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DireFareLeggereGiocare alla Biblioteca dei Ragazzi di Rozzano: apertura e programma

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E' partita in maniera "scoppiettante" la settimana di DireFareLeggereGiocare organizzata, come ogni anno, dalla Biblioteca dei Ragazzi di Rozzano (per approfondire e sapere tutte le iniziative che organizza nel corso dell'annopotete leggere questi due post che ho scritto qui e qui).
Si tratta di una serie di appuntamenti, che indicherò alla fine del post, che si concluderanno con una bellissima e insolita "notte bianca" sabato 20 giugno.


Emanuela Bussolati, Federica Buglioni e Le storie in frigorifero
Prime ospiti d'eccezione Emanuela Bussolati e Federica Buglioni che hanno presentato e letteralmente messo in scena, con l'aiuto dei bambini presenti, alcune storie tratte dal libro "Storie in frigorifero" tutte vere... e più avventurose delle fiabe, edito da Editoriale Scienza (qui la scheda).
Non posso raccontarvi tutto il contenuto del libro perché sta a voi scoprirlo, come mio solito mi limiterò a un #fotoracconto in cui verranno fuori alcuni aspetti interessanti per cui questo libro deve a mio parere essere letto, raccontato, con pieno divertimento di tutti. Perché se si associano le storie (vere) al piacere di leggere, presto il gioco è fatto.
Mettete dunque insieme due appassionate e curiose come Emanuela Bussolati (ne ho parlato qui e qui e qui la presentazione su Editoriale Scienza) e Federica Buglioni (qui la presentazione su Editoriale Scienza), che ho avuto il piacere di conoscere dal vivo ieri, ma è nota per i suoi super laboratori di cucina e per la rubrica su MilanoBambini.it.  Prendete dei ragazzini attenti e con la voglia di trasformarsi per un'ora in re, principesse, diavoli e condottieri... Spargete un po' di oggetti di scena (creati appositamente o recuperati da armadi e posti segrete...)  e condite con letture interessanti. Presto il gioco è fatto.


Come scrivono le autrici nell'introduzione del libro "Ogni alimento custodisce dentro di sé una storia meravigliosa" e "ovunque nel mondo gli uomini hanno fatto amicizia a tavola" e infine "Il cibo è un linguaggio meraviglioso perché racconta il mondo e la sua storia". Quanto di più vero. Lo sanno bene i miei amici biologi e naturalisti appassionati del saggio dell'antropologo culturale Marvin Harris "Buono da mangiare" (edito da Einaudi) che in effetti aveva analizzato, con rigore scientifico, proprio queste abitudini culturali (qui un'interessante riflessione sul libro).

Quindi se dovessi proprio scegliere un libro adatto a #Expo15 penso che questo sarebbe uno dei miei preferiti. Perché si scoprono veramente delle curiosità insolite, ma consolidate con la ricerca accurata delle fonti e condite con un pizzico di ironia e tanti bellissime illustrazioni.

La storia della forecchetta...



dove si scopre che la plebe mangiava con cinque dita, i reali con tre e che una principessa voleva mangiare invece con la forchetta, ma non ebbe grande fortuna...
La storia è avvincente, tutta da leggere e scoprire...

I pesci delle tempeste

 una barca e un naufragio...
E i superstiti, approdati "in culo mundi" che scoprono un pesce che secca al vento e al sole senza sale...


Ecco la storia dello stoccafisso... una storia davvero affascinante e avventurosa. Federica ripercorre le tappe...

Furbo come un diavolo...

 La storia della zucca e perché in America i bambini la intagliano per Halloween...
 Jack e il diavolo...

servono anche "bambini albero"...
Una storia ricca di emozioni... e se prendete il libro scoprirete come va a finire...

Emanuela e gli animali repellenti
ci sono animali che ci fanno davvero effetto e ribrezzo, ma questo non vuol dire che in alcune culture siano impiegati per piatti prelibati. Un excursus davvero curioso. Persino la storia di un caffè raffinato che viene prodotto in un  modo mooolto particolare...

Il momento dei saluti e delle dediche

un fotografo dietro le quinte... chi lo riconosce?
Ed ecco come promesso il programma delle iniziative di #direfareLeggeregiocare
Che dire, non perdetevele!!



Area onlus, la mostra Vietato non sfogliare e Librabile

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Se siete in cerca di una raccolta di libri accessibili per bambini con necessità speciali, allora non potete non visitare “Vietato non sfogliare - Libri speciali in mostra”, un'esposizione itinerante ideata da Area Onlus, associazione torinese che “dal 1982 si prende cura di bambini, adolescenti e giovani adulti a cui è stata diagnosticata una disabilità complessa derivante da sindromi genetiche, neurologiche o da esiti di sofferenze perinatali”, come recita la presentazione. Qui potete scaricare un dossier che presenta la mostra, a cura di Scuola Italiana Moderna.


Ho avuto modo di visitare la mostra in occasione del #SalTo2015 (del Salone internazionale del Libro di Torino ho avuto modo di parlare qui,quiqui e qui) e farmi raccontare la storia dell'esposizione dalla psicologa e psicoterapeuta Rossella Bo, consigliere delegato di Area Onlus, che insieme a Elena Corniglia, dottoressa in Letteratura, filologia e linguistica italiana, specializzata in Letteratura per l’infanzia, si occupa di seguire il progetto della mostra che include la migliore produzione editoriale di libriper disabili.

Rossella spiega che “come esseri umani siamo fatti di storie, quindi cercare la storia giusta per ciascuno è importante per diventare lettori.” E prosegue aggiungendo che "avere accesso ai libri è un diritto di tutti": non vedenti, persone con disturbi specifici dell'apprendimento, autistici e sordi. I libri inclusivi impiegano spesso dei percorsi multicodice che aiutano la lettura. 


La mostra, ideata da Franco Giulitti, prevede una forma più ampia, che Rossella spera diventi prima o poi permanenente a Torino, e una itinerante, costituita da diverse “casette” in legno cui tetti sono ricoperti dai libri: unità diverse, dedicate a tipologie di libri diversi:

libri tattili con traduzione in braille e lingua italiana dei segni (LIS)
 


audiolibri


libri ad alta leggibilità (con simboli pcs, picture communication symbol


La comunicazione aumentativa è curata in particolare da case editrici come Uovonero. Qui trovate una ricca spiegazione.

libri senza parole


Sui libri senza parole ho parlato molto, se vi siete persi alcuni post vi rimando qui, quiqui e qui.

I libri sono stati accuratamente scelti e per ogni libro è stata fatta una scheda reperibile anche sul sito  Di.To (Disabilità a Torino).



Vietato Non Sfogliare"è una mostra di libri per l’infanzia accessibili in caso di necessità educative speciali dedicati al tema della disabilità: un centinaio di testi di recente pubblicazione che costituiscono uno strumento semplice ed efficace di condivisione e di crescita." La mostra è allestibile in spazi diversi, ha un costo - a mio parere - contenuto ed è semplice da montare, tutte le informazioni aggiuntive le trovate qui. Nelle diverse sezioni potrete trovare dalla fotogallery ai posti che l'hanno ospitata fino a una bibliografia dei libri selezionati per l'edizione 2015.

Spendo ancora due parole su Di.To ci si può "perdere" perché è una miniera di informazioni utili. Per esempio, attraverso questo link si accede al Progetto Librabile che come dice l'introduzione "promuove la diffusione e la conoscenza dei libri accessibili per lettori con bisogni speciali e il loro utilizzo attraverso le nuove tecnologie. I libri accessibili uniscono codici diversi, testo stampato anche ad alta leggibilità, Braille, simboli PCS e LIS, aprendo possibilità di letture senza frontiere per tutti e in particolare per bambini e ragazzi con disabilità o difficoltà di apprendimento."


Si può anche accedere a undatabasedove è possibile cercare libri accessibili e libri sulla disabilità, per poi selezionare il tipo di libro (es. audiolibro, libro per dislessia...) o il tipo di disabilità (intellettiva, motoria, uditiva, visiva, disturbi specifici di apprendimento, ), la fascia d'età (da zero a over 14 anni) o scegliere una ricerca per autore, titolo o parola chiave.

Un patrimonio accessibile a tutti, forse ancora poco conosciuto. Ma da far girare. Come sapete sono amante delle reti e dei contatti, quindi cerchiamo di crearli insieme, di sfruttare quello che esiste e mettere in relazione le persone che operano mettendo al centro i bambini e i ragazzi, qualunque necessità abbiano (anche solo quella di leggere un bel libro o un libro adatto a loro). Mi viene in mente a questo proposito Radio Magica, di cui ho parlato qui. Già due progetti bellissimi che mettono a disposizione gratuitamente molte risorse. Sfruttiamole!








Katsumi Komagata allo spazio 121+ Corraini

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Lo scorso 23 aprile, in occasione della giornata del mondiale del libro e del diritto d'autore, l'artista e illustratore giapponese Katsumi Komagata (qui una news su MilanoToday dove è riassunta la sua storia, qui e qui due post dell'illustratrice Anna Castagnoli nota per il suo blog Le figure dei Libri) ha fatto un incontro allo Spazio 121+ Corraini di via Tortona. Con molto ritardo, parlo di questo evento prezioso e imperdibile (specialmente per chi non ha potuto essere presente).

Inutile dire quanto fosse affollata la sala, piena di persone di diversa età, da bambini e bambine di uno-due anni e su su fino agli adulti, tutti allo stesso tempo estasiati dalle sue parole e dalla sua presentazione.


Occasione di questo bellissimo incontro è stata la presenza di questo grande artista e illustratore al Mimaster per un workshop di Illustrazione a Milano (beati quelli che hanno potuto farlo!).


Come forse molti sanno, Katsumi Komagata crea libri per bambini operando grazie a una casa editrice One Stroke (qui il link) che ha sede a Tokio (Giappone). In Europa i suoi libri sono editi dalla casa editrice Les Trois Ours di Parigi, potete trovare il link qui (e scoprire atelier organizzati con lui, se non volete aspettare il prossimo del Mimaster!). Ora esiste anche il collettivo "Smallworld" (di cui esiste una pagina facebook qui) che raggruppa One Stroke (Giappone), Tara Books (India), Petra Ediciones (Messico) e Les Trois Ours (Francia). Come dicono nella loro presentazione "Siamo un gruppo di editori indipendenti di diversi continenti che condividono una visione comune sull'albo illustrato per bambini". Sulle info trovate spiegate in dettaglio i punti di unione.

Il primo libro, dedicato alla figlia, per creare una relazione.


Komagata - riconosciuto da tutti come l'erede del progetto artistico e didattico di Bruno Munari - ha raccontato la sua storia, a partire dal primo libro ideato negli anni Novanta, in occasione della nascita della figlia (che ora ha 26 anni e lo segue nel suo lavoro). Con molta semplicità e naturalezza ha espresso la sua difficoltà di essere padre e soprattutto di costruire una relazione con la figlia piccola, che sembrava del tutto indifferente alla sua presenza.Non ha nascosto il suo fastidio che ha trasformato in riflessione, che si è espressa in seguito in creatività. Pensando e ripensando a cosa fare per attirare la sua attenzione, si è accorto che gli occhi di una bambina di 3 mesi erano attirati dai contrasti tra i colori e si è posto delle domande. In effetti, le donne in dolce attesa e le madri hanno il capezzolo e le areole più scure, che attirano il bambino verso il seno. E così, a partire da questo ragionamento e da queste riflessioni è nata una serie di card in cui è partito dal cerchio (blu) per poi spostarsi su altre figure geometriche quali il triangolo, il quadrato. Figure che variavano per dimensioni concentriche. Sua figlia ha iniziato a muoversi e seguire le figure...

Un progetto per i bambini ciechi


Questo libro, Plis et plans (qui link), (Coedizione One Stroke, Les Trois Ourses, Les Doigts Qui Rêvent, 2009), è dedicato ai bambini non vedenti o ipovedenti. Per poter lavorare al meglio si è fatto aiutare da una persona adulta non vedente a cui ha chiesto di "poter leggere" la copertina che era costituita da "buchi" e non rilievi (come accade nel linguaggio braille). Ha cercato di far immaginare il libro, senza parole, costituito principalmente da forme geometriche che stimolano una ricerca e un'esplorazione tattile. Con un uso del colore per favorire gli ipovedenti.

Un piccolo grande capolavoro: Little tree/Petit arbre



Questo libro magnifico che racconta il passare delle stagioni, è stato creato in memoria di uno zio a cui Komagata era molto legato e che è venuto a mancare per un male incurabile. L'artista ha raccontato che solo nel momento in cui questa persona è scomparsa ne ha compreso appieno l'importanza della presenza nella sua vita. Ha così pensato di dedicare questo albo a suo zio, un albo che racconta il cerchio e la metafora della vita, attraverso un albero.
Un grande artista, un grande uomo, una grande persona. 

Un libro che già al gruppo LIA, Leggere insieme ancora! che ha come capofila a Milano ScaffaleBasso, ho scoperto proprio allo Spazio 121+ poco prima (il resoconto lo trovate qui)

 I workshop della meraviglia e della sorpresa


Un esercizio che Komagata utilizza spesso nei suoi laboratori, che siano per adulti o per bambini, è quello di fornire una sorta di "quadrato" iniziale in cui i colori apparentementi legati in una figura geometrica, sono in realtà distribuiti e si dipanano e sparpagliano in un lungo rettangolo. Scopo del workshop è provare a congiungere e collegare gli elementi che compongono la forma iniziale (es. un triangolo) con un filo conduttore che abbia un senso. Una sorta di racconto.

