Nuages e di cui ho parlato qui.
Hurricane love - 2015 - matite, capelli, sabbia lavica islandese su carta giapponese intelata.

Nei quadri quello che colpisce è l'impiego ricorrente dei capelli (i quadri in mostra sono del 2015, l'artista sta ultimamente abbandonando l'impiego della figura umana). Ho chiesto di più a Tamara perché ero curiosa di capire cosa rappresentassero per lei. L'uso dei capelli è sempre stato un modo per esprimere la sua identità, per nascondere al tempo stesso il volto della persona, ma contemporaneamente, mostrandolo: giocando dunque sull'ambiguità e il contrasto; infatti solo apparentemente il volto è nascosto, quindi di fatto la persona in qualche modo si svela. L'uso del contrasto è una sua caratteristica, spesso li usa anche sulle foto del paesaggio; in quel caso usa i capelli per mostrare la sua identità nel paesaggio, modificandolo.


Una cosa che si nota è l'impiego diverso delle linguenelle didascalie. L'artista mi ha spiegato che il titolo lo "vede nella sua mente" in una certa lingua, quella che in cui risuona meglio o che si avvicina meglio al significato del suo lavoro: l'impiego di lingue diverso è, quindi, una scelta voluta e consapevole, che dipende dall'effetto sonoro delle parole. Il lavoro sul titolo non è affatto secondario.

Il vasto mare arriva ogni mattina
Questa installazione prodotta per la biennale ha richiesto la realizzazione di moltissimi fiori attraverso l'uso di lische di pesce del Mar del Nord Atlantico di dimensioni variabili: merluzzo nordico (Gadus morhua), eglefino (Melanogrammus aeglefinus) e pesce lupo (Anarhichas lopus).
A Tamara Ferioli piace, infatti, girare il mondo, soprattutto i luoghi più sperduti e “di confine”, e da queste esperienze porta emozioni, ricordi, sensazioni che mette nel concreto delle sue opere, anche con l’utilizzo di tecniche quanto mai originali.
Colonna sonora 14giugno2016

A volte il progetto nasce tutto in una volta, a volte l'artista sente l'esigenza di riempire uno spazio. Quando ha visitato il campanile, dove c'è questa installazione sonora, l'idea iniziale di Tamara era quello di riempirlo completamente di campanelli (l'area è quella dove un tempo esistevano le campane). Poi ha compreso che sarebbe stato troppo dispersivo e decorativo.
Dopo una fase di riflessione e di esplorazione dello spazio circostante, ha deciso di creare una colonna sonora.
Tanto per darvi un'idea, per riuscire a creare questa installazione ci sono voluti 3300 campanellini e 500 metri di filo da pesca, su legno. I campanellini sono stati meticolosamente montati in lodo uno a uno con un singolo nodo: Tamara arrivava al mattino alle 8 e smontava alle 21. L'esperienza è immersiva e totalizzantee spesso un visitatore non riesce a comprendere tutto il lavoro, il tempo, la pazienza impiegata per creare un'installazione di questo tipo. Un'intallazione cangiante, che si sta modificando a opera del vento, tanto che inizialmente era una colonna di fili precisi, mentre il vento forte dell'altro giorno, quando l'ho vista ieri, l'ha resa più attorcigliata. Un'opera che si va a modificare quindi nel corso del tempo, effimera.

Questo è un breve video che ho fatto, ma sul profilo instagram di Tamara Ferioli ne potrete vedere altri due. Naturalmente l'invito è ancora una volta quello di andare a visitare la mostra: perché dal vivo, salire le scale impervie, arrivare in cima, osservare il panorama mentre il tintinnio dei campanellini risuona nell'aria fa tutto un altro effetto che nessuna foto o video potranno mai farvi vivere. Insomma immergersi in un'atmosfera esperienziale unica. Per ciascuno di noi.


La mostra di Sarzano sarà solo il primo appuntamento di una doppia esposizione, differente non solo negli allestimenti ma anche, in parte, nelle opere, che si concluderà a fine estate al Palazzo Ducale di Castelnovo Monti, dal 14 agosto a fine settembre. Con l’occasione saranno presentatii due originali e eleganti “quaderni/catalogo”, arricchiti da testi originali, costruiti anche con immagini della prima delle due mostre. I volumi saranno editi dalla casa editrice Abao Aqu, partner dell’evento espositivo.