Non mi dilungo a spiegare chi ha fatto cosa, Komagata ha mostrato esempi raccolti da bambini di 6 o 10 anni, di architetti o giapponesi... Vi dirò solo che questo è stato un elemento con cui ha messo alla prova la sua attuale assistente.

Vi propongo una carrellata che per me è una vera gioia per gli occhi, pensando alla creatività che ognuno può tirare fuori, indipendentemente dall'età e dalla propria cultura e vita vissuta, se ben stimolato e lasciato libero con una regia di un simile artista.









Lo scambio delle forme


Questo esercizio richiede l'impiego di fogli colorati (9): si sceglie un colore solo. Poi a ogni partecipante viene dato un altro foglio "rotto" e quello che potrebbe essere "uno scarto" serve invece per creare una nuova opera e viene scambiato tra i partecipanti (un partecipante riceve la parte esterna del foglio rotto, l'altro quella esterna). Le regole sono poche: non lamentarsi della forma che si riceve, non chiedere una forma particolare da usare. I risultati, a parer mio, sono sorprendenti.


In tutti i workshop Komagata lascia uno spazio apposito per la presentazione di ogni lavoro, che sia di una bambino o di un adulto, e alla fine scatta l'applauso da parte dei presenti. 
Una valorizzazione non banale di qualcosa in cui si è messo impegno e creatività. 

Un progetto per il reparto pediatrico delll'Ospedale di Kyushu



Komagata è un artista a tutto tondo, ha presieduto la giuria per selezionare illustratori a Bologna Book's Fair, ha fatto diverse mostre personali, ha ricevuto molti premi. Vorrei soffermarmi però su un progetto sociale che mi ha emozionato molto, dove ha potuto progettare gli spazi per i bambini malati o degenti in ospedale, curandolo sin nei minimi dettagli. L'ospedale si trova a Kyushu, la terza, in ordine di grandezza, tra le quattro maggiori isole dell'arcipelago giapponese. Il progetto ha previsto che l'artista si occupasse della realizzazione delle ambientazioni, del design degli arredi interni. Niente è lasciato al caso, anche i diversi repparti hanno colori e corrimano coerenti per orientare meglio i bambini.



Quello che mi ha fatto più effetto è anche il pensiero ai bambini che vanno dal dentista (e si sa quanto tempo passano con lo sguardo rivolto in alto... quasi quasi bisognerebbe pensarlo anche per gli adulti!). Guardate cosa ha fatto!

Le domande
Per concludere, rispondendo alle numerose domande, l'artista ha spiegato di essere consapevole che la carta sia un materiale che si può rompere e che se messo in mano a un bambino questo possa romperla. Ma questo fa parte del processo di apprendimento e attenzione. Inoltre ha raccontato come sia rimasto colpito dallo tsunami che ha portato sulla spiaggia molte fotografie e racconti e ricordi di persone che hanno perso tutto. E di come ci sia stato un lavoro per recuperare i proprietari di quegli album di foto.

Essendo stato colpito da una malattia alcuni anni fa, è consapevole che la vita vada vissuta al momento per cui ci ha lasciato con il detto "Ichi go Ichi e", ovvero, l'unica occasione di conoscersi potrebbe anche essere l'ultima (il nostro "carpe diem"). Ha voluto anche spiegarne la derivazione. Nell'antichità i Samurai avevano un alto valore sociale e non "degnavano di uno sguardo" (passatemi questa espressione) i commercianti, che per questo hanno voluto ideare la cerimonia del thé. Durante la cerimonia a cui i samurai venivano invitati, dovevano entrare nelle case piccole e basse ed erano costretti a lasciare le loro armi al di fuori. Poiché solo i samurai avevano il diritto di vita o di morte sulle persone, i commercianti erano sicuri in quello spazio e durante quell'occasione di non essere toccati.

Carrellata con amici (miei e degli albi)
Oltre all'incontro magico ed emozionante con una persona speciale, quella serata è stata bellissima perché ho potuto rivedere tantissime persone che sono accumunate alla sottoscritta dalla passione per gli albi illustrati e i libri d'artista.
Eccone alcuni... de Il Mondo di Cì non ho una foto ma un post che ha giustamente fatto molto prima di me! Eccolo qui.
Chiara Torelli, illustratrice e gruppo LIA Milano.
Roberta Quirico, educatrice, gruppo LIA Milano
Da sinistra, Giordana Piccinini, vicepresidente dell'associazione culturale Hamelin (ha parlato qui) , e l'artista, interior decoretor Francesca Zoboli.

Da sinistra, l'illustratrice Vessela Nikolova (del suo ultimo libro illustrato ne ho parlato qui) e Franco Fornaroli, direttore della Biblioteca di Melegnano (ne ho parlato qui)

 L'illustratrice Ilaria Faccioli, con la sua "creatura".

 Vessela Nikolova e Giordana Piccinini.

Giordana ha scovato un tesoro...

#senzaleparole Cartoline di pace per Lampedusa nelle Biblioteche rionali milanesi

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Si è concluso a giugno il progetto partito a novembre scorso nelle biblioteche rionali milanesi che hanno supportato IBBY (IBBY - International Board on Books for Young People) Italia presentando mostre sui libri senza parole oltre a quella istituzionale, realizzata presso il MUBA (qui e qui trovate info) e incontrando le scuole e in alcuni casi anche le famiglie.

Un'iniziativa che ha riscosso molto successo e riassunta anche nell'articolo uscito su Milano Sud.

Biblioteca Sant'Ambrogio


La prima ad aprire e l'ultima mostra a chiudere i battenti (15/11/2014-15/06/2015), insieme alla Biblioteca Gallaratese, è stata quella organizzata presso la Biblioteca Sant'Ambrogio, grazie forse all'entusiasmo della bibliotecaria per ragazzi Gabriella Marinaccio (ormai nota agli amanti del mio blog dato che ne ho parlato qui e qui) che insieme a Cristina Honorati,Referente Ufficio Acquisto Libri e Progetto Ragazzi, hanno coinvolto così bene i colleghi che il progetto si è esteso al sistema bibliotecario urbano (e oltre...).
Qui sotto vedete "concentrate" le cartoline realizzate nell'ambito di alcuni incontri.

La classeIV della scuola primaria di San Colombano
 

Classe 2B della scuola primaria di Pescarenico

IV B - Scuola primaria San Paolino


La biblioteca ha anche realizzato due incontri dei Croccanti coccodrilli un gruppo di lettura dedicato alle famiglie.

Partendo quindi da immagini di Sant'Ambrogio, che ho realizzato riuscendo a visitare la mostra anche se non a raccontarvela nei dettagli (quanti bei libri in mostra... ma ricordatevi che nelle biblioteche ci sono e verrà creata proprio una sezione silent book quindi andate in biblioteca, mi raccomando!), concludo questa bellissima esperienza che ho visto nascere dagli esordi e seguito da vicino al MUBA lo scorso anno, con una serie di racconti e testimonianze di diverse biblioteche che hanno partecipato attivamente con le scuole, realizzando una serie di cartoline per la pace (su spunto della pedagogista Francesca Romana Grasso - Edufrog e di Marina Petruzio, autrice di recensioni di albi illustrati su Luuk Magazine). Non potendole farle arrivare fisicamente a Lampedusa, questo spazio vuole far arrivare virtualmente questa raccolta all'isola, perché davvero si possa creare una biblioteca per i migranti e per chi ci abita, come auspicio di IBBY.
 

Biblioteca Villapizzone
 

Riprendo il commento diretto di Gilda Tella che insieme alla collega Lucilla Rigoberto ha inviato a Gabriella le sue impressioni sugli incontri realizzati. Non tutte le classi che hanno partecipato al laboratorio sui Silent Book hanno disegnato la cartolina. La mostra è durata dal 1° dicembre 2014 al 28 febbraio 2015.
Le cartoline esposte sono quelle della classe 1A della scuola primaria Console Marcello accompagnata dalla maestra Rampi. In questa occasione sono stati letti i libri Oh no, In linea, Abbracciami, Telefono senza fili.
I bambini hanno poi avuto modo di guardare e sfogliare i libri in mostra e per concludere hanno giocato al telefono senza fili.

In altre occasioni i bambini si sono cimentati nel gioco del mimo di alcuni titoli dei libri in mostra
In altre ancora sono stati divisi in gruppo e invitati a scrivere i dialoghi delle storie, in particolare Il mio leone, Il bradipo dormiglione, L'onda.
Gilda prosegue dicendo "Mi ha colpito in particolare vedere come ognuno ha scelto di mandare il suo messaggio, la sua cartolina ai "bambini di Lampedusa" così tanto distanti da loro. Molti l'hanno fatto rappresentando delle immagini della storia, altri utilizzando case, parco giochi/ponti o navi che trasportano i libri e le cartoline.
E' piaciuto molto il libro "Oh no" (alcuni bambini infatti hanno riprodotto l'immagine sulla cartolina). In particolare i bambini si sono divertiti a provare ad anticipare cosa sarebbe successo.
Tutti hanno mostrato interesse a guardare i libri in mostra e a giocare con alcuni (es. ricerca del pallone giallo), o a far parlare i personaggi.
La lettura del libro Il telefono senza fili ha dato lo spunto al gioco che, come spesso succede, ha prodotto frasi completamente diverse rispetto a quelle iniziali e grandi risate.
"
Biblioteca Baggio


Nadia Antoci racconta che le cartoline sono state prodotte dagli allievi di una classe III e una classe IV della scuola "Nagib Mahfuz" Scuola Araba bilingue (via Stratico 7). Durante i due incontri sono stati letti tanti libri; solo per citarne alcuni Zoom, Il Viaggio, Torte in tavola.
Nadia prosegue "I ragazzi hanno reagito entustiasticamente e hanno coralmente letto i libri proposti, dimostrando coinvolgimento e divertimento. Le cartoline esprimono le suggestioni date dalle letture affrontate, il pensiero rivolto a una persona o un luogo lontani e per un gruppetto di bambine ha rappresentato l'occasione di dedicare un pensiero e/o un disegno alla loro mamma in quanto l'incontro coincideva con la data della festa della mamma in Egitto".
La mostra è durata dal 5 al 28 marzo 2015.

Biblioteca Accursio

Rosa Restelli racconta che le cartoline inviate alcune delle quali già pubblicate su Facebook gruppo sperimentale ragazzi, sono quelle degli studenti della scuola primaria Magreglio II°A II°B, III°B
che hanno apprezzato molto gli album esposti e "letti" in particolare "Onda" di Susy Lee e Il pappagallo di Monsieur Hulo. "Inoltre l 'insegnante della III°B signora Graziella Rocchi con studi di grafica e illustratrice ha portato a scuola le cartoline per far creare anche ai suoi studenti un album illustrato, che forse verrà concluso nel corso del prossimo anno scolastico.
l libri esposti sono piaciuti molto anche a studenti universitari che abitualmente vengono a studiare , adulti che hanno "scoperto" il libri senza parole."
La mostra è durata dal 14 novembre al 14 dicembre 2014.

Biblioteca Gallaratese





Francesca Barzo e Mariagrazia Nobile hanno raccontato a Gabriella la loro esperienza. La Biblioteca rionale Gallaratese allestito nella propria sede una piccola mostra con i Silent Book posseduti e proponendo alle scuole attività collaterali fino al 15 giugno.

"Con l’inizio del nuovo anno abbiamo pensato di promuovere l’iniziativa inviando una lettera, insieme al relativo materiale (brochure, depliant, locandina) ai referenti scolastici, con cui abbiamo rapporti di collaborazione ormai da diversi anni, invitandoli a venire con le classi in biblioteca per far conoscere ai ragazzi un libro, quello dei senza parole, che offre un tipo di lettura basata esclusivamente sulle immagini, soprattutto nel caso in cui non ci fosse stata la possibilità di visitare la mostra del MUBA.

La visita sarebbe stata accompagnata da un laboratorio in cui avremmo letto un libro senza parole lasciando parlare le immagini e, infine, proposto ai ragazzi di illustrare la cartolina bianca, appositamente realizzata per l'evento, ispirandosi al silent book.

Purtroppo, la nostra proposta non aveva suscitato alcun interesse, nessuna scuola ci aveva contattato e quando arrivavano le classi per le consuete visite guidate alla proposta del laboratorio con i Silent book le insegnanti rifiutavano optando per altre attività.

Francesca ed io ci siamo interrogate sulla causa di questo rifiuto e abbiamo pensato che probabilmente fosse dettato dalla paura di cimentarsi in qualcosa di insolito, di dare vita a diverse storie possibili che ciascuno avrebbe potuto leggere a suo modo, senza una narrazione precostruita.

Così, durante una visita guidata con una classe, molto motivata, di seconda elementare al termine della tradizionale lettura ad alta voce, abbiamo preso Il telefono senza fili, che per le caratteristiche e le grandi dimensioni delle immagini si presta ad essere visto bene anche da lontano, e abbiamo iniziato a “raccontare” le immagini mostrandole ai ragazzi. E’ stato un successo clamoroso: i bambini si sono uniti a noi, ognuno diceva quello che l’immagine gli trasmetteva, divertendosi tantissimo. Molti bambini hanno chiesto di prendere in prestito un senza parole. Le insegnanti, visto tanto successo, ci hanno chiesto maggiori informazioni sull’iniziativa, prendendo il catalogo della mostra del MUBA e le cartoline bianche che avrebbero fatto disegnare in classe (causa mancanza di tempo) e poi ci avrebbero restituito.

Anche se ormai in primavera inoltrata, abbiamo ripetuto l’esperimento con altre scuole primarie: Cilea 2^ A, Cilea 2^ B e Viscontini 2^ B. Il successo maggiore lo abbiamo avuto con le scuole dell’infanzia “Betti – Visconti” e “Cilea”, probabilmente perché, non sapendo ancora leggere, i bambini si lasciavano completamente guidare dalle immagini e dalle sensazioni che queste trasmettevano loro. Ogni bambino ha letto una pagina del libro, creando, una catena di storie diverse che si intrecciavano tra loro. E’ stata un’esperienza stupefacente anche per gli insegnanti che hanno visto partecipare attivamente bambini timidi, introversi, e quelli con difficoltà cognitive, tanto da ripetere l’esperienza in classe prendendo in prestito alcuni senza parole.

I titoli che hanno riscosso maggior successo tra i bambini della scuola materna (Vado a scuola, Basta pannolini, Due amici in città) sono quelli in cui, sfogliando tra le pagine, hanno potuto riconoscere scene a loro familiari, individuare oggetti noti, che fanno parte della loro vita quotidiana a cui sanno dare un nome. In questo modo, sollecitati dalle nostre domande, hanno saputo individuare i nessi logici esistenti tra le immagini e, con le parole giuste, raccontare ognuno la propria storia.

C’è posto per tutti, Non perdere il filo, Tortintavola. Ma la torta dov’è?, Il telefono senza fili e Il viaggio, sono stati, invece, molto apprezzati dai bambini della scuola primaria.

Nel complesso è stata un’esperienza molto emozionante e stimolante anche per noi perché ci siamo dovute mettere in discussione, liberandoci dal ruolo di adulte e … ritornare un po’ bambine, lasciando libero sfogo alla fantasia, al sogno."

Lamostra è durata dal 14 novembre 2014 al 14 giugno 2015.

Non ho parlato della mostra presso la Biblioteca Venezia ma ricordo che trovate info qui (e ho messo anche altri link all'inizio del post).

Gioielli d'artista a Valenza. Damiani e la tradizione orafa.

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Rimarrà aperta fino al 2 agosto la mostra "Valenza e l'arte del gioiello. Damiani e la tradizione orafa. Gioielli d'artista a cura di Vittorio Sgarbi" presso il Museo del Gioiello Valenza, nella prestigiosa sede di Villa Scalcabarozzi, in provincia di Alessandria.

L'esposizione è suddivisa in tre parti: la prima dedicata alla Maison Damiani, che a Valenza ha le sue radici, la seconda alla selezione di gioielli d'artista, la terza  è dedicata alla tradizione orafa valenzana.

La MaisonDamiani


Il piano nobile di Villa Scalcabarozzi è dedicato alla Maison Damiani che in questi novant'anni di attività ha contribuito a portare prestigio al nostro Paese in tutto il mondo. L'allestimento, a cura di Damiani, riporta attraverso una selezione di oggetti e immagini la storia di un'impresa che è nata grazie a Enrico Damiani, orafo di grande talento, seguito dal figlio Damiano che ha portato avanti tradizione e innovazione.
Ora l'attività è seguita dai nipoti Enrico, Guido (presidente dell'azienda), Silvia e Giorgio.
Un'azienda che detiene il record di 18Diamond International Award (Gli Oscar mondiali della gioielleria) vinti (qui link) e che nonostante la sua fama (è presente nelle principali città del mondo) ha scelto di ritornare e riaffermare le sue radici anche a Valenza. Qui il sito dell'azienda con la storia della famiglia.







Gioielli d'artista 
  
Al piano superiore della villa si trova la mostra dedicata a una cinquantina di artisti moderni e contemporanei selezionati dal critico d'arte Vittorio Sgarbi in collaborazione con Renata Cristina Mazzantini, che ha curato anche l'allestimento.

La statua "gioiello" dell'artista Igor Mitoraj.

L'artista Nado Canuti, presente con i suoi gioielli in mostra.
Tra gli artisti presenti, si va da Giacomo Balla a Salvador Dalì, da Giorgio de Chirico a Lucio Fontana, da Gaetano Pesce ad Arnaldo Pomodoro, da Man Ray a Mimmo Rotella, da Sonia Delauneay a Nado Canuti. Poche le "quote rosa" ma mi ha fatto piacere vedere anche esposte opere di artiste donne, come Lisa Sotilis.







Nado Canuti accanto alla collana "come un fiore si apre, anni Ottanta.
In dettaglio la collana di Canuti.

I gioielli di Arnaldo Pomodoro.
La collana di Ringo di Dakar.
I gioielli di Federico Bonaldi.
Il vortice geometrico del gioiello "Luce" di Giacomo Balla.

 
Dal catalogo della mostra, la parte dedicata a Salvador Dalì e ai sui "orecchini telefono", anni Cinquanta.

La spilla splendente "Rhytme sans fin" dell'artista russa Sonia Delaunay, anni 70.


Per inciso, non essendo esperta d'arte, non avrei mai scoperto Sonia Delaunay se non avessi scoperto "Alfabeto", un libro voluto e ideato da Rosellina Archinto che dopo un lungo rapporto epistolare convinse l'artista a pubblicare un libro per bambini, ora edito da Babalibri (qui link).
 
Dal catalogo della mostra, la pagina dedicata all'artista Nado Canuti.

Sono fiera e onorata di aver partecipato all'inaugurazione della mostra accompagnando Nado Canuti (qui il link), artista e uomo eccezionale, che ha portato gioia, creatività e molto altro anche nella mia vita personale.

La sezione dedicata agli orafi valenzani 



La sezione della tradizione orafa valenzana ha avuto il contributo dell'Associazione Amici del Museo d'Arte Orafa di Valenza (qui link) e della scuola di formazione professionale dell'alessandrino For.Al "Vincenzo Melchiorre" (qui link), per quanto riguarda il ricco materiale storico in esposizione a cui si aggiungono alcune storiche ditte valenzane che contribuiscono con la loro partecipazione a mostrare l'alta gioielleria che viene realizzata nella città di Valenza.
La mostra è arricchita da una serie di fotografie in bianco e nero di Carlo Lenti, che documentano il lavoro nelle fabbriche della nostra città e come i gioielli made in Valenza siano fatti ancora a mano (questo è uno dei valori aggiunti della produzione orafa).


L'inaugurazione


La mostra è stata inaugurata l'11 giugno alla presenza dell'ex sindaco Sergio Cassano, del critico d'arte Vittorio Sgarbi, del presidente della Maison Guido Damiani. 
L'esposizione è stata organizzata dal Comune di Valenza in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria (grazie al presidente Pierangelo Taverna che ha fortemente sostenuto l'iniziativa). Il coordinamento generale della mostra per le tre sezioni è a cura di Marco Cavallera (Dirigente del Settore Cultura), Riccardo Massola (Responsabile del Centro Comunale di Cultura) e della storica dell'arte Francesca Rusconi.
Sotto, i giardini della Villa Scalcabarozzi prima dell'inaugurazione.


Prima dei discorsi Vittorio Sgarbi è stato accompagnato dalla curatrice Renata Cristina Mazzantini a visitare l'allestimento dei gioielli d'artista.

Vittorio Sgarbi con Renata Cristina Mazzantini.
Durante l'inaugurazione sono state dette molte cose. Innanzitutto l'impegno di Damiani di rimanere nella terra d'origine, che trovo un grande atto di generosità, di forte significato simbolico, di cui penso ci sia bisogno in questo momento. Vittorio Sgarbi ha passato in rassegna tutti i cinquanta gioielli esposti evidenziandone pregi e difetti. Una cosa che mi ha particolarmente colpita e che condivido è che un gioiello è un'opera d'arte in miniatura con alcune specificità, per cui deve essere pensata appositamente senza riproporre qualcosa di monumentale semplicemente in piccolo. Dietro a un gioiello c'è un progetto specifico e preciso. Questo mi riporta anche alla memoria un incontro felice di qualche tempo fa di alcuni gioiellieri di Milano, Luigi Sala Gioielli, che condividono questa filosofia. Ne ho parlato qui.


Da sinistra, l'ex sindaco Sergio Cassano e Vittorio Sgarbi.
Da sinistra, Pierangelo Taverna, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, e Riccardo Massola, Responsabile del Centro Comunale di Cultura.
Da sinistra Vittorio Sgarbi con Guido Damiani presidente della Maison.
Da sinistra Vittorio Sgarbi, Guido Damiani, Pierangelo Taverna, Nado Canuti,  Renata Cristina Mazzantini, Francesca Rusconi


Da sinistra, Renata Cristina Mazzantini, Nado Canuti e Francesca Rusconi.
Vittorio Sgarbi e Nado Canuti.


Info pratiche: la mostra, ospitata a Villa Scalcabarozzi, via Mazzini 42-44, a Valenza (AL), è aperta il giovedì e il venerdì, dalle ore 15.00 alle ore 19.00, il sabato e la domenica con orario continuato dalle ore 11.00 alle ore 19.00. Il sabato e la domenica alle ore 11.30 e alle ore 17.00 sono previste visite guidate gratuite alla mostra. Il costo è di 7 euro (biglietto intero) e 5 euro (ridotto per studenti, under 18, over 70, utenti Unitre Valenza e visitatori Expo con biglietto).
Per essere aggiornati sulla mostra e su eventuali eventi è possibile consultare la pagina facebook del Museo del gioiello Valenza (qui il link).

Già otto anni... auguri Marco

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La nonna ricorda che la sera prima ho mangiato molta minestra di pesce. Io ricordo solo che avevo la  pancia alta, qualche dolorino quà e là e siamo andati a prenderci un aperitivo con Stefi, Aldo Monica e Bruna. Non avevo molta dimestichezza, non avevo neanche fatto un corso pre parto tranne un bellissimo corso in piscina con Renata, dove ho conosciuto alcune persone che mi sono rimaste nel cuore. E quindi, quando a notte fonda ho iniziato a provare qualcosa non sapevo cosa fosse, ricordo di essermi cacciata in bagno per non disturbare tuo papà che dormiva con un libro sulla gravidanza. Cercavo di capire se le contrazioni fossero vere o false (erano false...).

Mi sono fatta un bagno caldo, ho atteso che arrivasse il giorno. Poi al mattino ho svegliato il papà e gli ho detto che era arrivato il momento.
Tutti i nonni sono stati avvertiti e sono arrivati in schiera. Ricordo che ero già un pochino dilatata e nonna Paola ha detto "anche a me è successo e dopo poco era nato Tomaso". Beh, non è stato proprio così. Ci sono volute otto ore (fisiologico e tollerabilissimo). Avevo il terrore dell'epidurale e volevo partorire in acqua. Mi ero esercitata a fare yoga per un mese ogni giorno per essere pronta ed elastica. Ma tant'è. Le acque non si rompevano. E nessuno me le ha rotte.
L'infermiera che doveva farmi un'iniezione antibiotica mi ha gonfiato il braccio come un pallone (e io alle prime armi avevo anche timore a chiedere se fosse normale). Il dolore andava e veniva e io urlavo, urlavo (e il papà a un certo punto sentendo me urlare nella stanza e un'altra mamma in un'altra, perfettamente alternate, si è messo a ridere. Ora anche io rido. Ma allora l'ho fulminato con lo sguardo...). Senza sapere, come avrei appreso poi, che si possono modulare le contrazioni proprio con la voce. Ma ero inesperta, era estate, nessuno sapeva usare la vasca per il parto in acqua e mi si sono tolti tutti i fili. Alla fine mi sono ritrovata a partorire sdraiata (io quello che non volevo) con qualcuna che non riusciva a consigliarmi bene, forse anche lei alle prime armi. Ma ricordo il primario di allora. In un momento critico in cui sembrava esserci qualche cosa che non andava, eccolo apparire. Io non riuscivo neanche a pronunciare il mio nome e ho saputo solo dirgli "Ah, lei è quello delle presentazioni...". Mi ha messo la mano al punto giusto sulla pancia e tu sei uscito, piangente.

Io non capivo più nulla ero stordita. Il tuo papà invece era lì, si è goduto i primi momenti con te, ti ha visto tagliare il cordone ombelicale, lavare e ti ha preso in braccio e mostrato a tutti. Felice e commosso. Io ro stanca, ma ricorderò sempre, dopo, la mezz'ora passata insieme noi tre. Le mani del papà che ho strizzato all'infinito quando avevo dolore. I suoi massaggi al momento giusto. Tu eri lì, bellissimo e unico. Avevi sonno e ti ho lasciato dormire. Mi piaceva guardarti, vedere la perfezione di un esserino che fino a poco prima avevo solo immaginato. Ma quando sei arrivato tutto si è rivoluzionato, noi siamo diventati genitori, Paola Antonio Nado e Marcella nonni, Tomaso e Fabrizia (di adozione) zii. Ricordo di avere chiamato Yael perché sei nato il giorno del suo compleanno.




Ricordo tante cose bellissime e mi sembra impossibile che siano già passati otto anni.

Sei cresciuto in fretta. Da sempre ti sono piaciuti i libri. Soprattutto ascoltare leggere...


Sei sempre stato curioso, dolce, affettuoso, molto sensibile e creativo.


Diventare fratello ti ha scombussolato un po', forse un bel po' la vita, ma alla fine nonostante grandi lotte, piacchiate e pianti, tu e Andrea vi volete un sacco di bene.


Lo difendi sempre quando occorre e questa è una gran bella virtù.


Gli insegni a giocare all'ipad...


Pian piano, con fatica, stai imparando a leggere da solo.




Dici che da grande vuoi fare l'inventore insieme al tuo amico Pietro e i tuoi #marcopensiero accompagnano non solo me ma altre persone che ti vogliono bene e ti ammirano.

Ti piace esplorare...

 E con mia somma gioia ora ti interessa anche la natura...


Ti piace inventare, creare dal nulla.