Informazioni pratiche
Castello di Sarzano, via Graziani 1, 42034 Casina (RE). Tanto per darvi un'idea, circa due ore e mezza da Milano
La mostra - a cura di Paolo Belli - è aperta fino al 31 luglio: sabato (dalle 15 alle 19) - domenica (dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19). Info: tracce2016.effettonotte.it - http://www.distesaestiva.it/ -
Qui potete trovare un comunicato del Comune.

Accanto al Castello di Sarzano è possibile pranzare o pernottare a Il falco pellegrino (qui link), bar, ristorante locanda che ospita mettendo a disposizione alcune camere (Sabrina T. 333 2110379) - locanda@ilfalcopellegrino.it


Effetto Notte
L'associazione culturale che festeggia quest'anno i suoi primi vent'anni, è riuscita a presentare al territorio sempre proposte culturali di grande qualità. Nata sulla spinta di rassegne cinematografiche  (Effetto notteè un film  realizzato nel 1973 dal regista francese François Truffaut), si è poi indirizzata a mostre figurative e al rilancio del Parco Pineta, ora fulcro delle attività estive (fitto è il calendario anche per questa estate) mi spiega Filippo Gregori uno dei 30 volontari dell'associazione che si sono specializzati in diverse attività: c'è chi si occupa più di esposizioni, chi delle attività nel parco... Sicuramente l'associazione si è ben integrata sul territorio - lo scorso anno è stato proposto un aperitivo multiculturale molto apprezzato - e la risposta è sempre stata favorevole, tanto che ora che sono finiti i fondi delle Comunità Montane (ora abolite) e altri sostegni finanziari, parte del supporto è dato dagli esercenti locali con cui hanno sempre mantenuto un dialogo aperto.

Attualmente l'associazione sta creando rete con i Comuni di Castelnuovo nei Monti e di Villa Minozzo attraverso il progetto Il nido nell'erba (link qui). 

Le altre mostre di Tamara Ferioli in giro per l'Italia
Chi si fosse appassionato all'approccio artistico di Tamara Ferioli potrà "assaporare" altre sue opere in altre esposizioni collettive presenti in diversi posti.

Learning From Lascaux
Dove:  Firenze, Museo Fiorentino di Preistoria "Paolo Graziosi", a cura di Fabio Carnaghi

Il Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria Paolo Graziosi in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze e con il supporto di ARK Cultural Property and Contemporary presentano “Learning from Lascaux”, una mostra d’arte contemporanea in dialogo con la raccolta preistorica del museo.
La mostra collettiva si concentra sulla pratica di artisti italiani che individuano nella cultura materiale un punto focale della loro ricerca, privilegiando i caratteri primari, quasi rudimentali del gesto, della collocazione nello spazio, della restituzione del preesistente sotto forma di sopravvivenza
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Informazioni:
Quando: Fino al 31 Ottobre
Orari di apertura: lun: 15.30-18.30/ mart, giov: 9.30-12.30 e 15.30-18.30/ merc, ven, sab: 9.30-12.30
ingresso libero
Tel. 055 295159 - info@museofiorentinopreistoria.it- www.museofiorentinopreistoria.it
www.accademia.firenze.it - www.arkmilano.com


Biennale Arte Dolomiti 2016 
Alla Ex Caserma Monte Rite, a Cibiana di Cadore (BL) artisti internazionali provenienti da diverse parti del mondo (Australia, Austria, Brasile, Africa, Finlandia, Germania, Georgia, Grecia, India, Italia, Palestina, Polonia, Russia, Slovenia, Singapore, Turchia, Stati Uniti d'America, Uruguay) esporranno le loro opere a 2183 metri.
La biennale si snoda tra pittura, fotografia, installazioni, video proiezioni, performance di danza, musica, architettura, design, con il filo conduttore di rappresentare il loro Paese attraverso le loro opere, il legame fra le arti e la natura incontaminata.  
Gli ideatori e gli organizzatori (
Ideatore e Organizzatore: Paivi Hannele Tirkkonen/Partners: Alberto Gersich, Andrea Zinato/ Curatore: Loredana Trestin) hanno pensato di ottimizzare lo spazio dell’ex Caserma a Monte Rite, Cibiana di Cadore facendolo divenire scenario di un evento di indimenticabili emozioni. La Caserma, in passato teatro di sofferenze umane  diventa, un secolo dopo, luogo di aggregazione culturale, al di là di ogni confine.
Un interloquire tra le forme d’arte e la natura incontaminata che sembrano comunicare tra loro: la natura è sempre fonte d’ispirazione sia quando è incontaminata che quando è ferita dalle armi o dagli abusi dell’uomo.
Il pensiero è di unire Arte, Cultura e Natura in una esposizione internazionale, proprio nei luoghi della Grande Guerra, come inno all’amore. L’arte permette di dare spazio alla libertà, alle idee, alla propria sensibilità: tutti aspetti che sono in antitesi alla violenza, alla sopraffazione, al conflitto.