Ti piace stare con lo zio Tomaso per cui hai un'enorme ammirazione e con cui hai un'intesa speciale.

Grazie a Moreno stai crescendo a judo....

Sei uno scacchista nato...

A volte disegni anche se non ti senti bravo ma i tuoi ritratti a me piacciono molto e anche il tuo stile, per ora non ancora stereotipato.



Ti auguro di rimanere felice, libero, spensierato e creativo nonostante tutto e tutti. Tanti auguri, la tua mamma.



Talvolta, Felicità è osservare i bambini divertirsi

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Talvolta le piccole cose sono le più importanti. 
Basta saperle vedere e avere la fortuna di osservarle



Incontro LIA Milano sugli Alberi allo Spazio 121+

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Maria e Lorella
Sabato 28 marzo alle 15.30 un ristretto ma appassionato gruppo LIA (Leggere insieme ancora) Milano si è riunito allo Spazio 121+, una bellissima Libreria Corraini, in via Savona 17/A. Per me era prima volta e sono arrivata carica di aspettative ed emozionata. E sono uscita ancora più carica di energie di quando sono entrata. Finalmente ho conosciuto Maria (Scaffale Basso), con cui ho avuto diversi scambi via facebook,

Lorella.
ritrovato con piacere Lorella (con cui a fasi alterne ci siamo incrociate, dal convegno "L'editoria per l'infanzia volta pagina. Riflessioni e domande sul futuro del libro per l'infanzia" organizzato nel 2012 per la prima edizione di Bookcity, di cui ho parlato sul blog dei Topipittori qui, alla quarta edizione del Digital Readers di Rozzano - ne ho parlato qui - fino alla mostra "Inventario tra le parole e le immagini di Emme edizioni 1966-1985" di cui hanno parlato Il Mondo di Cì,Murasaki No Nikki e Measachair), rivisto con entusiasmo Caterina (Il Mondo di Cì) e...

Virginia.
... conosciuto Virginia (la foodblogger del gruppo) ...
Marina.

... Marina, che gestisce con passione lo spazio 121+ (da cui ho scoperto anche da dove origina il nome... la libreria temporanea doveva durare 121 giorni ma ora - per fortuna - è diventata permanente!!) e Chiara, con cui ho scoperto di condividere la passione per l'illustrazione naturalistica (la sua botanica, la mia zoologica).


Maria, che coordina sin dagli esordi il gruppo LIA di Milano città (i resoconti degli incontri precedenti li trovate qui: lupi, nonni, streghe, silent book, arte), ha esposto le sue riflessioni sul tema, avendo trovato due filoni: quello dell'albero genitore (generatore, padre) e quello dell'albero come elemento di godimento estetico e pace. Per il primo ha portato come esempio "Chissà dove"  di Cristiana Valentini e Philip Giordano (Zoolibri), che racconta la storia di un piccolo seme che viene protetto dal grande albero finché non viene mangiato da un uccello. Ho visto che questo libro, ora uscito nella nuova edizione che riporta in copertina un cuore fustellato, è inserito nella bibliografia di Segni d'infanzia 2010


 Nell'albo "Nei guai" di Oliver Jeffers (Zoolibri) - qui la recensione di Libri e Marmellata - l'albero è invece un contenitore, che raccoglie ed è - come ha ricordato Virginia - l'elemento senza il quale non ci sarebbe il libro.



Ha poi presentato il suo libro preferito sugli alberi (e come non darle torto?): Petit arbre di Katsumi Komagata. Qui il suo fresco resoconto sul nostro incontro.
Chiara
Chiara ha portato “Palloncino rosso” di Kazuaki Yamoda, Miniedition (stesso autore de “Il pianeta che cambia”), per mostrare quanto siano belli gli alberi rappresentati che accompagnano la storia.
Ha anche mostrato “La bambina e il lupo”, illustrato da Chiara Carrer (Topipittori), spiegando come il rosso sia a suo modo un vero e proprio personaggio, che conferisce peso alle immagini (se ne è parlato a “Alle nove da Babar” quando il tema era proprio il “Rosso”), mentre ha spiegato come gli alberi appuntiti diano un voluto senso di inquietudine.
Infine, ha portato come terzo esempio “L'orso che non c'era” (Il Baleno edizioni), suscitando un'animata discussione. Maria ha infatti spiegato come abbia intravisto in questo albo una storia parallela a quella di Alice nel paese delle meraviglie (ne ha parlato qui).

Marina dal canto suo ha spiegato come il testo – l'autore è israeliano – sia molto particolare, forse in parte per la traduzione.

Virginia ha affrontato il tema alberi attraverso due filoni: quello dell'albero come fonte di vita (e ha portato l'esempio di “Saremo alberi” di Mauro Evangelista, di cui ho parlato qui (Artebambini), dove si trova l'albero che esprime personalità con un richiamo a Munari, e “L'albero alfabeto”, di Leo Lionni (Babalibri), dove le foglie richiamano gli uomini che si mettono insieme a creare una comunità.

Altro è il filone dell'albero come “espediente letterario”, come chiave di volta, come accade in “Nei guai” di Oliver Jeffers.

Ha anche presentato un silent book “Oltre l'albero” di Mandana Sadat (Artebambini) dove addirittura la vecchia, che sembra una strega, ha un po' le sembianze di un albero.
Un altro bellissimo silent book (che ho scoperto alla mostra IBBY dei libri senza parole di cui ho parlato qui) è “La casa sull'albero” di Marije Tolman e Ronald Tolman dove l'albero è casa, un posto accogliente.


Lorella ha presentato tre albi. Erbario di Emilie Vast

(dal canto suo Marina ha tirato fuori altri libri dell'illustratrice).




Nella foresta del bradipodi Anouck Boisrobert, Louis Rigaud, Sophie Strady facendoci vedere come la deforestazione possa essere raccontata in modo immediato e poetico (Marina con il suo occhio esperto di libraia ci ha parlato della versione originale di Memo editions).

Presentandoci Jane, la volpe e io di Isabelle Arsenault e Fanny Britt (Mondadori), Lorella ha spiegato la funzione rigeneratrice del verde, che compare a un certo punto a “colorare” il grigiume delle pagine e ci ha raccontato come questo albo sia tra i finalisti al Bologna Book Award.


Caterina ha esordito spiegandoci che avrebbe proposto albi che sono piaciuti a lei e altri che sono molto amati da sua figlia.

Ha iniziato presentandoci la forma a soffietto – non a caso è nipote di un tipografo, buon sangue non mente! - di Concerto per alberi di Laetitia Devernay, (Terre di Mezzo): so già che se non riuscirò ad avere questa edizione, l'altra al confronto mi sembrerà sempre scialba. Marina ha raccontato quanti metri sia lunga (non ricordo, accipicchiolina!!).

Con Il bosco delle meraviglie di Hoda Haddadi e Ragusa (Terre di Mezzo) ha spiegato come questo albo sia a misura di bambino, anche per il linguaggio impiegato.


Family book di Todd Parr presenta un albero che accoglie tutti ed è un libro dal lessico semplice, perfetto per chi voglia approcciare l'inglese.

Caterina ha poi presentato velocemente Per fare un alberodi Rodari, illustrato da Silvia Bonanni, che ricorda un po' le illustrazioni di Carle e Lionni, che fornisce una lettura multilivello perché presenta tante piccole cose con minuzia di particolari che si fanno osservare con cura.

Ci ha fatto anche scoprire un libro molto poetico, Un giardino sotto terra di Jo Seonkyeong (Jacka Book), che mostra un grande amore per i dettagli e la precisione. Racconta la storia di un signore che fa le pulizie in metropolitana e che ama fare con precisione il suo lavoro. La sua iniziale frustrazione per un cattivo odore che arriva di sotto, sarà il motore per una meravigliosa trasformazione di quel luogo, che da anonimo rende colorita la vita agli altri tanto da far cambiare umore. Il suo bosco sotterraneo cresce pian pian ed esce in superficie tanto da creare attenzione nei media. Albero quindi come metafora del cambiamento.

Caterina ha concluso con un altro albo molto interessante, che per illustrazioni richiama l'arte di Klimt, "La furia di Banshee" di Jean Francois Chabas e David Sala, in cui si racconta la storia di una piccola fata, che nella tradizione celtica scatena gli elementi, che alle sue spalle ha un albero che placa la sua furia. La foresta quindi la contiene, mentre il mare è un elemento che fa sfogare la sua ira. Un'ira così potente da scatenare marosi, tanto che i marinai, disperati, cercano di placarla. Alla fine si comprende che la sua ira era dovuta all'aver perso la sua bambola preferita.

Anna Per finire, eccomi con i miei libri,

alcuni già affrontati da Valeria (L'albero di Iela Mari e Saremo Alberi). Io ne ho parlato qui.

Mi sono concentrata su due albi che mi hanno particolarmente emozionata.
Per prima “L'albero e la bambina” di Arianna Papini (Fatatrac), in cui l'albero ha un desiderio particolare, quello di poter volare, di poter tornare seme per viaggiare e non rimanere ancorato alla terra "in un abbraccio perenne". L'albero è al tempo stesso "bellissimo e triste", perché anela a ritrovare la libertà. Ma lungo il suo cammino incontra una bambina, "Bella era, come il sole." con capelli "di grano", ma che ha difficoltà a parlare "le sue parole si fermavano a metà oppure iniziavano un po' dopo il normale". Ma di fronte a quell'essere così vecchio e maestoso gli rivolge una semplice domanda “Albero ma te sai volare come uccellini?” L'albero rimane incuriosito e scopre dalla bambina che si può fare tutto, si può volare sulle ali della fantasia. Un albo poetico e ricco, non a caso frutto del pensiero di un'autrice e illustratrice che amo e stimo tantissimo. Arianna Papini.

Poi ho presentato velocemente “L'uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono (Salani), nella versione consigliata da Chiara Carrer a un suo corso, che prevede anche un bellissimo film d'animazione di Frédéric Back (l'originale ha la voce di Philip Noiret, la versione italiana la voce di Toni Servillo), che ha preso anche un Premio Oscar per miglior film d'animazione (1988). Il libro ha venduto in Italia oltre 200mila copie. La storia dimostra quanto la costanza e la volontà delle persone – un po' come nel libro mostrato da Caterina– possano provocare un cambiamento positivo e impensabile. E' la storia di un pastore, semplice e modesto, ma curato ("notai che l'uomo era rasato di fresco, che tutti i suoi bottoni erano solidamente cuciti, che i suoi vestiti erano rammendati con la cura minuziosa che rende i rammendi invisibili") e dall'animo buono, che oltre la cinquantina decide di piantare ogni giorno un centinaio di ghiande, proseguendo in questa ostinata volontà per decenni, fino a trasformare completamente l'ambiente (prima arido ed esposto ai venti), rendendolo fecondo (l'acqua ritorna nel greto dei rivoli) e cambiando completamente la vita e l'umore delle persone. Insomma, volere è proprio potere.

Infine, ho mostrato alcune carte da gioco, acquistate anni orsono, che al posto di avere picche, cuori, fiori e, hanno ciascuna un albero diverso. In effetti, da noi manca la consuetudine tipica inglese per cui tutti sono ornitologi o appassionati di piante anche se non se ne occupano per lavoro. Come sarebbe bello avere una tale cultura naturalistica in Italia. Io ci spero ancora, perché solo in questo modo, attraverso la conoscenza, si può avere reale coscienza del pericolo che corre ogni giorno il nostro patrimonio naturalistico, animale e vegetale (basti pensare che l'Italia è uno degli hot spot, ovvero punti caldi della biodiversità e non lo sa quasi nessuno). Ma questa è un'altra storia... o un altro o altri post. (sono temi a me molto cari).


Saluti veloci, baci, arrivederci e... meravigliosi dolci preparati da Caterina (a sinistra) e  Valeria (a destra). Dimenticavo, Marina, grazie per il caffè!



Laboratorio a merenda con #tararìtararera e #mappalettura

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Domenica 22 marzo protagonisti al Laboratorio a merenda alla Feltrinelli RED di piazza Gae Aulenti a Milano sono stati i piripù, i meravigliosi personaggi inventati dall'estro di Emanuela Bussolati. La serie prevede tre libri: Il primo, “Tararì tararera”, di cui ho abbondantamente parlato qui, ha valso ad Emanuela un premio Andersen
Per essere quanto mai coinvolgente e godibile, di assoluta originalità. 
Per essere un libro semplice e lineare frutto di un attento e colto progetto linguistico e grafico. 
Per regalarci un implicito invito a far sì che piccoli lettori e adulti possano incontrarsi e stare felicemente insieme.
Qui potete leggere l'emozionante racconto da parte della stessa Emanuela Bussolati.
Il secondo libro della serie è “Badabùm” (i miei bimbi impazziscono letteralmente per il "tiritrillo", ovvero per l'arcobaleno in lingua piripù), il terzo è “Rulba rulba”, tutti editi da Carthusia.

Vi ricordo che in rete abbiamo lanciato una #mappalettura di #tararìtararera, #badabum e #rulbarulba. Questi sono gli hashtag da seguire e per segnalare. Partecipare è semplice, basta rispondere su facebook o tiwtter o anche qui sotto raccontando la vostra esperienza con il libro e segnalando se volete dove lo avete letto (scuola, biblioteca e luogo). Anche le esperienze di lettura casalinga ci piacciono molto. In tanti hanno già risposto sui gruppi “La biblioteca di Filippo”, ideato da Federica Rossi (Mammamogliedonna) e “Libri e marmellata”, ideato da Federica Pizzi (Libri e marmellata). Segno le diverse recensioni sui vari blog che finora sono riuscita a raccogliere: Apedario (qui e qui), Scaffale Basso (qui).Ma spero di ampliarle insieme ai commenti.

Vi ricordo anche che in giro c'è uno spettacolo itinerante TARARI’ TARARERA…. Segnate in agenda che sarà il 15 luglio nell'ambito del premio Otello Sarzi 2015 (info qui) . Si tratta di un "teatro d’attore, ombre, a partire dai 2 anni (max 70 persone, prenotazione obbligatoria)", al Teatro delle Api – ore 16,30 Compagnia Pilar Ternera (Livorno).

Dallo scorso anno, per gli amanti dei piripù e dei lavori di Emanuela Bussolati, c'è una mostra itinerante (e richiedibile) che è stata finora ospitata al Buck Festival di Foggia 2014 (qui news) 

e a Palazzo Borromeo (Cesano Maderno), insieme a Carlo Carzan (qui info).  


Questa volta mi sono preparata prima a casa con un aiutante d'eccezione, il mio piccolo Andrea, quattro anni, che naturalmente ha fatto i piripù alla sua maniera. E abbiamo avuto anche la fortuna di avere dei nomi ai suoi piripù dalla stessa Emanuela.

Tornando al laboratorio a merenda, dopo la lettura di due storie in lingua piripù, che hanno destato non solo l'attenzione dei bambini, ma anche dei loro genitori e di qualche "passante" in Libreria... siamo passati (scusate il giro di parole) al nostro consueto laboratorio.


Lasciatemi ringraziare come sempre i bambini e le bambine intervenuti, Stella in particolare con papà Fabrizio, che non mancano mai un appuntamento.
Con questo post partecipo all'iniziativa Il venerdì del libro ideato da Paola Miseti Homemademamma.


Gioielli di famiglia al #FuoriSalone2015

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Apre domani 14 aprile 2015 in via Tortona 26 la mostra Shadows - Wood&Jewellery"Quando il gioiello si accosta al legno, per un gioco di luci e ombre, tra superfici e forme". L'esposizione rimarrà aperta fino al 19 aprile, durante tutto il Fuori Salone, dalle 10 alle 19.

Prima di andare a scoprire di cosa si tratta, sono andata a "curiosare" da Luigi Sala Gioielli, facendomi raccontare dalla figlia Olivetta questa grande passione di famiglia. Quella per i gioielli e per il disegno, naturalmente.


Olivetta mi spiega che suo padre ha iniziato "a bottega" come facevano i maestri d'arte di una volta, a 14 anni. Ha lavorato sodo per tanto tempo, conquistando la fiducia dei suoi datori di lavoro. Tanto che per l'ultimo posto ha ricevuto una liquidazione doppia. Dal 1960 Luigi Sala si è messo in proprio, rischiando in prima persona, perché non aveva neanche i soldi per i metalli e si doveva far dare gli acconti. Ma la costanza, la passione, l'estro, la maestria hanno fatto sì che riuscisse prima a vendere gioielli ai grossisti, poi a farsi un nome tra i clienti privati, riuscendo ad acquistare le pietre e conquistare il cuore di tante persone che ora gli sono affezionate.


Quando parla di suo padre Olivetta si illumina, con tutto l'orgoglio di una figlia che non solo apprezza il lavoro del padre ma ne condivide la passione, tanto che dopo il liceo artistico ha preso una specializzazione in "gemmologia", perché, come mi racconta lei stessa, "E' importante comunicare quello che si vende. Se vuoi dare valore a una cosa devi conoscerne la natura". Sagge parole.

Insomma, Olivetta e suo fratello Gabriele sono cresciuti immersi nell'atmosfera creativa del padre Luigi, improntata su un grande rigore, idee chiare e precise. In effetti, Luigi Sala è "ordinato, metodico, rigoroso e spesso insoddisfatto" (quest'ultima caratteristica è tipica di molti creativi).


Guardando i suoi quaderni di schizzi non si può non apprezzare il suo lavoro.


Un lavoro che è anche una sfida, perché "un gioiello deve essere appagante non solo per chi lo indossa ma anche per chi lo fa".

Tanti sono i ricordi che si affollano nella memoria di Olivetta, come quando racconta di una volta che di colpo suo padre ha fermato all'improvviso la macchina, una Fiat 128 bianca, per fissare subito sul suo taccuino un'ispirazione tratta da un cartello avvistato lungo la strada.


Luigi Sala è un tipo meticoloso, di poche parole e perfezionista, tanto che i gioielli che produce devono avere la giusta rifinitura, ovvero un'armonia sia davanti sia dietro.

Gabriele Sala, l'altro figlio, è creativo come il padre e coniuga la progettazione tradizionale a quella tecnologica con il computer e con le nuove tecnologie. Il suo sito è www.gabrielesala.it

Dal canto suo Olivetta è una grande comunicatrice, che ama lavorare in gruppo e sa ascoltare e capire le persone. Infatti, è lei l'addetta alle pubbliche relazioni e al contatto con i clienti. Che escono sempre soddisfatti, sia che acquistino gioielli preziosi, sia gioielli fashion.


A proposito, Olivetta e la sua famiglia saranno tra i professionisti che hanno aderito al progetto "Assistente per un giorno" organizzato anche quest'anno dall'Associazione Scuola Stoppani.
Del progetto dello scorso anno ne ho parlato qui. Ma questa è proprio un'altra storia...(e spero di riparlarne presto!).


Settant'anni dalla liberazione: 25 aprile con fratello, bimbi e amici

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Il 25 aprile del 1945 l'Italia veniva liberata dalle truppe naziste e quest'anno si è celebrato in tutta la nazione ricordando chi ha combattuto per la nostra libertà e la democrazia. Una bella festa di unità, vissuta e partecipata insieme ai bambini, al seguito della Banda degli Ottoni a scoppio, ancora più bella.
Ecco il fotoracconto di come l'abbiamo vissuto noi, insieme alla "truppa" della Compagnia Teatrale Alma Rosé,  incontrando per strada tanti tanti amici e amiche. In un clima festoso, dove c'era spazio anche per bambini, piccolissimi, piccoli e grandi... e cani timorosi e non.




Star Wars Day Milano

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Come tanti appassionati di Guerre Stellari, anche noi, complice il fratello diffondi notizie, siamo andati al che partito dall'Arena di Milano è arrivato fino in Duomo. Naturalmente non abbiamo potuto seguire tutto il tragitto ma abbiamo "rincorso" la parata in diversi punti, abbiamo visto Chewbecca, Luke Skaywalkers, Han Solo, Darth Fener, una piccola Leila bionda... peccato mancassero yoda (solo sul pulmann...) e C1B8 (ma forse ce li siamo persi).
 
Nonostante tutto, il fotoracconto mi soddisfa assai.
E voi, che cosa ne pensate?
Chi c'era tra la folla e ha voglia di aggiungere nei commenti il suo #StarWarsDayMilano?

#NessunoTocchiMilano 3 maggio 2015

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Dopo le ignobili vicende del 1° maggio, oggi domenica 3 maggio 2015 c'è stata la bellissima contromanifestazione Nessuno tocchi Milano, nata per un grande senso civile e di civiltà. Secondo stime Ansa 15mila persone, secondo la Stampa 20mila.


Io e Marco non siamo riusciti a seguire tutta la manifestazione. Quando siamo arrivati alla stazione di Cadorna, alle 16,10, l'Amsa aveva già esaurito tutti i kit da distribuire (guantoni da lavoro, mascherina e tuta). Smuovendo pietà con i suoi grandi occhioni azzurri Marco è riuscito a ottenere dei guanti usati da un operatore Amsa, poi ci siamo mossi lungo via Carducci sperando di trovare il secondo punto di distribuzione del kit.


Già tra la tanta, tantissima folla - composta da persone civili, giornalisti, reporter, curiosi passanti -tante persone si sono fermate a pulire, atrezzate o meno. Tanti, tantissimi giovani, che si sono messi a strofinare le numerosissime scritte incivili con quello che avevano.

Poi tutti in un supermercato di zona (che con il senno di poi avrebbe potuto fare da sponsor) la svolta, e tutti a comperare guanti, smacchiatori, spugnette e attrezzi di ogni tipo.



E intanto gli operatori Amsa che con le idropompe (a base di acqua, aria e sabbia) hanno ripulito parte dei palazzi. E hanno regalato a Marco una mascherina.

Dopo un primo scoramento iniziale, con Marco e alcuni ragazzi di quinta liceo e una signora peruviana abbiamo iniziato a ripulire una saracinesca e un palazzo e giù di olio di gomito per una buona oretta finché stremati abbiamo ceduto, mentre tanti andavano avanti, piccoli e grandi.


Intanto ho visto che il corteo è proseguito e ci siamo persi anche i discorsi. Pazienza, mi farò raccontare o leggerò.

Mi interessava coinvolgere Marco in un primo evento civile e fargli capire cos'è educazione civica, spiegargli che ci sono persone incivili che protestano in modo sbagliato e rompono, distruggono senza motivo cose di altri.

Fa effetto sempre vedere la desolazione, palazzi e vetrine in cui per caso ero passata qualche giorno fa, divelte, colpite, ferite. Vetri rotti e infranti. Ante chiuse. Anche Marco ha fatto domande ed è rimasto scosso. Danni ancora da quantificare...

Penso che questo pomeriggio "speciale" ci rimarrà dentro, spero che gli rimanga dentro. Non solo la voglia di pulire che ora lo ha preso, ma anche il senso di tutto questo. Perché ci possa riflettere anche con i suoi amici, i suoi compagni, le sue maestre.

Intanto a Marco è rimasta la voglia di pulire casa, con tanto di guanti e mascherina. Stasera ha dedicato parte del suo tempo al bagno e ora si è messo a "spazzolare" i caloriferi....("Mamma io piuttosto che leggere preferirei fare le pulizia..." #marcopensiero)

E voi? Come avete passato questa giornata? So che molti amici sono stati in manifestazione e mi piacerebbe se avessero voglia di passare qui e raccontare le loro emozioni e impressioni e magari postare qualche foto significativa (per loro). Grazie!

Ecco il primo che ha risposto al mio appello: Ugo Guidolin, che sul suo sito Kookoobooks.com ha postato sue riflessioni su #NessunoTocchiMilano. Belle. Le trovate qui. Trascrivo sopratutto questa frase che ha colpito lui e colpisce me "Probabilmente la risposta che più mi è piaciuta, rivolta da una mamma a sua figlia durante il corteo, è stata: “E tu? Cosa pensi? Perché pensi che l’abbia fatto?”. L’interrogazione apre le porte alla riflessione. Non sempre c’è bisogno di una risposta pronta all’uso. Non sempre c’è una risposta!
Guido è un artista a tutto tondo e non contento ha anche prodotto due video, lui li va subito, veloce, scattante "sul pezzo" come si dice in linguaggio giornalistico, li trovate quie qui(rosico un po' ma mi farò insegnare!!).

Orticola 2015

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C'è tempo ancora oggi, fino alle 19.30 per visitareOrticola 2015 un appuntamento ormai imprescindibile per chi ama le piante ai Giardini Pubblici "Indro Montanelli", via Palestro a Milano (MM1 Palestro).


La manifestazione di orticoltura, giunta al suo ventesimo compleanno, è una mostra mercato di piante e fiori. All'ingresso troverete portali botanici di design creati da importanti paesaggisti e potrete assistere al restaurato Palazzo Dugnani. Per gli appassionati di smartphone quest'anno c'è la Beta test dell'App Orticola che permette di cercare tutti gli espositori presenti.
Per i meno tecnologici, nessun timore, all'ingresso vi verrà consegnata la guida con la mappa e tutti i 151 espositori.

Non avete che l'imbarazzo della scelta, dalle acidofile alle acquatiche palustri, dagli alberi e dagli arbusti agli alberi da frutto, dalle alpine ai bonsai.

E inoltre, bulbi, rizomi, semi, cactacee succulente, erbacee annuali, carnivore (!), erbacee perenni, pelargoni e gerani, peonie, piante officinali, piante rampicanti, rose, sementi e terricci, orchidee (che piacerebbero tanto al mio amico Giuseppe Donati, grande esperto di lemuri, che se le coltiva con buoni risultati a Oxford), ortensie.


Comunque dopo anni che la visito - la prima volta grazie aGiovanni Sala, allora direttore di Acer, (ora nel comitato di redazione) rivista di gestione del verde pubblico de Il Verde Editoriale - oggi diretta da Graziella Zaini - che ci ha portate all'inaugurazione del giovedì sera, dove per l'occasione un sacco di signore sfoggiano cappelli meravigliosi - sono convinta che sia bello perdersi tra i banchi di fiori e prodotti.


Si scoprono quadri viventi di artiste, come quelli di Emy Petrini, floral design di Lucca.

Oppure i bellissimi gioielli vegetali di Simona Rinciari (Sant'arcangelo di Romagna) e minerali di Donatella Righi.

O i frutti antichi e insoliti di Enzo Maioli di Salvaterra (RE). Bellissimo vedere l'insieme di tutte le varietà di mele "dimenticate" che sicuramente saranno più saporite e originali di quelle che troviamo solitamente al mercato o al supermercato.

A Orticola i cani sono benaccetti - come i bambini del resto! - e lo scorso anno ho dedicato proprio una carrellata di foto a loro. Chissà mai che non la pubblichi prima o poi. Questo cucciolo comunque non potevo perdermelo, era quasi in posa per me, pronto a scattare nella fontana.

Insomma, ce n'è per tutti i gusti, anche  se io ho dei "must" imprescindibili, dai quali non mi separo ogni anno.
Vi svelo i miei preferiti.... volete saperli?