Informazioni:
info@biennalearte.com - Paivi Tirkkonen (paiviproarte@ymail.com) Italia - www.biennalearte.com

 

Linea continua: moltitudini del disegno contemporaneo
Domani è l'ultimo giorno per vedere invece alla Galleria Interno 18 arte contemporanea, via E.Beltrami 18, a Cremona la collettiva: un allestimento a prisma, volutamente ipertrofico e prolisso, per di più “costretto” in uno spazio decurtato (l’ingresso e una sola sala anziché due), con lo scopo di ottenere maggiore immediatezza e intensità d’insieme. È l’idea di trovarsi alle prese con la circolarità.
Il confronto tra i vari disegni si declina nei modi più disparati: una calligrafia come gesto irripetibile o il suo annullamento nelle forme dell’immagine, embrione presagio di altri approdi o opera compiuta e autonoma, registrazione immediata di pensiero, appunto automatico.
Ogni nozione individuale è come un automa spirituale, ovvero ciò che essa esprime è interiore a essa, essa è senza porte né finestre; essa è programmata in tal modo che ciò che essa esprime sia in compossibilità con ciò che un’altra esprime.” GILLES DELEUZE in "DELEUZE / LEIBNIZ Cours Vincennes - 15/04/1980

Info
Orario di apertura: Sab 10:30-13:00 16:00-20:00 / www.galleriainterno18.it

Mamma anche le rondini sognano? Un libro poetico di Sandra Dema e Anna Curti, edizioni Abele

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 "Mamma anche le rondini sognano?"  di Sandra Dema (link), con le illustrazioni di Anna Curti (link) edito da Edizioni Gruppo Abele nella collana "I bulbi" (link) è un libro molto poetico e al tempo stesso molto sfaccettato, che affronta tantissimi temi in modo delicato (perché parla di desideri, di diversità, della potenza del sogno). Al posto di raccontarvelo io stessa, ho sentito il desiderio di intervistare questa autrice e porle alcune domande su temi che mi avevano incuriosito o fatto riflettere.

Come sapete, mi piace trovare un file rouge nelle cose, è non so perché, ma questo libro mi ha fatto venire in mente alcuni altri albi che hanno a che fare con i sogni, racconti e con l'impossibilità di movimento: "L'albero e la bambina", di Arianna Papini (Fatatrac, qui una recensione, ma spero prima o poi di farne una io o intervistare questa meravigliosa illustratrice autrice e arteterapeuta), e "Album per i giorni di pioggia" di David Torrent (Edizioni Corsare, scoperto grazie alla mostra Ci sono anch'io organizzata da Lo Stampatello Editore di cui ho parlato qui; qui, qui alcune recensioni). Albi diversissimi tra loro ma che appunto possono fornire spunti diversi e vanno, a mio parere, nella direzione che ha intrapreso Sandra Dema nel suo libro.
 


Parto dal un pensiero postato di recente dall'autrice sulla sua pagina facebook "Senza tanti squilli di tromba né palmi di mano che applaudono, nei primi sei mesi di vita (giugno-dicembre 2015) abbiamo sfiorato le 1000 copie vendute".
Mi viene quindi da dire che sono molto felice di sapere che il libro sta avendo successo. Come si sente all'idea di questo traguardo che non è solo legato al numero di copie vendute ma all'interesse reale per il libro e per il tema che affronta?
Sandra Dema: Consapevole del fatto che si tratta di un libro particolare, un libro da accogliere tra le mani e nel cuore, la prima reazione nell'apprendere i risultati delle vendite è stata di stupore.
Poi, passata l'euforia iniziale, ho piantato i piedi per terra e ho detto a gran voce:” Ecco la dimostrazione tangibile che le persone vogliono e acquistano anche testi così... andiamo avanti!”