Innanzitutto Curiosités végétales di Rians (Francia) di Mme Geneviève Faury, che ogni anno mi consente di fare un lauto bottino di semi straordinari per i laboratori con i bambini. Semi e frutti che vengono da tutte le parti del mondo (quelle sopra, per esempio, sono delle melanzane africane).


Ogni anno poi mi compero un uccellino fatto con materiale di recupero di Arrosoir et Persil, di Conqueyrac (Francia). Si tratta di un negozio che tratta arredi per esterno da giardino ma potrete riempirvi di ricci, martin pescatori, cinciallegre, pettirossi, rondini... Volanti e non. E per chi ama le farfalle o i fiori anche quelli. Quest'anno avevano anche delle sorte di fili composti di vetrini che luccicano al vento.

Non ho resistito e mi sono portata a casa una pianta di papaveri fucsia.

Non ho comperato invece i tropeoli perché, stranamente, nonostante non sia una brava coltivatrice, quelli dello scorso anno sono sopravvissuti e stanno fiorendo sul mio ballatoio.
I tropeoli hanno molte proprietà benefiche come ben racconta Emanuela Bussolati, grande esperta di piante - in tuo onore e in onore di Ravanello cosa fai? ho acquistato per i miei bambini alcuni semi di ravanelli da Italsementi di Rassina (AR). Emanuela venerdì era presente a Orticola con il gruppo Cascina Bollate onlus, che ha un vivaio, un giardino didattico.  

Come si trova scritto sul sito Cascina Bollateè una cooperativa sociale nata nel dicembre 2007 nella Casa di Reclusione di Milano - Bollate.  Vi lavorano giardinieri liberi insieme a giardinieri detenuti che, coordinati da Susanna Magistretti (www.attraversoilgiardino.it) Davide Cignoli e Marianna Merisi, imparano un mestiere e si impegnano in una produzione di qualità che soddisfi la domanda crescente di piante insolite, ma non per questo difficili o rare.



 Concludo con tanto colore che la natura ci regala. Regali gratuiti, cose meravigliose di cui spesso ci dimentichiamo. Buona visita! Ah, ci sono anche incontri e tanto altro. Guardate sul sito di Orticola o sulla pagina facebook qui.

#SaltTo15 Gli imperdibili al Salone del Libro di Torino

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Dal 14 al 18 maggio, c'è Il Salone Internazionale del Libro di Torino"Italia, salone delle meraviglie". Questo il filo conduttore. Ci vorrebbe, come ho già scritto, il dono dell'ubiquità, per riuscire a fare tutte le cose che si desiderano. Provo a elencarvi quelle che vorrei seguire - e che non potrò seguire ma che mi auguro qualcuno mi racconterà... - sperando di esservi utile.


Si parte con Giovedì14 maggio: alle 10.30 Hetty Verolme, nata in Belgio nel 1930 e sopravvissuta alla guerra e al campo di sterminio di Bergen-Belsen (di cui quest'anno ricorre il settantesimo anno dalla liberazione) terrà un incontro (qui info) in Arena Bookstock insieme a Liliana Segre"con cui condivide una storia simile vissuta in due luoghi diversi, quando erano entrambe dodicenni" (riprendo comunicato). Una delle ultime testimoni dirette dell'Olocausto - sopravvissuta al campo di sterminio di Bergen-Belsen negli anni della sua adolescenza - è autrice di un romanzo di testimonianza "Hetty. Una storia vera" edito da Il Castoro (La Biblioteca dei ragazzi di Rozzano ha già avuto l'onore di ascoltarla martedì 12 maggio. E' la sua prima volta in Italia).


Giovedì 14 maggio, ore 10.30, Laboratorio Nati per Leggere (18-36 mesi con genitori), max 20 bambini: "Akiko e il palloncino" Lettura del libro di Komako Sakai a cura di Babalibri e Salone del libro. Come forse saprete, questo bellissimo albo, "Akiko e il palloncino", di Komako Sakai edito da Babalibri ha vinto la quinta edizione del premio Nati per Leggere 2015 nella sezione Nascere con i Libri (18-36 mesi) «per aver saputo creare una storia a misura di bambino, non rinunciando alla ricchezza dei dettagli, all'eleganza della composizione grafica e alla capacità di evocare, attraverso le immagini, significati profondi». La cerimonia di premiazione avverrà giovedì 14 maggio alle ore 16.30 all'Arena Bookstock Village (quinto padiglione).


Alle 18.00 sempre al Bookstock Village/OpLab (Osservatorio permanente di libri accessibili per bambini) Martina Fuga, mamma di una bambina/signorina di dieci anni con sindrome di Down (di questi argomenti ne ho parlato qui e qui) racconterà il suo emozionante libro "Lo zaino di Emma", edito da Mondadori Electa, dialogando con la psicologa e psicoterapeuta Rossella Bo e Virginia Ponciroli editor della Casa editrice (qui dettagli).

Venerdì 15 maggio al Bookstock Village Andrea Vico, giornalista scientifico e fondatore di ToScienze e Davide Pallai, animatore scientifico detto anche "quello delle esplosioni", racconterannno "Le magie della scienza" (a cura di Editoriale Scienza, per bambini da 8 anni in su), sia alle 10.30 (info qui) sia alle 13 (info qui).


Massimo Canuti, autore del romanzo "Contro i cattivi funziona", edito da Instar Libri (ne ho parlato qui), nell'ambito del Salone Off,  incontra alle 10.00 presso l'Istituto IIS Santorre di Santarosa (corso Peschiera 230 Torino ), Aula Magna, i ragazzi della IV B per parlare di bullismo e disabilità (evento a cura di Instar Libri e Area Onlus). Alle 18.00 al Bookstock Village/OpLab (Osservatorio permanente di libri accessibili per bambini) dialogherà con Mario Ancona, psichiatra, psicoterapeuta, e psicologo, e Daniela Vandoni, psicologa/psicoterapeuta del Consorzio R.i.so  (evento a cura di Instar Libri e Area Onlus, dettagli qui) . Pare ci saranno delle sorprese.... Mario Ancona ha già incontrato Massimo Canuti lo scorso 6 marzo nell'ambito del convegno "Fratelli unici, legame fraterno e disabilità" (qui info).

Venerdì 15 maggio, ore 16.45, un altro Laboratorio Nati per Leggere (18-36 mesi con genitori, max 20 bambini) "Akiko e il palloncino" Lettura del libro di Komako Sakai (a cura di Babalibri e Salone del libro)

Per chi non fosse stanco, dalle 19.00 via Baretti 31, i Topipittori insieme a Federico Novaro vi invitano a un bellissimo evento di autofinanziamento, organizzato in collaborazione con la Libreria Il Mondo delle Meraviglie,"per nutrire una giovane classe con tanti libri belli e buoni". Qui i dettagli dell'evento (leggetelo tutto mi raccomando ne vale la pena).
 

Sabato 16 maggio, Andrea Vico vi aspetta con "Mago Konrad e il venticello briccone" alle 14:15 al Bookstock Village (a cura di ToScience), laboratorio per bambini di età compresa tra 5 e 8 anni.Qui dettagli.



Alle ore 15.30, Laboratorio Arte e Illustrazione (bambini di età compresa tra 4 e 8 anni), max 30 partecipanti, Tanti auguri Babalibri! Un incontro con Francesca Archinto ed Eros Miari, a cura di Babalibri, che compie 15 anni. Non perdetevi il “babagioco”, in compagnia dei libri e delle storie più belle.

Una cosa a cui tengo molto, dato che si tratta di un'amica che ha una vena letteraria e un blog molto interessante. Alle ore 16 al Lingotto Fiere, Independent’s (pad.1) verrà presentato il "Repertorio dei matti della città di... Bologna e Milano". Paolo Nori leggerà e racconterà questo libro particolare - in libreria dal 14 maggio - realizzato del collettivo a cui ha partecipato anche Grazia Lodigiani (alias TowriteDown), edito da Marcos y Marcos.


Domenica 17 maggioalle 11 al Book to The Future, Padiglione 2, Roberta Franceschetti (Mamamò) modera l'incontro con Ugo Guidolin (fondatore di Koo-koo Books), Anna Antoniazzi (ricercatrice presso l'Università di Genova), Mauro Salvador (autore di "Conoscere i videogiochi"), Edoardo Montenegro (Fondatore di TW Letteratura).
Anna Antoniazzi (ricercatrice presso l'Università di Genova e autrice di "Dai Puffi a Peppa Pig: media e modelli educativi"), Ugo Guidolin (fondatore di Koo-koo Books), Mauro Salvador (autore di "Conoscere i videogiochi"), Edoardo Montenegro (fondatore di TW Letteratura). Modera: Roberta Franceschetti - See more at: http://www.mamamo.it/news/digilab-al-salone-del-libro-di-torino-2015-il-programma#sthash.qvfPBqqu.dpuf


Anna Antoniazzi (ricercatrice presso l'Università di Genova e autrice di "Dai Puffi a Peppa Pig: media e modelli educativi"), Ugo Guidolin (fondatore di Koo-koo Books), Mauro Salvador (autore di "Conoscere i videogiochi"), Edoardo Montenegro (fondatore di TW Letteratura). Modera: Roberta Franceschetti - See more at: http://www.mamamo.it/news/digilab-al-salone-del-libro-di-torino-2015-il-programma#sthash.qvfPBqqu.dpuf
Anna Antoniazzi (ricercatrice presso l'Università di Genova e autrice di "Dai Puffi a Peppa Pig: media e modelli educativi"), Ugo Guidolin (fondatore di Koo-koo Books), Mauro Salvador (autore di "Conoscere i videogiochi"), Edoardo Montenegro (fondatore di TW Letteratura). Modera: Roberta Franceschetti - See more at: http://www.mamamo.it/news/digilab-al-salone-del-libro-di-torino-2015-il-programma#sthash.qvfPBqqu.dpufUgo Guidolin, Head of Design di Koo-koo Books, dialoga con Anna Antoniazzi (ricercatrice del centro di formazione dell'Università d,  , Edoardo Montenegro, Mauro Salvador intervengono sulle sfide emergenti dell’editoria e della nuova narrativa digitale per ragazzi.


Alle 13.00 al DigiLab, BookStock Village Koo-koo Books invita bambini e genitori a giocare assieme con l'alfabeto e le parole! In compagnia della straordinaria Zahira Berrezouga (la Strega Varana di Melevisione) i bambini saranno accompagnati a fare i primi passi con le parole e l’alfabeto, attraverso filastrocche e un gioco divertente in cui le lallazioni diventano prima sillabe e poi parole (anche con l'aiuto di un app e un iPad).


Ricordatevi che Mamamò sarà presente per cinque giorni al Bookstock Village curando il DigiLab (padiglione 5) dedicato sia alle classi sia alle famiglie con eventi davvero speciali (info qui).

Lunedì 18 maggio: Andrea Vico tratterà "L'arcobaleno tra le mani" alle 15.30 al BookStock Village mentre Giuseppe Bartorilla con Caterina Ramonda alle 15.45 parlerà al DigiLab dell'esperienza del Digital Readers (ne ho parlato qui).

NB: per essere informati su twitter digitate: #SalTo15 #ToScience #MondoBaba #‎lozainodiemma‬ #controicattivifunziona

Milano Mille Storie di Babalibri

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Sabato 16 maggio, ore 15 alla piazza dei Mercanti c'è il primo dei due appuntamenti (il secondo sarà sabato 23 maggio ore 15 in piazza Sant'Eustorgio), in occasione di Expo, per poter conoscere cos'è Milano MilleStorie un libro scritto da Patrizia Zelioli, illustrato da Giulia Orecchia e pubblicato da Babalibri.


Nei due appuntamenti in programma, gratuiti (ma i posti sono limitati a 30 persone, tra grandi e piccini, quindi se interessati scrivete subito a info@milanomillestorie.it) 


l'autrice si trasformerà insieme a...

Barbara Archetti ...

... e Cristina Zeppini
 in una cantastorie per raccontare alcune curiosità su questa nostra città molto ricca e bella ma anche poco conosciuta.

Storie di luoghi e storie di persone. Patrizia mi ha raccontato che l'idea le è venuta alcuni anni fa e ha iniziato a leggere e studiare per oltre un anno (a partire da un libro per lei fondamentale del giornalista e scrittore Guido Lopez insieme a Silvestro Severgnini, Milano in mano, la cui prima edizione risale al 1965, ma qui si parla della guida aggiornata per Expo).

La guida non vuole essere la replica di una guida per adulti a misura di bambino ma un modo per incontrare i bambini di oggi (infatti, la guida è accompagnata dal sito http://www.milanomillestorie.it/ in cui si possono trovare contenuti aggiuntivi - alcuni disponibili per tutti, altri extra per chi acquista il libro tramite un apposito codice - percorsi con storie aggiuntive geolocalizzate sulle mappe, audiostorie da ascoltare... Insomma c'è anche una parte aperta alle nuove tecnologie e un apposito apparato social (twitter e facebook).

La guida riporta anche una presentazione del sindaco Giuliano Pisapia, che pare proprio si sia divertito a leggerla. Se volete qui sotto vi dice anche il perché.

La prima cosa interessante che si scopre da Patrizia è che tanti "numi tutelari" di Milano non erano affatto milanesi (uno per tutti Sant'Ambrogio che veniva dalla Germania, ma per me è stato sorprendente scoprire che Sant'Agostino era nordafricano), quindi Milano è davvero la città dell'accoglienzae il mio pensiero torna al neonato Mudec di cui ho parlato qui.

La guida è suddivisa in sette parti che si legano alle vecchie porte della città e all'arco della Pace per arrivare al cuore di Milano rappresentato dal Duomo.

Qui si parla di palazzi e personaggi (come il conte Giulio Renato Litta Visconti, unico milanese diventato cavaliere dell'ordine di Malta, che ha sconfitto i pirati ed è diventato un eroe in Russia), dei dolci (come quella del panettone)...  Si scopre che San Vittore era un legionario romano detto "Il Moro," venuto dall'Africa e martire (ucciso per la sua fede cristiana), protettore dei carcerati. Sepolto nella basilica di Sant'Ambrogio, nella cappella di "San Vittore in ciel d'oro", fu poi spostato nella chiesa di San Vittore al corpo. "Ma i monaci benedettini di Sant'Ambrogio, per nulla contenti di questo cambiamento, si procurarono un falso corpo del santo!"
 Si narra anche del perché Sant'Ambrogio (ci avete mai fatto caso?) abbia due campanili...

Insomma, vi ho incuriosito abbastanza? Se non siete soddisfatti vi consiglio di prenotarvi e seguire le narratrici che ne stanno inventando di belle, inoltre dal 21 maggio potrete trovare la guida in libreria.

#SalTo15 Incontro "Scuola Maestra. Educare alla lettura"

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Sabato 16 maggio presso lo spazio Book al BookStock Village del Salone internazionale del libro di Torino (#SalTo15), si è tenuto l'interessantissimo incontro "Scuola maestra. Educare alla lettura", un momento di riflessione importante dedicato a insegnanti, educatori, bibliotecari e genitori per "far crescere lettori". Ha aperto e coordinato i lavori Martina Russo in rappresentanza della rivista Andersen (a proposito,  sabato 23 maggio al Museo Luzzati di Genova verranno assegnati i premi della 34ma edizione del PREMIO ANDERSEN, il più ambito riconoscimento attribuito ai libri per ragazzi, ai loro autori, illustratori ed editori).

Da sinistra, Gabriela Zucchini e Martina Russo.
lasciando subito la parola a Gabriela Zucchini, che fa parte della "squadra" della cooperativa Equilibri di Modena, che ha presentato l'ultimo libro di Aidan Chambers "Il lettore infinito. Educare alla lettura tra ragioni ed emozioni (Equilibri Editrice) di cui ha curato l'edizione italiana. Si tratta di uno strumento "agile" che viene dalla fusione di altri due libri, in cui riflessioni e proposte si mescolano ragionando sul "lettore facile".

La parola è passata a Beniamino Sidoti - si occupa di giochi e storie ed è tra i fondatori di LuccaGames -  che ha scritto "Lettori in gioco" (Sonda) - un libro a quattro mani con Alessandra Zermoglio (mamma, autrice del libro "Genitori in gioco") - e che cura un blog "Il libro utile (qui) per la casa editrice. Sidoti ha spiegato che attraverso il libro hanno cercato di colmare un vuoto editoriale, una mancanza di uno strumento, meditato e critico al tempo stesso, di ampia diffusione. L'idea infatti è quella di parlare a tutti (non solo agli addetti ai lavori). Ha spiegato che si tratta di un manifesto per i genitori e per tutti i promotori della lettura, un riferimento per chi vuole educare alla lettura con riflessioni sul perché occorra farlo. Ha spiegato che val la pena leggere, far leggere e condividere la lettura. Il libro è stato appositamente scritto a quattro mani perché mentre Zermoglio "gioca in casa", lui "gioca fuori casa". Hanno cercato di trovare quei libri che si prestano a essere condivisibili con i propri figli o a scuola. Ha sottolineato come occorra andare oltre la frase "il piacere della lettura", una parola d'ordine che è quasi diventata "una parola d'ordine", svuotata del suo pieno significato.
Luigi Paladin, psicologo, bibliotecario, esperto di letteratura per l’infanzia, ha presentato "Nati sotto il segno dei libri" (Idest) - qui piccola recensione su LiberWeb - scritto con Rita Valentino Merletti, studiosa di letteratura per l'infanzia. Con piglio appassionato ha spiegato come il libro, la lettura e il bambino siano inscindibilmente legati, perché "è importante capire perché si nasce lettori", riconoscere il libro e capire come il libro possa avviarci alla lettura. A suo modo di vedere, è importante nonché decisivo, far iniziare bene questo processo. Perché il diventare lettori dipende da molti fattori (occasioni, contesti e fortuna). Bisogna capire cosa ricava il bambino dal libro.
Sappiamo infatti poco sul primo periodo del bambino lettore dai primi giorni di vita ai tre anni. Sappiamo più del bambino, grazie alla psicologia dell'età evolutiva, meno del lettore bambino. Per questo è opportuno attingere ad altre discipline quali le neuroscienze (e qui farò felice tutti i miei amici biologi e naturalisti che se ne occupano o ne sono appassionati).
Paladin ha sottolineato come siano pochi i feedback diretti che abbiamo dai bambini. Non bastano quindi l'apporto della letteratura e della psicologia ma bisogna anche attingere all'esperienza quotidiana e ha fatto specifico riferimento agli educatori che con i bambini passano molto tempo.
La rivista Liber monitorizza il settore con una banca dati ed ha evidenziato come siano pochi i libri di qualità per la prima infanzia (per questo ha invitato ad attingere anche ad altri Paesi). E' importante che il bambino cresca con la narrazione.

E' stata poi la volta di Giordana Piccinini, vicepresidente dell'associazione Hamelin, creata a Bologna nel 1996, che ha parlato di alcuni progetti importanti: Scelte di classe, Annuario di Hamelin (che vuol integrare quello della rivista Andersen) e la rivista Hamelin (in realtà costituita da un vero e proprio libro). Piccinini ha spiegato come sia importante "costruire il lettore" e nonostante le interessanti riflessioni di Gianna Vitali su Andersen di marzo (in cui rifletteva su come il termine "promozione" sia legato al marketing) ha spiegato come per lei sia importante non eliminare questo termine che ha anche il significato di "portare verso" mentre "educare" indica "portare fuori". Ha spiegato come la rivista Hamelin in realtà abbia la forma di un libro vero e proprio, con saggi lunghi di approfondimento di alcune tematiche che all'associazione stanno particolarmente a cuore o particolarmente pregnanti in un determinato periodo. Ha parlato di come ci siano libri "scorretti" (uso io questo termine), come "Gli sdraiati" di Serra, che parla in realtà di una generazione che ha fallito con gli adolescenti, non si è rapportata con loro e non ne sia diventata punto di riferimento. Ci sono alcuni temi necessari ad allargare le relazioni, con persone affini a noi, pertanto hanno approfondito il tema sull"identità di genere". La rivista si compone di due numeri monografici e dell'annuario.
L'Annuario vuole essere uno strumento per capire cosa succede nell'editoria per ragazzi, capire alcuni fenomeni. Per esempio, come mai attualmente non esistano libri dedicati ai bambini dei primi anni della scuola primaria (Battello a Vapore e poco altro). Si sono messi ad analizzare come mai i giovani guardino molte serie tv e vadano meno al cinema e hanno scoperto che ci sono serie tv molto ben fatte.
Collegato all'annuario c'è il progetto in collaborazione con "La tribù dei lettori" di Roma, che è costituito da un premio (ogni anno cambia la giuria di esperti). Ogni anno vengono scelti sette titoli per fascia di età (5/7 anni; 8/10 anni; 11/13 anni). Questi 21 libri vengono dati da leggere a scuola e viene proclamato un vincitore per ogni categoria. In ogni libro scelto, viene dato anche il riassunto e ci sono approfondimenti e domande.


Martina Russo ha ripreso la parola spiegando come il numero monografico di Andersen (dedicato lo scorso anno a Roberto Denti), quest'anno abbia ripreso alcuni articoli di Pino Boero. Pur partendo da articoli pubblicati negli anni Ottanta, si evidenzia la staticità di certi fenomeni. E quindi ha lanciato la domanda/sfida ai relatori: qual era a loro parere la strada maestra da percorrere per sbloccare questo fenomeno.
Beniamino Sidoti ha detto che con la crisi, i tagli alla cultura e alla scuola c'è sempre più bisogno in realtà di mediatori della cultura e a come si stia assistendo a fenomeni di "controcultura dal basso".

Daò canto suo Paladin ha ribadito l'importanza di conoscere i libri, conoscere cosa il bambino coglie del libro e ha lanciato una provocazione: è più importante in un libro l'illustrazione o la relazione? E ha citato il caso del libro appena pubblicato senza illustrazione. Si è chiesto quale sia la funzione del dito nel bambino quando guarda un libro, quale sia il suo primo linguaggio, che precede quello della denominazione (dare un nome alle cose), quale sia il ruolo delle fotografie, il rapporto con la realtà. Tante domande che a suo parere trovano una risposta nelle neuroscienze (mi sono comperata il libro e non vedo l'ora di leggerlo!).


Zucchini ha sottolineato - a dispetto dell'ottimismo di Sidoti - la sua preoccupazoine e si è chiesta se non si tratti di una reazione di resistenza nei confronti di una mancanza di politica. Quando vengono meno alcune cose si costituiscono i presidi. Ha sottolineato quanto sia importante la consapevolezza del contesto in cui ci si trova a operare, l'attenzione alla lettura e al lettore (bambini e ragazzi), che va ascoltato e capito.
Giordana Piccinini, scusandosi per scappare per andare a prendere un treno (come la sottoscritta, che poi ha trovato un passaggio da due meravigliose anime pie che citerò sotto), ha sottolineato l'importanza di fare rete tra persone che operano nella cultura e con il libro.
Purtroppo non sono riuscita a seguire il resto del dibattito. Se qualcuno, che ha seguito, ha voglia di postare qui sotto commenti, aggiunte, è il benvenuto.
Chiudo con i due "angeli custodi" che hanno coccolato me e Massimo (reduce da ben due incontri per Instar, di cui parlerò in seguito) e ci hanno portati sani e salvi a casa. Grazie Francesca Romana Grasso (pedagogista di Edufrog) e grazie Eugenio Ghiglia (a proposito, se siete in cerca di qualcuno che vi faccia un sito a regola d'arte potete fare riferimento a lui.... basta guardare con attenzione il sito di Edufrog per capirlo- qui il suo sito)





#BABA15 alla Feltrinelli RED di Firenze - Io non ho paura!

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Santa Maria Novella, a Firenze.



Domenica 24 maggio 17 bambini tra i 3 e i 10 anni hanno partecipato oggi all'incontro “Io non ho paura!” presso la Feltrinelli RED di Firenze.

Cosa è successo? Un successo!

Mettete insieme: una responsabile eventi (Cinzia Zanfini) entusiasta del proprio lavoro e solo non accogliente, ma di più, - vi dico solo che mi ha pure offerto il pranzo; è così raro sentirsi tanto coccolata e riverita –e che si è presa del tempo non solo per attrezzare l'area che già e a misura di bambio, un corner kids in legno con anche dei tubi per giocare a dentro e fuori (nascondino), ma per mettermi a mio agio in tutto e per tutto; metteteci una patita come la sottoscritta di tutti i libri Babalibri, aggiungete un bel po' di genitori attenti e disponibili e, ingrediente prezioso e mai scontato, loro, i protagonisti veri, i bambini e le bambine, che non solo sono stati attenti ad ascoltare le storie ma anche hanno fatto il loro medaglione/amuleto scaccia paura (da urlo!).

Abbiamo usato materiale di ogni tipo (ghiaietta colorata, stoffer, ritagli di carta geografica, piccole copertine Babalibri, piume rosse, verdi, gialle e arancio, fiori, pasta colorata, retine....). E dietro abbiamo appiccicato dei foglietti per scrivere le parole del coraggio (sul foglio verde) e della paura (rosse e nascoste). Ma l'amuleto poi le scaccia via.




Purtroppo la stanchezza non fa ricordare tuti i loro bellissimi e particolari nomi e me ne scuso con gli interessati, che me lo hanno detto e ridetto (ma ultimamente giro come una trottola), soprattutto per il primo gruppo. Tra questi Marta, Riccardo (un piccolo Paolo pompiere che però non se l'è sentita di fare con noi il medaglione del coraggio spaventato dall'idea di dover mettere su carta le sue paure più forti, ma spero lo faccia con calma a casa con mamma e papà... però come Orango hai pompato tanta tanta acqua e sei stato un super assistente!), Beatrice (che da grande forse farà la stilista), Niccolò, Francesco...


Abbiamo scoperto che le paure sono molte, da quella dell'Isis (del più grande del gruppo, evidentemente ben informato su quello che accade nel mondo) a quella di zanzare, api, leoni, zombie e ragni (rassicuro Scaffale Basso: non sei dunque l'unica). Si può anche avere paura del mare, specie se si è piccoli, e del buio, anche se si è un po' grandi ma non troppo. Le parole che danno coraggio non sono solo mamma (più ricorrente) e babbo (siamo a Firenze!) o papà, ma anche sorella, il nome del gatto (Striscia), la copertina e altre ancora che potete leggere nei medaglioni che avete scorso via via qui sopra.

Oggi non so perché, ho raccontato prima il laboratorio ma va così... Prima di iniziare ho spiegato il meccanismo della festa (potete partecipare anche voi, tutto è spiegato nel mio blog qui e ancor meglio sul sito Babalibri qui, se volete disegnare i Babaposter e ricevere in omaggio un bellisimo Babamagnete con il lupo disegnato da Mario Ramos). Sul sito Babalibri per i 15 libri scelti per il tema "Io non ho paura!" (qui l'elenco) potete trovare il riferimento specifico al libro. Nelle librerie aderenti potete anche chiedere, se siete particolarmente interessati ad approfondire gli albi Babalibri la collana “Primi passi”, alla sua seconda edizione, curata da Angela dal Gobbo. Non solo troverete una sorta di sinossi del libro ma anche molti consigli con suddivisione per età tematiche ecc.