Come è nato e perché? Da una sua ricerca/esigenza personale o per altri motivi?
Sandra Dema: Questo, come molti altri miei libri, è nato da un pensiero rivolto a qualcuno o a qualcosa che mi interroga, con il desiderio di parlarne in modo non consueto, leggero ma profondo, poetico.
Credo che ai bambini (e agli adulti) si debba trasmettere la bellezza, lo stupore, la capacità di meravigliarsi, di sognare, di affrontare le difficoltà, di diventare RESILIENTI (
di resilienza ne ha parlato anche Marie-Aude Murail a Mare di Libri qui) e UORI ne è un esempio.

Le rondini sono il simbolo della primavera, della stagione nuova che segue al lungo periodo di buio.
Messaggere della vita che ricomincia esortano a rimettersi all'opera, come un segno di resurrezione, di cambiamento.
 

Uori le vede volare in cielo, sente l'arrivo della primavera con i suoi colori e profumi. Poi, rapita da quel volo, si distrae e perde il palloncino.
 
Entra nel suo sogno, nel suo volo.

Al risveglio, la bambina si sente rinnovata, una nuova forza-speranza fa muovere le sue membra verso un orizzonte inaspettato.

La domanda: "Mamma, anche le rondini sognano?” non fa che rimarcare il legame tra la piccola e quegli uccellini, tra il loro volo e il suo sogno, avvenuto proprio nella stagione della vita nuova.

Se lei, dopo il sogno, ha percepito un cambiamento, allora le rondini- messaggere di vita rinnovata- non possono non sognare!!!


Come è stato sviluppato il libro insieme all'illustratrice? E' un prodotto nato a quattro mani o quali sono stati gli andamenti?

Sandra Dema: Ho proposto il testo alla casa editrice. Dopo aver ricevuto la manifestazione di interesse, mi sono attivata per trovare la persona adatta ad illustrarlo. Un'attenta ricerca mi ha condotta a Anna Curti e le ho sottoposto la storia, in accordo con l'editore.

Il suo è stato un SI immediato. Nei mesi successivi ci siamo incontrate più volte per un confronto vis à vis, affinché entrambe fossimo parte del progetto che piano piano prendeva forma.

Anna, illustratrice di lunga esperienza e sensibilità, ha espresso, accompagnato e completato in modo sublime le mie parole. 


Che parte importante hanno i sogni nei bambini e qual è il modo migliore di alimentarli? Che importanza possono avere per chi ha un qualsiasi problema e in particolare nei bambini?

Sandra Dema: Il sogno è un”attività” utile, ricarica, supera i limiti, ammorbidisce la durezza del mondo, rendendolo meno aggressivo, permette di entrare in contatto con le parti più nascoste del proprio inconscio.

Durante il sogno il cervello crea immagini nuove che vanno oltre la realtà, parlano di una passione che può essere coltivata, diventano una spinta propulsiva carica di energia. Seguirne le tracce impegna la fantasia in un progetto di cambiamento.

Per questo è importante trovare le strade per alimentarlo, non cancellare il tempo del sogno sostituendolo con strumenti che solo apparentemente possono riempirlo, proporre buone letture che aiutano a “involarsi”...
All'inizio della storia, appena ripensa il sogno Uori (sarebbe interessante capire il significato di questo nome così strano che immagino sia una scelta precisa) piange. È un momento di consapevolezza - anche perché i suoi fratelli corrono sulla spiaggia - prima di lasciarsi trascinare dai sogni o cosa?

Il nome della piccola protagonista nasce da un pensiero, dal seme che ha dato vita alla storia. Ricordo che in quel periodo stavo meditando sui CUORI, metaforicamente parlando possono essere grandi, aridi, piccoli, invisibili, spavaldi... una miriade di cuori che si incontrano ogni giorno. È stato un gioco togliere la C e lasciare UORI, come simbolo della moltitudine di cuori che batte in ognuno di noi.

UORI piange, nel mio immaginario, solo perché ha perso il palloncino distratta dal volo delle rondini.


Non appena entra nel suo mondo fantastico Uori subisce una trasformazione, perché le sue perle si intrufolano nella bocca e sente il sapore del mare. ..

Sandra Dema: Il palloncino di UORI che vola via rappresenta la prima perdita, il distacco da qualcosa di concreto e vicino.

La figura del signore dal cuore grande appeso alla giacca a righe, reale o immaginaria, si inserisce nella scena in punta di piedi, come un fuori onda. Con un gesto semplice porge alla bambina un altro palloncino a forma di cuore, (metafora del dono incondizionato). Stringendo il filo tra le dita per non farlo scappare, UORI sente che qualcosa sta cambiando, si sente leggera e capace di muoversi, si invola in quella bolla del sogno accompagnata dal tutum tutum del cuore.


Un palloncino rosso come un grande cuore la porta a viaggiare con la fantasia e lei osserva le cose con occhio critico - quelle grigie che fanno parte del mondo - poi riparte felice in una completa immersione nella natura, meravigliandosi del mondo che scopre quasi per la prima volta.

Dall'alto riesce a vedere e sentire i battiti, a distinguerne il ritmo a seconda dell'ambiente in cui si immerge, a fare sue nuove esperienze che la aiutano a crescere e a operare un cambiamento.


Come nel libro di David Torrent, solo alla fine si vede che la bambina non può camminare: questo momento nel suo libro è preparato dal guscio in cui si rifugia la bambina, come un bozzolo, un involucro che da un lato la protegge anche. È una chiusa che è certamente scelta e però spiega. Spiega la diversità. Forse è l'unico modo per farla vedere o poteva esserci un'alternativa? È stata una scelta condivisa con l'illustratrice?

Sandra Dema: Quando scrivo una storia, vedo le immagini di ciò che sto raccontando, sento i rumori, percepisco i silenzi e le pause, entro nei personaggi e vivo con loro.

In questo caso, fin da subito, la carrozzina è stata quella conchiglia e ho chiesto ad Anna di tenere fede a quell'immagine. Entrambe abbiamo concordato che avremmo svelato il piccolo segreto di UORI solo alla fine, nelle ultime due pagine, per stupire, spiazzare il lettore. Un modo per raccontare in modo diverso la diversità.


Come è stato accolto il suo libro e da chi è stato particolarmente richiesto? Ci sono domande dei bambini che si è portata dentro e che mi vuole raccontare o disegni che le hanno inviato o hanno fatto durante magari qualche incontro?

Sandra Dema: Non ho dati precisi in merito a chi abbia acquistato il libro, ma so con certezza che è presente anche presso le biblioteche di alcuni ospedali o specializzate su certe tematiche, è stato diffuso da associazioni e gruppi che diffondono la lettura dei libri accessibili, da insegnanti per la lettura in classe...

Ricordo in particolare due frasi che mi hanno colpito.

Un bambino mi ha detto:”Sandra, hai fatto bene a non raccontarci che Uori è su una carrozzina, così non ci siamo concentrati sul suo problema, ma abbiamo viaggiato con lei nel sogno, senza limiti. Solo alla fine abbiamo capito dall'immagine cosa intendevi dire con la conchiglia con le ruote “.

Un altro bambino, apparentemente distratto durante la lettura, alla fine mi ha detto:”Mi è piaciuto questo libro, dico alla mamma di comprarmelo”.


Che impatto ha avuto il suo libro sui bambini che non possono camminare? Ha qualche riscontro?

Sandra Dema: Sinceramente devo dire che questo libro è stato letto/raccontato da me e, in alcuni casi insieme ad Anna, nelle classi, nelle biblioteche, in eventi organizzati ma non ricordo particolari reazioni da parte dei bambini. Si lasciavano trasportare nel mondo di Uori con leggerezza, esprimevano il desiderio di poter fare la sua stessa esperienza, parlavano dei loro sogni...

Ho visto che ha fatto anche interventi sull'uso del libro con i bambini con disabilità. Quale pensa possa essere il suo contributo a livello di formazione e consapevolezza negli adulti.
Sandra Dema:  Ho avuto l'opportunità di partecipare ad alcuni momenti di presentazione e formazione per adulti (perlopiù insegnanti) collaborando con associazioni che si occupano di disabilità (AREA.TO,qui il link al libro, Fondazione Carlo Molo link...).

Il confronto a più voci, anche con chi non vive da vicino o sulla propria pelle quella situazione, è una crescita personale importante e spero di aver potuto dare il mio piccolo contributo con parole e immagini lievi.

Grazie di cuore a Sandra Dema per le sue preziose risposte. Spero che questa intervista vi abbia fatto venire delle domande e soprattutto la voglia di scoprire questo libro in cui si entra piano piano e che ha bisogno di un suo tempo per essere amato e apprezzato e gustato. Dimenticavo, il libro è accompagnato da un'arricchente postfazione di Angela Articoni, esperta di letteratura per l'infanzia dell'Università di Foggia. Ps qui trovate una intervista molto carina fatta da alcuni ragazzi di 5° della scuola primaria.
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