Naturalmente i babamagneti e i babaposter vanno a ruba, quindi il consiglio (anche per gli adulti che vogliano collezionarli come la sottoscritta) è di prendere un libro, per esempio “Al fuoco al fuoco!”,  di Adrien Albert (che ho letto oggi e fa impazzire tutti i bambini che si sentono pompieri) farvi consegnare all'acquisto in una libreria aderente (molte Feltrinelli ma anche tante librerie indipendenti, l'elenco aggiornato è qui) il Babaposter, disegnarlo (o farlo disegnare ai vostri bambini!), spedire la foto a Babalibri a babalibri@gmail.com, con il foglio che riceverete (in cui vi chiederanno la liberatoria a pubblicare il babadisegno sul sito Babalibri), potrete tornare nella stessa libreria con il foglio e ricevere un babamagnete. Questo è il primo della serie di quattro. Io fossi in voi non me lo lascerei proprio scappare. Se volete spulciare sul sito Babalibri ci sono già un po' di Babaposter pubblicati, li trovate qui.

Dalla vostra Babainviata per Babalibri Anna. Super esaltata! Oggi più del solito. Grazie a tutti gli intervenuti, grazie davvero.
Ah, dimenticavo, come storia di paura abbiamo letto "Grat grat cirp splash!" di Kitty Crowther. Lo conoscete? E' stato il nostro "tormentone" estivo lo scorso anno.

PS ecco un giovane babalettore. Ha fatto una scelta di classe, che dire... Ora sono curiosa di vedere il suo babaposter.


Pontremoli, una piacevole sosta in Lunigiana

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Una delle mete preferite di rientro dalla Toscana varcando l'autostrada della Cisa, poco distante da Aulla (venendo da Sud) è Pontremoli, un paese della Lunigiana che sorge ai piedi dell'Appennino, "abbracciando le Valli del Magra, del Verde e del Gordana". Come si legge nella guida il nome deriva da "Pons Tremulus" ovvero l'antico ponte sul torrente Verde costruito forse con il pioppo (Populus tremulusè il suo nome latino) o perché soggetto a tremolio... Sempre sulla mappa di presentazione si legge che è stato un paese strategico lungo il Passo della Cisa, quindi una delle tappe fondamentali lungo la via Francigena, definito da Federico II nel 1247 "chiave e porta dell'Appennino".

Prima di andare a mangiare, essendo ancora aperti i negozi, ho dato una sbirciata a un belllissimo negozio "La legatoria artigiana" che contiene non solo quaderni di viaggio e artigianato da tutto il mondo ma anche pennini, valigette e molto altro.


Essendo di passaggio per una "sosta non prevista", non sono invece andata a trovare Giulia, che ha una galleria d'arte "Ex Macelleria" dove organizza mostre legate al territorio e ai suoi artisti (riprendo solo dal blog per incuriosire chi passerà da Pontremoli che L’Ex Macelleria è ospitata nello spazio che era in passatouna macelleria. "Dal 2007, a prendersi cura (in ogni senso) di questo luogo, è Giulia, una milanese/pontremolese amante dell’arte e attiva nella creazione di eventi e mostre. All’Ex Macelleria, quindi, continua ad esser esposto “cibo”, non più per stomaci onnivori, ma per Anime affamate di bellezza e cultura. Un piccolo e caratteristico spazio riutilizzato in modo decisamente creativo!". Val la pena farsi un giro anche per conoscere la vulcanica Giulia, che è molto attiva anche a Milano. Spero presto dedicherò un post a parte a lei e alle sue mostre, passate  e future, a Milano e Pontremoli.

E' lei che mi ha parlato per esempio del progetto della "Libreria degli onesti" a cura dell'Asociazione Alma....


A Pontremoli si mangia bene in tantissimi posti. Oggi siamo tornati "Da Bussè" una trattoria nei pressi del duomo a gestione familiare, che è indicata sulla Guida alle Osterie d'Italia e ha molti riconoscimenti. Qui potrete provare i famosi testaroli al pesto, una tipica pasta della Lunigiana fatta con acqua, farina e sale, preparata a mo' di crespella e cotti in una pentola apposita detta "testo". Ma anche tortelli, tagliatelle, tutto rigorosamente preparato a mano. Involtini di carne e molto altro...

Una volta rifocillati, si può infilarsi tra i vicoli e le strette stradine che si inerpicano fino al castello.

Un progetto che mi ha incuriosito molto è quello a cura del Centro giovanile che ha riempito le stradine di passaggio e i vicoli di fiori in cassette o barattoli con frasi del tipo"Non importa quanto si dà ma quanto amore si mette nel dare" o "Chi si tinge di oro nel tempo ritorna metallo".

Nonostante la canicola, i vicoli offrono sempre qualche posto fresco...
si trovano scritte antiche ...

 e molte panchine decorate molto piacevoli.

Noi non potevamo non apprezzare quella con la scritta "Attenti a chi legge".

Il luogo si presta bene anche se volete sperimentare con le foto, visto che ci sono muri scrostati e punti suggestivi (specie se avete un modello d'eccezione come il mio che mostrava la sua ferita di guerra che lo ha preoccupato molto).

o un'altro che si presta a giocare con i riflessi delle vetrine dei negozi.

In piazza della Repubblica, per intendersi quella dove ci sono il Municipio e la Fiera del Libro, abbiamo trovato un caffè molto carino, di cui purtroppo non ricordo il nome...

e anche un negozio che mi ha inquietato non poco...

Per fortuna il viaggio di ritorno è stato più semplice di quello di andata e qualcuno si è fatto anche una bella dormita.


Mantidi, cicale, insetti, natura... e bambini + appassionati

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Quanto può essere importante il contatto diretto con la natura per amarla e comprenderla? Molto. Me ne sto rendendo conto osservando lo sguardo appassionato e curioso dei miei figli, che mi spingono sotto la canicola a cacciare cavallette (non è facile, vi assicuro nelle erbe secche, alte e pungenti mediterranee) per nutrire la nostra mantide Carolina. Che sia una femmina, anche se non ho svolto tutte le verifiche del caso, ne ho avuto la riprova perché è grandina e ha richiamato ben tre altre piccole mantidi (maschi, ci scommetto). Una messa con lei nel nostro “terrario” artigianale è presto scomparsa. Secondo me dopo l'accoppiamento se l'è pappata. Certo è che Carolina si sta rivelando molto più vorace di Matilde, la mantide che avevamo trovato lo scorso anno (ne ho parlato qui). Ma è anche di una specie diversa. In Italia ce ne sono ben 12, la nostra potrebbe essere una Ameles spallanziana.


Le mantidi si riconoscono per le loro zampe “raptatorie” portate in avanti e molto spinose. Tutte sono carnivore, con un rapido gesto catturano le prede (cavallette, mosche, farfalle) che vengono trattenute dalle spine mentre le mandibole divorano voracemente la preda. Amano aggrapparsi a un retino e la nostra sta quasi sempre a testa in giù...

Le api solitarie
Ma gli incontri non sono finiti qui. Grazie alla consulenza di Francesca Casadio Montanari, (conosciuta grazie al gruppo LIA, Leggere insieme ancora) che ha un bellissimo blog (La casa di Fra) sulla natura e sugli albi a essa dedicati, che trovate qui, ho scoperto che esistono anche le api minatrici, imenotteri solitari, presenti in Italia con ben 960 specie! Uno studio recente pubblicato su Science ha evidenziato il ruolo importante di queste api nell'impollinazione delle piante.


Francesca mi ha spiegato che le femmine spesso nidificano vicine e sono innocue e che i nidi potrebbero essere del genere Colletes o Nomia. E mi ha fornito anche un link molto utile, lo trovate qui.

Le cavallette




Francesca mi ha anche aiutato a identificare una cavalletta – ortottero della famiglia degli Acrididi– che si trova spesso nelle campagne, la Acrida turrita, che ho identificato anche grazie al meraviglioso e intramontabile libro di Gabriele Pozzi, "Insetti d'Italia e d'Europa", pubblicato da Editoriale Giorgio Mondadori nel 1988 e che mi ha accompagnato durante la mia infanzia e adolescenza (quando Airone era un riferimento unico per i naturalisti!).




Questa è un'altra cavalletta ortottera forse un Calliptamus italicus? Chiedo aiuto agli esperti...

E questa cavalletta tettigonide??

So che è una Tettigonide perché come vedete ha le antenne che superano le dimensioni del corpo. Ma oltre non vado. Ho bisogno di Mauro Mandrioli, Francesca Casadio Montanari, Francesco Tomasinelli... chi vorrà darle un nome sarà il benvenuto. Anche altri entomologi che non conosco!

                                                              Le farfalle


Qui in Toscana è pieno – per fortuna – di farfalle, anch'esse in forte declino. Abbiamo la fortuna di osservare spesso la Papilio podalirius, che assomiglia alla più famosa Papilio machaon, ma ha una distribuzione mediterranea. Poi pieridi come questa, che amano stare sulle piante di crucifere (le piante che quando ero piccola venivano chiamate Ombrellifere).

E questa farfalla che non riesco a riconoscere... 


e questo bruco forse di falena... I need your help :) 




Altri insetti




Grazie all'illustratrice Geena Forrest ho invece avuto conferma che questo è un eterottero (dal greco “differente”) pentatomide, Rhaphigaster nebulosa, che ha camminato facendo il solletico sulla testa di Andrea, prima che lo lasciassimo libero.

 Le cicale


Qui in Toscana sono quasi un'ossessione – mi ricordano le estati in Grecia - e annunciano l'arrivo del sole caldo e quando inizia l'imbrunire. Attacca una e partono tutte insieme in un canto univoco, un richiamo assordante. Dalle ali trasparenti e membranose, che trattengono “a tetto” sopra il corpo come cita la "Guida degli insetti d'Europa" di Michael Chinery, Franco Muzzio editore, regalatami da mio fratello nel lontano 1994... Le larve vivono sotto terra per tantissimi anni nutrendosi di radici prima di passare allo stadio adulto. Trovare in giro le loro exuvie, ovvero gli scheletri esterni, completamente diversi da quelli dell'adulto, è sempre fonte di emozione, almeno per me.

A tu per tu con la natura
A proposito di insetti e natura, volevo segnalare due appuntamenti a mio parere molto interessanti e un'associazione che gli appassionati di natura e bambini dovrebbero conoscere.


Montagna disegnata

Si tratta di una bellissima iniziativa ideata da Giulia Mirandola, che quest'anno ha avuto come locandina una immagine di Marina Marcolin.

Il 22 agosto ci sarà un appuntamento irrinunciabile con Emanuela Bussolati che, insieme a Giulia e a un entomologo del Muse (Museo di Storia Naturale di Trento progettato da Renzo Piano), accompagneranno bambini e adulti alla scoperta degli insetti.

Spero presto di fare una chiacchierata con Giulia su questa iniziativa che è ormai alla seconda edizione e che si appresta ad approntare la “pianura disegnata”. In attesa, consiglio di spulciare sul suo sito e sulla sua pagina facebook costantemente aggiornati: qui e qui.

Illustrazione "in campagna"




Passando dalla montagna al mare... e che mare e che isola...  Per il secondo anno, l'associazione Oliver, capitanata da Maria Giaramidaro, offre la possibilità a chi si voglia cimentare nell'illustrazione due incontri con due illustratrici ben note agli amanti dei Topipittori presso la tenuta "Il Paradiso", un casale immerso nella verde campagn siciliana, tra agosto e settembre 2015 a Mazara del Vallo (TP).
Joanna Concejo presenta "La natura poetica" (28-29-30 agosto 2015) blog qui,Anna Castagnoli "L’arte del libro illustrato" (18-19-20 settembre 2015), blog qui.
Qui la scheda completa. Info: Associazione Culturale Oliver - oliver.lab@gmail.com - 328 9694977
Qui
la pagina facebook.


Bambini e Natura
Monica Guerra, pedagogista e ricercatrice alla Università Bicocca di Milano, ha costituito insieme ad altre persone un'associazione dedicata ai bambini e alla natura. C'è stato un incontro a luglio, a cui purtroppo ho dovuto rinunciare – ma che deve essere stato bellissimo e spero si ripeterà – e c'è un blog in cui si parla e si riflette su questo rapporto irrinunciabile spesso sottovalutato.
Come spiegano nel blog "Bambini e Natura è un’associazione culturale formata da un gruppo di amici e colleghi, accomunati dall’esperienza professionale in ambito educativo e più ancora dall’interesse profondo per la dimensione naturale, nella propria riflessione e nella propria esperienza di vita. Ricercatrici e pedagogiste, con molti amici educatori, insegnanti e genitori che collaborano." Vi invito a spulciare il blog qui e io mi propongo di chiedere di più dal vivo se Monica ne avrà voglia...


Specie esotiche e tutela della biodiversità.

Finisco il post con una piccola nota polemica. Uno dei grossi problemi della biodiversità è la presenza delle specie esotiche, portate dall'uomo, e devo dire che sono rimasta un po' sorpresa e delusa, che a Festambiente, un festival ormai importante in Italia, sia stata ospitata una mostra sulle esotiche, curata dalla LAV dove si spiegava che comunque le specie esotiche vanno protette e si davano a volte informazioni errate. A questo argomento, che mi sta particolarmente a cuore, mi riserbo di dedicare uno o più post appositi, chiedendo anche interventi di specialisti che da anni sono impegnati nella difesa della biodiversità. Non dimentichiamoci che abbiamo anche delle pesanti sanzioni economiche e obblighi a livello europeo e quindi consigliare di tutelare lo scoiattolo grigio a discapito di quello nostrano apre un discorso ampio e delicato.
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